Nel 2008 sono aumentate del 34% le aggressioni alle Forze dell’ordine durante i controlli stradali. La causa: alcoltest e narcotest
Nel 2008 sono aumentate del 34% le aggressioni alle Forze dell’ordine durante i controlli stradali. La causa: alcoltest e narcotest
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Non fanno nient’altro che il loro lavoro. Hanno, fra l’altro, l’obiettivo di ridurre il numero di incidenti, attraverso la prevenzione e la repressione: sono i poliziotti della Stradale e i Carabinieri. Eppure, il rapporto con chi guida in Italia non è dei migliori, come dimostra l’aumento delle aggressioni alle divise nel 2008 sull’anno precedente: +34%.
Si tratta di persone violente che dimenticano come Polstrada e Carabinieri contribuiscano al calo dei sinistri stradali (la prima causa di morte per le persone di età compresa tra i 15 e i 35 anni). Sono gli stessi politici italiani e dell’Unione Europea a spingere perché le Forze dell’ordine eseguano controlli rigidi, anche attraverso gli alcoltest, visto che la guida in stato d’ebbrezza è il nemico numero uno della sicurezza.
Tant’è che, di recente, il ministero dei Trasporti ed il ministero degli Interni hanno messo a disposizione degli agenti 3.400 nuovi etilometri. I quali vengono impiegati dalle pattuglie in servizio sulle strade più pericolose d’Italia: Pontina, Flacca, Grande Raccordo Anulare di Roma, via del Mare e via Nettunense nel Lazio; via Emilia, Adriatica e Romea in Emilia-Romagna; Pontebbana in Veneto; Domiziana e Salerno-Reggio Calabria in Campania; Adriatica nelle Marche. Proprio dove, su appena 1.200 km (2% dell’estensione della rete statale e regionale), si registrano l’8% dei morti e il 9% dei feriti.
E i dati dimostrano il grande impegno degli agenti: il numero di alcoltest è passato dai 242.000 del 2006 ai 790.000 del 2007 (+226%), con un totale di conducenti sorpresi a guidare in stato di ubriachezza passato da 36.300 del 2006 a 47.200 (+30%).
Una media da paura
Ma ci sono automobilisti che non digeriscono i controlli della Polizia e dei Carabinieri: per ben 1.167 volte nel 2008, gli agenti sono stati aggrediti da guidatori fermati per un semplice e doveroso controllo. La media è di addirittura tre aggressioni al giorno. È quanto emerge dai dati raccolti dall’Osservatorio “Sbirri Pikkiati” dell’Asaps (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale).
Nel 2007, le aggressioni erano già numerose, ma ferme a quota 868. Invece, il record negativo del 2008 è, secondo l’Asaps, dovuto all’aumento dei controlli alcolemici. Infatti, i test con precursori ed etilometri sono cresciuti del 76%: ci si trova di fronte un guidatore in stato alterato. Magari, condizionato anche da droghe, più o meno pesanti. Senza considerare che, spesso, la violenza è aggravata dall’uso di armi.
I numeri dicono che un episodio su due è riconducibile all’abuso di sostanze stupefacenti o alcoliche (672 aggressioni su 1.167), il 57,6% dei casi. E il 21,1% degli attacchi (246) è stato sferrato mediante l’uso di un’arma propria o impropria: si va da una bottiglia fino allo stesso veicolo lanciato contro un agente, mentre nel 2007 la percentuale era pari al 19,5%.
Anche fra le donne
Ma chi è, in genere, l’aggressore? Quasi sempre, un uomo (anche se non mancano mamme un po’ troppo su di giri). Spesso, cioè per 460 eventi (39,4% dei casi), il protagonista della violenza è uno straniero residente in Italia e, in quel momento, pesantemente ubriaco.
I più colpiti sono i Carabinieri (603 episodi, pari al 51,7%), che fanno turni sulle strade spesso notturni; a ruota, seguono gli agenti della Polizia di Stato (391 aggressioni, corrispondenti al 33,5%). Però ci sono anche Forze di Polizia Locale (gli ex Vigili: 184 eventi, per il 15,8% del totale). Senza trascurare le divise che in generale non effettuano controllo del territorio: dai Pubblici Ufficiali o agli Incaricati di Pubblico servizio, fino ai conducenti di autobus (o ferrovieri), guardie private e sanitari (74 casi, ossia all’6,3% delle violenze).
Al Nord il triste primato
La maggior parte degli episodi avviene al Nord, con 601 eventi (51,5%). È presumibile che qualche straniero non molto integrato, proprio nel Settentrione, alzi troppo il gomito di sera e poi, di fronte a un controllo delle Forze dell’ordine, dia in escandescenza. Secondo il numero uno dell’Asaps, Giordano Biserni, la violenza registrata al Nord è legata al maggior abuso di alcol, con i controlli della circolazione stradale che sono più intensi e severi: lo dimostrano le rilevazioni per il prelievo dei punti dalla patente.
Invece nel Mezzogiorno e nel Centro si contano rispettivamente 280 (24%) e 286 episodi (24,5%).
La paura della multa
Il compito delle Forze dell’ordine è davvero arduo, specie quando si ferma una persona ubriaca. Si pensi che, spesso, chi raggiunge un tasso di mezzo grammo per litro di sangue ha i freni inibitori allentati. Oltre gli 0,8 grammi di alcol, si può perdere l’autocontrollo; e oltre il grammo e mezzo, si può anche perdere la testa e commettere gravi imprudenze d’ogni genere.
È possibile che sia la stessa sanzione per chi guida in stato d’ebbrezza (seppure commisurata alla violazione) a far paura: magari una persona ubriaca reagisce in maniera stupida, diventando violenta. Per esempio, chi viene “pizzicato” con tasso superiore a 1,5 grammi di alcol per litro di sangue, subisce una multa di 1.500 euro.
In più scatta arresto da tre mesi a un anno, la sospensione della patente da uno a due anni. Oltretutto, la patente è revocata in caso di recidiva nel biennio. E scatta anche la confisca del veicolo con il quale è stato commesso il reato: la vettura non viene più restituita, salvo che l’auto appartenga ad altri.