Nonostante il drastico calo del prezzo del petrolio, i prezzi dei carburanti alla pompa non calano di molto a causa delle tantissime accise.
Nonostante il drastico calo del prezzo del petrolio, i prezzi dei carburanti alla pompa non calano di molto a causa delle tantissime accise.
Come tutti sanno, il prezzo del petrolio è sceso ormai da tempo sotto i 30 dollari al barile, toccando il minimo storico dall’ormai lontano 2008. Purtroppo però, a causa delle accise presenti nel nostro paese – ma non solo – il costo della benzina e del diesel praticato nei distributori italiani risulta il più caro in Europa.
Secondo gli ultimi dati, il prezzo della benzina praticato alla pompa risulta poco al di sotto di 1,4 euro/litro e il diesel si aggira leggermente sotto i 1,3 euro/litro, mentre negli Stati Uniti, ad esempio, il costo della benzina al litro non supera i 44 centesimi e in Arabia Saudita appena 0,23 centesimi. Analizzando i prezzi praticati negli altri paesi europei scopriamo invece che in Germania e Austria il prezzo euro/litro che viene praticato risulta rispettivamente pari a 0,998 e 0.981.
Cerchiamo di capire quali sono i motivi di questo divario così consistente che separa i prezzi dei carburanti praticati in Italia da quelli effettuati all’estero. Tra le motivazioni che portano a questo divario troviamo la politica effettuata dalle compagnie petrolifere che vede aumentare in modo particolarmente rapido il prezzo alla pompa se il costo del petrolio sale, mentre se il costo del greggio scende i prezzi non calando in maniera ugualmente rapida. Al contrario, i benzinai guadagnano appena qualche centesimo (circa 4 e mezzo) sul prezzo alla pompa, quindi non sono certo loro che incidono sul costo della benzina.
Il costo maggiore che aggrava sul prezzo totale dei carburanti sono le tasse, ovvero le cosiddette accise applicate dallo Stato. Ad oggi, le tasse sul petrolio raffinato sono arrivate al 67,5%, quindi senza queste imposte, un litro di benzina dovrebbe costare appena 44 centesimi al litro, mentre il diesel dovrebbe toccar addirittura i 35 centesimi/litro. La cosa peggiore è che nonostante il prezzo dell’oro nero sia calato drasticamente dal 2008 al 2016 il peso delle accise è aumentato del 46%, senza dimenticare il carico dell’IVA schizzato a sua volta del 21,8%. Analizzando le accise singolarmente, scopriamo inoltre che risultano in vigore aumenti per supportare emergenze di tantissimi anni fa, ormai da tempo superate: guerra d’Abissinia (1936), crisi di Suez (1956), tragedia del Vajont (1963), alluvione di Firenze (1966), terremoto del Belice (1968), terremoto del Friuli (1976), terremoto dell’Irpinia (1980), missione in Libano (1983), missione in Bosnia (1996), rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004). Nel frattempo, le emergenze sono aumentate, così come gli aumenti, mentre quelle terminate sono rimaste lì per far cassa.