Una Classe G molto più spartana per affrontare il fuoristrada più duro e per supportare impieghi gravosi nel’utilizzo professionale
Una Classe G molto più spartana per affrontare il fuoristrada più duro e per supportare impieghi gravosi nel’utilizzo professionale
1908: un console in carica in Sud Africa chiede alla Mercedes di realizzare un veicolo 4×4 per muoversi nei tortuosi tracciati del paese all’estremità meridionale del Continente nero. È il primo mezzo a trazione integrale della Stella al quale seguiranno altri esemplari “speciali”. Per il debutto di una off road di serie con il marchio di Stoccarda, però, si devono attendere oltre 70 anni, quando nel 1979 viene presentata sul circuito francese del Paul Ricard la Classe G. Una lettera che identifica immediatamente la destinazione del modello: Geländewagen, ovvero veicolo fuoristrada.
La vettura piace subito e diventa presto irremovibile nella gamma Mercedes, tanto che nel 2006 il previsto pensionamento in concomitanza con il debutto della GL è fermato dalla rivolta di appassionati e dipendenti del marchio. Un atteggiamento giustificato dalla validità del mezzo e, soprattutto, dalla sua storia segnata, tra l’altro, dalla vittoria nella Parigi-Dakar del 1983 con Jacky Ickx e Claude Brasseur e dagli innumerevoli premi ricevuti, quali i sette titoli di “Fuoristrada dell’anno” della testata “Off Road” e i 14 successi di “Migliore fuoristrada del mondo” conferiti dai lettori di “Auto Motor und Sport”.
Trent’anni di storia dove la Classe G è rimasta uguale a se stessa, almeno in apparenza. In realtà, la 4×4 tedesca ha seguito lo sviluppo tecnologico arricchendosi, anno dopo anno, di cambio automatico, ESP, controllo trazione e stabilità e molto altro. Di pari passo è cresciuto il benessere di bordo con il debutto di accessori dediti al comfort e di dispositivi di lusso, quali gli inserti in legno pregiato. Un processo di “suvizzazione” che dopo tre decadi e oltre 200.000 unità vendute subisce una decisa inversione di tendenza con il debutto della Classe G Professional.
Una denominazione che chiarisce subito gli intenti della nuova gamma: assicurare la massima mobilità a chi opera quotidianamente sui terreni difficili. E allora via i balzelli di prestigio, pesanti e poco utili nell’off road, e spazio alle soluzioni che aiutano nel fuoristrada duro e puro, alcune delle quali frutto dell’esperienza maturata nei reparti d’armata. Tre sono le varianti previste per la serie Professional: Station Wagon, Van e Cabinato, accomunate da una produzione che mescola alta tecnologia con una cura dei dettagli che rimane per lo più artigianale per garantire a chi lavora, ma anche agli amanti dell’avventura, affidabilità e prestazioni offroad ai massimi livelli. Caratteristiche che abbiamo avuto la possibilità di provare alla guida di una versione Wagon a quattro posti sulla pista di Vairano di Vidigulfo.
Salendo a bordo si rimane subito colpiti dall’abitacolo spartano, in particolare se si considera che si tratta di una Mercedes. In verità, l’impressione è che i materiali utilizzati siano di buona qualità, ma concedono poco all’estetica e al superfluo come dimostrano gli alzacristalli manuali e l’assenza di qualsiasi schermo digitale. La plancia è razionale e improntata alla massima praticità, la consolle è dominata dalla leva del cambio automatico a 5 velocità e dai pulsanti per inserire le ridotte e bloccare singolarmente al 100% i tre differenziali, anteriore, centrale e posteriore. I comandi sono pochi, di grandi dimensioni e facilmente individuabili e raggiungibili. La strumentazione è essenziale e di immediata lettura.
Essenziali sono pure i sedili che, malgrado il rivestimento in pelle, sono privi di sagomatura per il contenimento laterale. In compenso, la seduta risulta comoda e naturale e offre una buona visibilità in tutte le direzioni, con qualche limite per quella posteriore. A rendere più facile eventuali manovre è comunque il taglio verticale della parte posteriore che, di fatto, consente di percepire sempre gli ingombri.
