In questi giorni sono tanti i detrattori dell’attuale e “spigolosa” Serie 5 ma la nuova, seppur bella, non brilla certo per la sua personalità
In questi giorni sono tanti i detrattori dell’attuale e “spigolosa” Serie 5 ma la nuova, seppur bella, non brilla certo per la sua personalità
La presentazione della nuova BMW Serie 5 è un evento davvero importante nel panorama automobilistico. La Serie 5, per gamma e posizionamento, ha un valore strategico per il marchio bavarese senza contare che ha il difficile compito di sostituire un modello dall’immagine consolidata, dalla forte personalità e dal buon successo commerciale.
Leggo commenti di tanti colleghi giornalisti che, aldilà delle impressioni di guida, hanno un atteggiamento unanime nel valutare lo stile, esterno e interno, della nuova vettura. Dappertutto si legge che “la nuova 5 è classicamente bella, elegante, morbida, molto simile alla nuova serie 7… gli interni finalmente opulenti riscoprono il gusto di materiali e trattamenti di pregio… Niente a che vedere con le spigolosità stilistiche, i posteriori pesanti a padella, la povertà di disegno e dei materiali della 5 di Chris Bangle… era ora”.
Tutto bene se non fosse che delle bizzarrie stilistiche di Bangle, dei suoi spigoli vivi che tormentano fiancate e code, della tristezza “minimalista” di plance e allestimenti, allora, quando fu presentata la serie 5 che si avvia ad uscire di scena, quegli stessi giornalisti non avevano fatto menzione, tantomeno in termini critici. Le stesse valutazioni positive di qualche anno fa sullo stile di “rottura” di Chris Bangle vengono così annientate da quello che oggi viene presentato come un “valore” da preservare, ovvero il ritorno al lusso e al classicismo armonico contrapposti al minimalismo e alle estrosità del designer statunitense.[!BANNER]
Sono comunque perplesso non perché la nuova 5 non sia bella, elegante e dal design pulito, ma perché, a differenza della sua progenitrice tuttora in listino, si è adeguata allo stile delle serie 3 e 7, secondo un sistema di omologazione della linea che ritroviamo per esempio nella gamma Audi o Volkswagen. E su strada – seguendo questa tendenza comune agli altri costruttori – faticheremo a distinguerla dalle altre Bmw, piccole o grandi che siano.
Un vero passo indietro quindi rispetto alla sfacciata e provocatoria “diversità” che era stata la chiave di lancio dell’attuale serie 5. Una vettura il cui valore era proprio nella rottura completa con gli schemi e la tradizione dei modelli precedenti. Grazie a uno stile davvero personale, rimarcato da linee tese e spigolose, in cui le convessità delle lamiere ed il taglio dei fari rompevano bruscamente con la tradizione del marchio, la 5 era il simbolo – di successo – della diversità delle nuove BMW dell’era Bangle.
Una diversità che nel tempo è riuscita ad affermarsi con successo, ma che ha faticato inizialmente a convincere un pubblico tendenzialmente tradizionalista. All’opposto, la nuova Serie 5 – priva di “sorprese” nel design della carrozzeria e degli interni – propone al tipico cliente del segmento premium una rassicurante conferma dei suoi desideri.
Una rivoluzione “borghese” che di questo passo porterà la tradizionalista Mercedes – con i modelli della classe E ormai facilmente distinguibili dalle compatte C o dall’ammiraglia S – a diventare la più audace tra le Case automobilistiche tedesche. Che tempi…