La sanzione per chi “brucia il rosso” non è solamente pecuniaria, distingue fra giorno e notte, e determina diversi punti patente in meno, con sanzioni raddoppiate per i neopatentati e, in caso di recidiva, la sospensione o la revoca del documento di guida.
Occorre mantenere sempre la massima attenzione quando si è alla guida di un veicolo (a motore o senza, cambia poco): ecco un assunto che consiglia “fra le righe” di tenere gli occhi ben aperti quando ci si avvicina ad un incrocio con “stop” (a prescindere se si abbia o meno precedenza) o con semaforo, anche se c’è il “verde”. In effetti, è vero che se si passa col “rosso” (o non si rispetta lo “stop”) si commette un’infrazione al Codice della Strada (art. 146 in materia di violazione alla segnaletica stradale), tuttavia la legge si interessa del fatto che è potenzialmente molto pericoloso essere vittima dell’altrui disattenzione o imprudenza.
Ecco quindi la multa per chi non osserva il semaforo rosso. E l’analisi delle modalità di erogazione delle relative contravvenzioni: quando arrivano, a quanto ammontano gli importi e quali sanzioni accessorie (leggi: decurtazione dei punti patente) si va incontro. È da tenere presente che molti incroci vengono regolati dai sistemi Photored o T-Red, che consistono in due telecamere, collocate corrispondenza di ognuno dei due assi viari che formano una intersezione. Il loro compito è il controllo e la registrazione in tempo reale delle situazioni di traffico.
Semafori: arrivano quelli con il conto alla rovescia dei secondi
Multa: importi e sanzioni accessorie
La sanzione (art. 146 comma 3 del Codice della Strada) per chi “brucia il rosso” va da un minimo di 167 euro ad un massimo di 655 euro; e, nelle ore notturne (dalle 22 alle 7) l’importo va da 200 euro a 646 euro. In più, c’è la decurtazione di sei punti dalla patente di guida. I punti in meno raddoppiano se il contravventore è un neopatentato (cioè chi è in possesso della patente A o B da meno di tre anni).
Come avviene per molte altre trasgressioni al Codice della Strada che riguardano la sicurezza di tutti gli utenti, il passaggio con il semaforo rosso in almeno due occasioni nell’arco di 24 mesi (la cosiddetta recidiva) presuppone inoltre una sanzione in più: la sospensione della patente da un mese a tre mesi.
Dopo quanto tempo arriva la multa
La contravvenzione a carico di chi è passato col rosso arriva al suo domicilio entro novanta giorni dall’avvenuto accertamento dell’infrazione: il termine si calcola a partire dal giorno successivo alla violazione, esclusi i giorni festivi. La contravvenzione è da considerare nulla se risulta spedita oltre questo termine: in questo caso, il multato può fare ricorso al Giudice di pace (entro trenta giorni dalla notifica) oppure al Prefetto (entro sessanta giorni).
La telecamera viene segnalata?
In linea di massima no: a differenza dell’autovelox, le telecamere ai semafori possono non essere segnalate. In buona sostanza: non c’è alcun obbligo per l’organo accertatore. Analogamente, non viene disposto che la telecamera debba necessariamente essere collocata in posizione facilmente visibile. Può, quindi, essere nascosta dal semaforo stesso.
Come avviene la multa nel passaggio col rosso
Il dispositivo Photored scatta immediatamente la fotografia nel caso in cui l’utente non si trovi già fermo prima della linea trasversale di arresto, al momento in cui scatta il rosso. Questo non è tuttavia sufficiente per far partire la multa. Occorre che una seconda immagine “fermi” il veicolo al centro dell’incrocio, e che in entrambe le immagini venga fotografata la targa del veicolo. La prima foto deve riferirsi al momento in cui avviene il superamento della linea di arresto posizionata in corrispondenza del semaforo, e la seconda deve riportare la targa del veicolo dopo che questo ha attraversato per intero la linea ed è già al centro dell’intersezione.
Ogni fotografia deve contenere data e ora dell’avvenuta infrazione, ed il lasso di tempo intercorso dal momento in cui è scattato il rosso (in alternativa, il Photored può essere stato regolato per attivarsi dopo un determinato tempo dal “rosso”).
Quanto tempo tra un’immagine e quella successiva?
Il legislatore non indica di preciso quanto debba trascorrere fra il primo ed il secondo fotogramma. Secondo la Cassazione, “L’istante in cui far avvenire il secondo scatto può essere individuato in funzione della velocità del veicolo all’atto del passaggio sui rilevatori o fissando, in funzione delle dimensioni e caratteristiche dell’intersezione, l’intervallo temporale fra i due scatti; in ogni fotogramma deve figurare in sovrimpressione almeno la località dell’infrazione, la data e l’ora”.
Anche il Photored dev’essere omologato e tarato
Così come avviene per tutti gli apparecchi elettronici che rilevano le infrazioni stradali (su tutti: Autovelox e Tutor), anche il Photored deve essere omologato e collaudato prima della sua messa in funzione. In più, una volta all’anno (ogni 365 giorni) va sottoposto a taratura. Omologa e taratura, con esito positivo, devono essere messi a disposizione dell’utente, per accertarsi che la contravvenzione sia legittima.
Quanto deve durare il “giallo”?
In materia di regolamentazione dei semafori, è utile conoscere anche se c’è una durata minima di legge del “giallo”. In effetti, attraversare l’incrocio nella fase intermedia fra il “verde” e il “rosso” può essere consentito se, ad esempio, al momento in cui scatta il “giallo” ci si trova nelle immediate vicinanze dell’intersezione ed una frenata improvvisa per fermarsi potrebbe essere pericolosa per i veicoli che seguono.
Tuttavia, se il “giallo” dura troppo poco un conducente che già si accinge ad attraversare un incrocio potrebbe rischiare di essere in contravvenzione. Il Codice della Strada non stabilisce un tempo minimo per il “giallo”, però il Ministero dei Trasporti ha prescritto che la durata del “giallo” non può essere inferiore a tre secondi in relazione ai tempi di arresto di un veicolo che sta procedendo ad una velocità di 50 km/h o inferiore.
Cosa dice la Cassazione
Secondo la sentenza n. 227348 del 23 dicembre 2014 con la quale si è rigettato il ricorso di un automobilista di Lodi, multato dal T-Red per avere superato un “rosso” con giallo di preavviso di 3”365, il massimo grado di giudizio ha appunto indicato 3 secondi come un tempo congruo per far sì che l’automobilista abbia la possibilità di fermarsi all’incrocio in sicurezza. Nel caso in questione, la Cassazione aveva precisato, in riferimento al Codice della Strada quale condizione-base per la corretta condotta dell’utente al semaforo, che nel periodo di accensione del “giallo” il veicolo non deve oltrepassare i punti di arresto, salvo i casi in cui non ci si trovi così vicini da non poter arrestarsi in condizioni di sicurezza. Di più: all’inizio del 2019 (ordinanza della Corte di Cassazione numero 567/19) è stata stabilita l’irrilevanza della durata del segnale di “avviso” del semaforo. Da qui il principio generale secondo il quale tutti gli utenti alla guida di veicoli debbono mantenere una condotta di velocità adeguata.