Anche così il colosso transalpino intende portare avanti il proprio discorso di transizione ecologica: l’attuale generazione a gasolio verrà affinata ma non si tradurrà nella progettazione di nuovi motori.
Più che progettare nuovi propulsori, si punta a sviluppare le caratteristiche dell’attuale generazione. Ecco, in estrema sintesi, il contenuto di quanto anticipato dall’amministratore delegato di Renault Groupe Luca De Meo all’Assemblea annuale degli azionisti. Il numero uno del colosso transalpino, relativamente all’indicazione dei programmi futuri della “Marque à Losanges”, punta i propri riflettori sugli obiettivi principali da parte del Gruppo, già illustrati all’inizio del 2021 nella definizione del progetto “Renaulution”. Fra i capitoli-chiave della maxi strategia, l’ottimizzazione delle risorse tecnologiche relative alla lineup di modelli che debutteranno a medio termine – tre piattaforme anziché sei, quattro “famiglie” di gruppi di motopropulsori in luogo di otto – per creare una gamma di veicoli più redditizia (24 novità entro il 2025, delle quali la metà apparterranno ai segmenti C e D ed una decina saranno elettrificate). Più avanti, vale a dire dopo il 2025, scatterà la successiva fase di “rivoluzione” vera e propria in cui Renault evolverà il proprio modello economico in chiave tecnologica, energetica e di servizi per la mobilità.
Transizione ecologica e diesel
Riguardo all’evoluzione, i top manager di Renault intendono porre gradualmente fine allo sviluppo dei sistemi di alimentazione turbodiesel, in favore dell’elettrificazione. L’indicazione di Luca De Meo riguarda sostanzialmente lo stop agli investimenti relativi a nuovi prodotti, che quindi non saranno più progettati. Più che un abbandono “tout court”, si tratterà di focalizzarsi sull’ultima generazione di propulsori a gasolio, in maniera che adattandoli possano continuare ad essere proposti sui nuovi modelli che Renault ha in cantiere in un’ottica a breve-medio termine.
Ottimizzare i costi in chiave rilancio
Per riprendere quanto si accennava in apertura a proposito delle indicazioni di Luca De Meo durante l’anticipazione del programma “Renaulution”, i principali Gruppi automotive (Renault compresa, quindi) puntano i propri riflettori sull’elettrificazione per venire incontro alle sempre più stringenti normative europee sulle emissioni. Nello stesso tempo, ci sono da considerare i costi industriali, che nel caso di Renault si traducono nella ricerca di lasciarsi alle spalle gli 8 miliardi di euro di perdite registrati nel drammatico 2020 dell’emergenza sanitaria e nel crollo delle vendite. Di più: attraverso un’ottimizzazione delle spese, si avrà più ossigeno per garantire le adeguate risorse economiche in chiave di rilancio del Gruppo.
Si punta ad affinare
Renault, in buona sostanza, non intende gettare alle ortiche un livello tecnologico che ne ha reso uno dei prim’attori a livello europeo: il riferimento, in questo senso, va tutto all’elevato standard qualitativo raggiunto negli anni dai motori diesel da parte del colosso transalpino, che fra l’altro sono stati adottati anche da altri Costruttori (Mercedes su tutti). Si intende, piuttosto, affinare gli step evolutivi dei motori a gasolio di ultima generazione.
Obiettivi per il futuro
Contestualmente, ad ulteriore conferma delle indicazioni rese note nei mesi scorsi, fra i piani alti Renault si concretizzerà lo sviluppo dell’elettrificazione: nuovi modelli 100% elettrici (come ad esempio la “nuova” R5 a zero emissioni) e ibridi che fanno capo alla tecnologia E-Tech. L’obiettivo indicato da Luca De Meo è di arrivare a possedere l’offerta di modelli a basse (o del tutto assenti) emissioni allo scarico più eco friendly in Europa. A questo proposito, il numero uno di Renault Groupe avanza anche qualche previsione sull’incidenza – in termini di vendite – della futura gamma elettrificata sul totale, che nel 2025 si intende portare al 65% e, successivamente, fino al 90% nel 2030.