Una tra le province più ricche e produttive d’Italia offre solo 23 piazzole. E gli automobilisti ammaliati dagli incentivi pagano lo scotto
Una tra le province più ricche e produttive d’Italia offre solo 23 piazzole. E gli automobilisti ammaliati dagli incentivi pagano lo scotto
Pubblicità a non finire, incentivi estremamente vantaggiosi, ma poi ecco lo scotto delle stazioni di rifornimento. Poche e distribuite a macchia di leopardo. Un elemento che letteralmente tarpa le ali ai carburanti alternativi GPL e metano. In questo articolo proponiamo il caso esemplificativo offerto dalla Provincia di Varese, territorio tra i più ricchi e produttivi dell’intero stivale.
Forniamo alcuni dati, tanto per rendere l’idea. Lungo una superficie di 1.200 Km quadrati, abitata da 880.000 persone, sono presenti solo 20 stazioni deputate ad erogare Gas di petrolio liquefatto. Decisamente peggio va per i possessori di veicoli a metano, serviti da solo 3 distributori. Il problema è difficile da nascondere, ancor più se si considera che le piazzole sono tutte concentrate nella parte meridionale della Provincia. Il capoluogo non dispone tra i suoi confini di pompe a Gpl, mentre per il metano si attende (fortunatamente) la conclusione dei lavori presso un’area periferica.
Un quadro inquietante, che può essere utilizzato come cartina di tornasole per l’intero panorama nazionale. Forse le cose potranno cambiare dopo il mese di marzo, quando il voto sulla nuova legge sulla concorrenza offrirà al governo l’opportunità di riformare la rete distributiva. Tra le varie proposte che si vociferano a Roma citiamo la variazione settimanale e non più giornaliera dei prezzi alla pompa, l’aumento dei self-service e degli orari di servizio, l’incremento degli erogatori di GPL e metano e una riduzione per gli esercizi deputati a benzina e gasolio, oggi oltre 5.000.[!BANNER]
Attraverso questi provvedimenti si presume di recuperare i 4-5 centesimi di maggior costo dei carburanti italiani rispetto a quelli venduti in Europa. In direzione di cambiamenti radicali muovono anche l’Unione petrolifera e il Consiglio nazionale dei Consumatori e degli Utenti (Cncu), particolarmente combattivo riguardo al fenomeno della doppia velocità di aggiornamento della benzina. In tal senso i consumatori propongono un’azione di controllo sulle compagnie, mentre solo l’apertura alla grande distribuzione organizzata e una maggiore flessibilità degli orari di apertura al pubblico possono garantire le basi per una riorganizzazione della rete di rifornimento.
Secondo altri, come Adiconsum, serve compiere un passo in avanti anche a livello di informazione, introducendo norme ferree per il rispetto dei prezzi esposti ai clienti, e promovendo una loro diffusione attraverso gli apparecchi satellitari. In attesa della traduzione in opera di tutte queste buone proposte, i proprietari delle auto del futuro oggi vivono nello sconforto. Chi ha la fortuna di sfruttare la doppia alimentazione, opta per il funzionamento a benzina, rinunciando ai vantaggi che il GPL offre per il portafoglio: un costo di 0.60 euro al litro, più o meno la metà del carburante convenzionale. I “metanofori” invece si mettono il cuore in pace e vagano alla ricerca di pannelli che indichino la lettera M. Percorrendo inutilmente chilometri e chilometri.