Il ministro Brunetta annuncia una stretta sulle auto blu con l’obiettivo di contenerne il numero, (forse) un pò troppo elevato
Il ministro Brunetta annuncia una stretta sulle auto blu con l’obiettivo di contenerne il numero, (forse) un pò troppo elevato
Le auto blu continuano ad essere al centro del dibattito politico. Dopo la proposta di dare una specie di immunità agli autisti di queste vetture, poi scartata e non inserita nel nuovo Codice della Strada, le vetture al servizio di politici e dirigenti pubblici tornano a far parlare per l’iniziativa del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che ha firmato una direttiva per avviare un censimento di queste vetture.
Si potrebbe ironizzare dicendo che in Italia ce ne sono talmente tante che non si sa nemmeno il numero esatto. E in fondo pare proprio essere così. Da qui l’esigenza di fare chiarezza e stimare con precisione la portata dell’intero parco auto finanziato con i soldi dei cittadini, un aspetto che ha portato Brunetta a propendere per una razionalizzazione delle spese in modo da ridurre l’impatto di queste vetture sui bilanci della amministrazioni pubbliche. La direttiva firmata dal Ministro non è volta però esclusivamente al mero conteggio delle vetture, essa prevede infatti di chiarire meglio “i principi e i criteri cui attenersi nell’utilizzo e nella gestione del proprio parco auto”. Si punta quindi ad ottimizzarne l’impiego e non tanto ad applicare dei tagli generalizzati che non sempre si potrebbero dimostrare efficaci, almeno a detta del Governo. [!BANNER]
Il fenomeno auto blu è comunque un vero e proprio problema sociale che pesa sulle finanze pubbliche. Secondo delle stime fornite dal quotidiano La Repubblica, in Italia le vetture in dotazione alla Pubblica Amministrazione sarebbero più di 600.000, un numero che nel 2009 è aumentato del 3,1% passando da 607.918 a 626.760 unità. Un incremento vertiginoso anche rispetto a tre anni fa, quando i mezzi in questione erano “solamente” 574.000.
Queste cifre risultano ancora più clamorose se confrontate con i corrispondenti parchi auto di altri paesi ben più ricchi ed efficienti dell’Italia. Il Belpaese supera perfino Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania, dove le auto blu si fermano, rispettivamente, ad appena 72.000, 61.000, 55.000 e 54.000 mila. Numeri che dovrebbero far gridare allo scandalo in un paese civile, ma che purtroppo, in questa Italia degli sprechi, passano del tutto in secondo piano.