Da 50 a 250 euro per un contrassegno assicurativo falsificato con un giro d’affari stimato in 1 milione di euro
Da 50 a 250 euro per un contrassegno assicurativo falsificato con un giro d’affari stimato in 1 milione di euro
L’italica arte di arrangiarsi colpisce sempre di più nel settore delle assicurazioni auto complici anche gli aumenti di settore.
In tempo di crisi quindi meglio risparmiare e spendere dai 50 ai 250 euro per un tagliando RCA falso. Questa – secondo quanto riporta in questi giorni La Repubblica – è la cifra richiesta dal “mercato nero” per un contrassegno da esporre sul parabrezza della vettura.
Il procedimento, nel dettaglio, è tanto semplice quanto efficace. Alcuni “piazzisti”, molti dei quali di nazionalità italiana, battono palmo a palmo i quartieri popolari del capoluogo – il Giambellino, l’Ortica, la Darsena, ma anche Porta Venezia – per accaparrarsi nuovi clienti: italiani o extracomunitari, senza differenza.
Da consumati procacciatori, propongono porta a porta, di locale in locale, di bar in bar, le “polizze” già preparate da individui senza scrupoli, nella maggioranza dei casi ristampate su documenti originali trafugati dagli uffici delle Compagnie assicurative.
Furti su commissione, che servono a preparare tagliandi falsi, per i quali sono sufficienti un PC, uno scanner e una stampante a colori. La cifra richiesta dai falsari è direttamente proporzionale alla fedeltà del tagliando: più è simile all’originale, più costa.
E il mercato “tira” se è vero che nel 2009, come indicano i dirigenti dell’Ufficio falsi documentali della Polizia locale, nell’ambito territoriale sono stati scoperti ben 600 talloncini contraffatti, che campeggiavano in bella mostra su altrettante auto. Nel 2008, questo fenomeno si era fermato a 240 casi. In un anno i “contrassegni fasulli” sono aumentati di due volte e mezzo.[!BANNER]
Le persone fermate e arrestate negli ultimi mesi sono state otto e sempre grazie alle confessioni da parte degli automobilisti, utilizzatori finali di questa filiera della truffa.
E solo da qualche tempo a tirare le fila di questo mercato nero dell’assicurazione ci sono degli italiani: fino a qualche mese fa questo “giro” veniva gestito da extracomunitari ai quali si affidavano loro connazionali desiderosi di risparmiare qualche centinaio di euro per la polizza.
Il giro d’affari, nella sola Milano, si aggira sul milione di euro. Se immaginiamo quanto può accadere nei Comuni dell’hinterland, ecco che la cifra può facilmente raddoppiare: sia per il “fatturato”, che per il costo necessario ad accaparrarsi un talloncino contraffatto.