Lo indica l’Epa, l’Agenzia federale per l’ambiente: più che le prove di laboratorio servono test che misurino le emissioni nell’uso quotidiano.
Lo indica l’Epa, l’Agenzia federale per l’ambiente: più che le prove di laboratorio servono test che misurino le emissioni nell’uso quotidiano.
Le Case auto non dovranno più “barare” sulle emissioni: è tempo di pensare a nuovi test, e che siano sempre più realistici. Preoccupati che eventuali nuovi scandali sulla falsariga del “Dieselgate“, la vicenda sulle emissioni truccate che da ormai due mesi vede Volkswagen nel mirino dell’opinione pubblica (gli stessi vertici di Wolfsburg, negli ultimi giorni, hanno ammesso che i valori sulle emissioni sono stati falsati anche per alcuni dei motori a benzina che fanno parte della lineup di modelli del Gruppo), i “piani alti” dell’Epa – l’Agenzia statunitense per la difesa dell’ambiente – danno ora la priorità a nuovi test.
Più nel dettaglio, come viene indicato in questi giorni da una nota pubblicata nelle pagine del New York Times, si tratterà di qualcosa in più rispetto ai “tradizionali” test che solitamente vengono svolti in laboratorio dagli stessi Enti ed organismi di controllo. Sul taccuino degli impegni per l’Epa c’è la necessità di effettuare, a partire dall’immediato, delle prove in condizioni reali di marcia su strada. Tali test vengono solitamente effettuati da parte dell’Epa per il controllo delle emissioni relative ai veicoli del segmento “truck & bus” (automezzi pesanti e pullman), anche perché comportano l’impiego di apparecchiature piuttosto ingombranti; ma questo, sottolinea la news apparsa nell’edizione Web del quotidiano newyorkese, non scoraggerà i tecnici Epa dal poter intervenire, e a tempi più brevi possibile. Le prove dovrebbero iniziare – in sinergia con le autorità di regolamentazione canadesi e californiane – già dai prossimi mesi, e riguarderanno la produzione “Model Year 2015 e 2016“, nonché quella precedente, sebbene in quest’ultimo caso “a campione”.
Queste prove, una volta a regime, potrebbero costituire un cambiamento epocale rispetto al più “tradizionale” ambiente di laboratorio, altamente controllato, nel quale i veicoli sottoposti alle prove di emissione si muovono sui rulli, vengono cablati e funzionano in condizioni piuttosto lontane dal normale impiego di tutti i giorni, che al contrario è sottoposto a numerose variabili: dai repentini passaggi di regime motore, alle più o meno numerose fasi di sosta, fermata e ripresa di marcia; per non parlare del differente carico a bordo a seconda delle varie situazioni di utilizzo o delle ampie varietà climatiche.
Tecnicamente, l’acquisizione dei dati provenienti dai gas di scarico – e, in particolare, per la registrazione dei quantitativi di ossido di azoto emessi dai motori diesel – sarà registrata grazie all’impiego di una stampante Rube – Goldberg, decisamente voluminosa (occupa lo spazio di un paio di valigie di grosse dimensioni), e che trova posto nel baule. Piccola curiosità: per le prove, l’Epa, oltre ad ottenere i veicoli direttamente dalle Case produttrici o dalle concessionarie ufficiali, utilizzerà la formula del noleggio; in alcuni casi, potrà rivolgersi direttamente ai proprietari: quest’ultima soluzione si rivelerebbe particolarmente vantaggiosa per l’automobilista, perché l’Epa offre “per il disturbo” 20 dollari al giorno, un’auto sostitutiva (gratuitamente) e, una volta che i test sono stati completati, la vettura viene restituita completamente pulita, con il pieno di carburante e con olio e filtri sostituiti. Un buon affare.