Se non fosse stato per quel tragico primo Maggio del 1994, ieri avremmo festeggiato i 50 anni di uno dei campioni più amati dell’automobilismo
Se non fosse stato per quel tragico primo Maggio del 1994, ieri avremmo festeggiato i 50 anni di uno dei campioni più amati dell’automobilismo
Se non fosse stato per quel tragico primo Maggio del 1994, ieri avremmo festeggiato i 50 anni di uno dei campioni più amati dell’automobilismo sportivo: Ayrton Senna. Introverso, riflessivo e carico di personalità, il pilota verdeoro ha lasciato un vuoto incolmabile nelle fila dei suoi sostenitori grazie ad un talento cristallino e alle sue gare indimenticabili.
Al volante di Toleman, Lotus, McLaren e Williams, ha incantato la platea delle corse con sorpassi da brivido e pole position a ripetizione. Sin dal suo esordio, nel 1984, ha stupito tutti, ottenendo un fenomenale secondo posto a Monaco con la Toleman. Da allora trascorse solamente una stagione prima che Senna, nel Gran Premio del Portogallo del 1985 ottenne la sua prima vittoria. La prima di una lunga serie, ben 41 successi in carriera, maturata al volante della Lotus motorizzata Renault. Ma è con la McLaren che Senna è entrato nella leggenda, grazie ai tre titoli mondiali conquistati nel 1988, 1990 e 1991 e alla sua storica rivalità con Alen Prost, il professore, con il quale duellò in maniera accanita per diverse stagioni.[!BANNER]
Proprio dal pilota transalpino Senna ereditò l’abitacolo della Williams nel 1994 per correre la sua ultima stagione. Oggi, a distanza di 16 anni dalla sua morte, Senna vive nella memoria degli appassionati e rappresenta un esempio per le nuove leve dell’automobilismo.