Con un comunicato ufficiale il gruppo torinese conferma che la nuova Fiat Panda tornerà ad essere assemblata in Italia, a Pomigliano d’Arco
Con un comunicato ufficiale il gruppo torinese conferma che la nuova Fiat Panda tornerà ad essere assemblata in Italia, a Pomigliano d’Arco
Torna all’antico la Fiat Panda, la prossima generazione della citycar italiana tornerà a essere assemblata in Italia dopo la parentesi che ha visto l’attuale modello assemblato nella fabbrica di Tychy, in Polonia. Con un comunicato ufficiale la Fiat conferma quindi la decisione di riportare in patria la produzione di uno dei modelli di successo del gruppo. La nuova Panda, che uscirà sul mercato nel secondo semestre del 2011, sarà assemblata nello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco, in Campania.
La decisione si inserisce nel “Piano” che il costruttore torinese ha annunciato lo scorso 22 dicembre a Palazzo Chigi con l’obiettivo di adeguare la struttura produttiva automobilistica in Italia alle esigenze future, come spiegato nel comunicato emesso. Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, in cui attualmente vengono assemblati alcuni modelli del gruppo tra cui l’Alfa Romeo 159, beneficerà quindi di investimenti per circa 700 milioni di euro, necessari per consentire l’installazione di apparecchiature e tecnologie all’avanguardia. [!BANNER]
Da parte sua, il gruppo del Lingotto chiede la massima collaborazione ai lavoratori, ai sindacati e alle stesse istituzioni, ponendo come basi per lo sviluppo del polo produttivo elementi come il “massimo utilizzo degli impianti, flessibilità nei turni e nei giorni lavorativi, mobilità interna, contrasto alle forme anomale di assenteismo”. A questo si aggiungono altri presupposti presentati nel già menzionato incontro del 22 dicembre, per cui Fiat parla di “sostenibilità economica dell’iniziativa; riconoscimento della cassa integrazione per ristrutturazione; rigoroso contenimento dei costi di struttura e del costo del lavoro; flessibilità per rispondere tempestivamente alle esigenze del mercato”.
Dopo le polemiche legate alla chiusura di Termini Imerese e alle critiche circa la tendenza a spostare la produzione di alcuni modelli all’estero, questa decisione di Fiat arriva quanto mai in maniera opportuna per risultare gradita all’opinione pubblica, ai sindacati e sicuramente anche al mondo politico.