Per 3,44 milioni di euro l’Automotoclub Storico Italiano è titolare dell’antologia della Carrozzeria torinese. Presto i piani di valorizzazione.
Per 3,44 milioni di euro l’Automotoclub Storico Italiano è titolare dell’antologia della Carrozzeria torinese. Presto i piani di valorizzazione.
E’ stato l’Asi, Automotoclub Storico Italiano, ad essersi aggiudicato, nelle scorse ore, la Collezione Bertone, antologia delle più celebri creazioni prodotte dalla storica Carrozzeria torinese fondata nel 1912, sviluppatasi sotto la guida di Nuccio Bertone e, dopo la morte di quest’ultimo, al centro di una lunga serie di questioni industriali, economiche e familiari che hanno portato, a luglio 2014, il Tribunale di Torino a decretarne il fallimento.
L’importo con il quale l’Asi si è portato a casa la Collezione Bertone (che si compone di 79 fra pezzi unici, prototipi e modelli che hanno segnato la storia del design automobilistico) ammonta a 3,5 milioni di euro: la cifra è stata raggiunta al termine di quaranta rilanci; il rialzo, rispetto alla base d’asta, è stato del 61%. Fra le vetture del Museo Bertone di Caprie acquisite dall’Automotoclub Storico Italiano ci sono le Lamborghini Miura, Espada e Countach, la Lancia Stratos “stradale”, le Alfa Romeo Giulia Sprint, Giulia SS e Montreal, Fiat X1/9, una Fiat Dino Coupé, una Dino – Ferrari 308 Gt4, la concept Ferrari Rainbow; non mancano, infine, alcuni “one – off”, fra cui la concept “Genesis”, una Fiat Punto Cabrio con hardtop, la Aston Martin Jet2, la “Nivola” e la Jaguar B99 Gt. E’ significativo il fatto che l’intera collezione sia passata di mano nella propria interezza: non sarebbe potuto essere diversamente, visto che le vetture della Collezione Bertone custodite nel museo di Caprie erano state a suo tempo sottoposte al vincolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; autentiche opere d’arte, dunque, e una collezione che non andava frammentata. Per questo l’Asi avrà l’obbligo di mantenerne l’integrità: in altre parole, non potrà rivendere i pezzi singolarmente, e non potrà trasferirla all’estero, come conferma una nota diffusa in queste ore dallo stesso Automotoclub Storico Italiano.
Lo stesso Asi, dal canto suo, informa che ha potuto aggiudicarsi l’asta – la cifra precisa ammonta a 3.440.000 milioni di euro – grazie all’accantonamento di avanzi di gestione, negli anni passati, che hanno permesso all’Automotoclub Storico Italiano di disporre della cifra necessaria al salvataggio della Collezione Bertone.
“Una collezione come quella di Bertone rientra certamente nel patrimonio storico, e avendone la possibilità economica, l’Asi ha ritenuto giusto e doveroso partecipare all’asta – dichiara Roberto Loi, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano – Circa quattro anni fa, sapendo che era in corso la vendita di alcuni veicolo prestigiosi della collezione, avevo richiesto un intervento dell’Associazione per avviare un procedimento che avesse come obiettivo quello di porre il vincolo della sovrintendenza su questi beni ritenuti culturali, al fine di impedirne il trasferimento all’estero e la vendita di singole vetture. Il ricorso fu accettato ed è grazie ad esso se oggi possiamo tenere qui in Piemonte un patrimonio nazionale come questo. E’ certamente un’operazione che nessun altra associazione avrebbe potuto portare a termine”.
Il prossimo passo che si aspettano gli appassionati sarà un concreto progetto di valorizzazione del patrimonio industriale della Collezione Bertone: in questo senso, Loi promette che, al più presto, sarà attivato “Un programma che definiremo nelle prossime riunioni consiliari che permetterà agli associati, agli appassionati ed ai semplici curiosi di ammirare le 79 vetture della Collezione Bertone”.
La Carrozzeria Bertone ha conosciuto il proprio massimo splendore fra gli anni 50 e gli anni 80, corrispondenti all’epoca nella quale venne guidata da Nuccio Bertone. Fra i modelli che inalberano la “B” stilizzata a forma di bandiera rovesciata, sono da ricordare le Alfa Romeo “Batmobile”, Giulia Gt, 1750 e 2000 (berlina e Gtv), 33 “Carabo”, “Canguro”, Montreal, Gt,“Bat 11” e Pandion; le Fiat Dino Coupé, 131 Abarth Rally, X1/9, Ritmo Cabrio, Punto Cabrio ePanda 2002; le Lamborghini Miura, Marzal, Espada, Jarama e Countach; le Lancia Stratos”Zero”, Stratos Stradale e “Sibilo“; la Iso Grifo, la Dino – Ferrari 308 Gt4; relativamente allaproduzione di grande serie, oltre alle citate Fiat Dino Coupé, Panda MY 2002, Alfa Romeo Gt, Dino – Ferrari 308 Gt4, Ritmo e Punto Cabrio, sono da ricordare Citroen BX e XM, Volvo 780,Citroen Berlingo prima serie, Fiat 850 Spider, Innocenti Mini 90, 120 e De Tomaso, Audi 50 e Volkswagen Polo prima serie, Skoda 136 Favorit, la fuoristrada Bertone Freeclimber, Citroen Xantia e Opel Kadett Cabrio e Astra Cabrio.