Test di laboratorio della Duh evidenziano valori di NOx al di sopra dei limiti Euro 6. Pronta la replica Renault: “I test non erano a norma UE”.
Test di laboratorio della Duh evidenziano valori di NOx al di sopra dei limiti Euro 6. Pronta la replica Renault: “I test non erano a norma UE”.
Anche Renault nel mirino degli organismi di collaudo delle emissioni? In queste ore, la notizia fa il giro del Web, tuttavia la dirigenza della Marque à Losange smentisce. Ma andiamo con ordine.
Più nel dettaglio, sotto accusa ci sarebbero valori di emissioni degli ossidi di azoto (NOx) ben 25 volte superiori rispetto a quanto prescrive la normativa Euro 6, riscontrati durante i test al Banco di Renault Espace effettuati recentemente dall’Associazione ambientalista tedesca “Deutsche Umwelthilfe“, particolarmente attiva nelle vicende del “Dieselgate” e, ultimamente, salita agli onori delle cronache nazionali per un rapporto nel quale metteva in evidenza una serie di irregolarità ai danni di Opel Zafira (ma il marchio di Russelsheim aveva immediatamente negato la validità del test).
La popolare monovolume francese, equipaggiata con la più recente edizione del turbodiesel 1.6 dCi, è stata sottoposta alle prove della Deutsche Umwelthilfe secondo quanto prescrive il ciclo Nedc, che viene impiegato nei Paesi UE riguardo alle nuove omologazioni di modello.
Le prove sono state condotte nei laboratori dell’Università di Scienze Applicate di Berna (incidentalmente: dove nelle scorse settimane la Deutsche Umwelthilfe aveva sottoposto ai test Opel Zafira). Cinque verifiche a motore caldo avrebbero rilevato irregolarità nelle emissioni degli ossidi di azoto per il 1.6 dCi Euro 6 di Renault Espace.
Informato dell’esito dei test, Axel Friederich (uno dei fondatori di Icct, cioè l’organismo internazionale che a settembre aveva informato l’Environmental Protection Agency – l’Epa, ovvero l’Agenzia federale Usa per l’ambiente – sulle anomalie nelle emissioni a carico di Volkswagen) punta il dito sulla necessità di operare dei test su strada: “Gli attuali motori a Gasolio inquinano: e noi possiamo ugualmente circolare. I risultati di questi test mettono in evidenza la necessità di riorganizzare il sistema delle prove: è necessario effettuare obbligatoriamente i controlli su strada”.
Immediata la replica di Renault, che nelle prime ore di oggi ha rilasciato una nota “a caldo”, nella quale contesta le conclusioni alla quale è giunta la Deutsche Umwelthfe sulle emissioni inquinanti di Renault Espace. In particolare, il Gruppo francese ricorda che “Al pari di tutti i veicoli commercializzati dal Costruttore, Espace rispetta le normative vigenti”. Il comunicato Renault non esita, difendendosi, a puntare il dito contro gli stessi test: “Non tutte le procedure utilizzate dall’Università di Berna sono conformi alla normativa europea, e presentano importanti variazioni dei risultati che, come indicato nel rapporto, esigono ‘verifiche complementari’ e, di conseguenza, non sono conclusive”. Una replica che si conclude con la necessità di ottenere maggiori dettagli dalla Deutsche Umwelthilfe sulle modalità dei test. In poche parole: i vertici Renault intendono vederci chiaro in questa vicenda. Non a caso, nei mesi scorsi le prove condotte dall’Adac (l’Automobile Club con sede a Monaco di Baviera) e riguardanti proprio Renault Espace 1.6 dCi Euro 6 avevano espresso risultati in termini di emissioni degli ossidi di azoto in linea con le attuali prescrizioni europee.
Nel frattempo, una nuova tegola è caduta sui vertici del Gruppo Volkswagen, in queste ore al centro di un’accusa per evasione fiscale che si riallaccerebbe in maniera diretta alla vicenda delle emissioni truccate che tiene Banco da settembre. Più nel dettaglio, secondo quanto ha riportato il Financial Times, la dirigenza del marchio dei Quattro Anelli, nelle scorse ore, ha ammesso la presenza, nei modelli turbodiesel 3.0 V6, di tre tipi di software dei quali uno (Defeat Device) è illegale negli Usa perché svolge il compito di alterare i valori delle emissioni durante i test. I tre tipi di software hanno equipaggiato le unità VW dal 2009 al 2014: Audi Q7 e A8, Porsche Cayenne, Volkswagen Touareg, e riguarderebbero 85.000 unità. Nei giorni scorsi, alcuni dirigenti e ingegneri Audi sarebbero stati inviati negli Stati Uniti per un meeting con gli organismi federali di controllo. Intanto, Audi ha deciso lo stop momentaneo alle vendite per Audi A6, A7, A8, Q5 e Q7 nelle versioni dal MY 2009 alle MY 2016, Volkswagen Touareg e Porsche Cayenne dalle MY 2013 alle MY 2016.