Un breve tratto su asfalto ci ricorda che siamo su un fuoristrada puro che non concede troppo all’aerodinamica come avvertono i frusci della carrozzeria. In compenso, le prestazioni (la velocità massima è di 160 km/h) sono in linea con le reali esigenze di utilizzo della G e più che adeguate per effettuare lunghi trasferimenti. Sostenibile, considerata la scarsa aerodinamica, i rapporti corti e la massa della Classe G (2,5 tonnellate), il consumo di 11,7 l/100 km che non dovrebbe incidere troppo sull’autonomia grazie al serbatoio da 96 litri. Durante il “trasferimento” passiamo sul “percorso comfort” dell’impianto pavese in cui si è svolta la prova e che prevede un susseguirsi di cunette, avvallamenti e sconnessioni. La Classe G Professional si comporta egregiamente assorbendo efficacemente le asperità del terreno e mantenendo un assetto neutro.
Siamo nell’area off road, una struttura di 53.000 mq che a fine settembre dovrebbe essere completata con gli ostacoli più impegnativi, ma che offre già un’ampia gamma di “esercizi” tecnici di rilievo. Inseriamo le ridotte premendo il tasto “Low” e i differenziali posteriore e centrale azionando i pulsanti sulla consolle centrale. Iniziamo con un percorso… minato: terreno sterrato e poco compatto con una serie di buche, cunette e solchi con profondità e lunghezze variabili che mettono a dura prova la trazione. La Professional non sembra preoccuparsene troppo, merito della lunga estensione delle sospensioni indipendenti sulla quattro ruote che assicurano sempre il contatto con il terreno, situazione impossibile con le tradizionali balestre usate in passato da molti 4×4 specifici. E se una ruota comincia a “slittare”, nessun problema. Il sistema di gestione della trazione integrale permanente distribuisce la forza motrice sulle ruote con maggiore aderenza consentendo di proseguire senza affanni. Unica precauzione da prendere è dosare con leggerezza il pedale del gas per evitare di “scavare” con la ruota priva di trazione. Non dobbiamo neanche preoccuparci di gestire la frizione: il cambio è un automatico a 5 velocità.[!BANNER]
Il tracciato è utile anche a prendere le misure. Malgrado la lunghezza totale di 4,64 metri e il passo di 2,85 metri il rischio di rimanere “incastrati” è quasi nullo grazie ai numeri da off road puro: altezza da terra di 21,3 cm, angolo d’attacco di 36° e angolo d’uscita di 31°. Poche le preoccupazione in caso di impatto. La Professional provata ha protezione sui gruppi ottici e griglia anteriore e sottoscocca rinforzato. A conferire maggiore certezza nei passaggi è pure la consapevolezza di avere a disposizione un telaio a longheroni in acciaio ad alta resistenza separato dalla scocca che ne incrementa la rigidità strutturale. Non solo. Realizzato con materiali e verniciature speciali, assicura la necessaria protezione contro acqua, neve, sale antigelo, terriccio o sabbia del deserto.
Usciti dal “campo minato” siamo pronti per affrontare una salita. La pendenza non è eccessiva (60%), ma utile per provare l’hill holder, il dispositivo che agevola le ripartente in salita. Ci fermiamo a metà dell’ascesa, rilasciamo il pedale del freno e abbiamo 4 secondi di tempo per dosare l’acceleratore per ripartire: davvero facile anche troppo. Un breve tratto di trasferimento in discesa che non suscita emozioni e siamo pronti per affrontare la prova di pendenza laterale. Procediamo con lentezza accentuando progressivamente l’inclinazione della G fino ad arrivare al massimo consentito dall’impianto (45%). A parte l’istinto di controbilanciare con il corpo, la sensazione è di affrontare l’ostacolo con assoluta disinvoltura: la Professional, progettata per resistere a un’inclinazione laterale del 54%, non sembra dare segni di cedimento, favorita anche del fondo regolare e asciutto che non fornisce troppe difficoltà.
È il momento di affrontare in successione diverse rampe in sterrato in salita e discesa. Le maggiori difficoltà sono rappresentate da un tratto con fondo “morbido” e da una discesa ripida (80%). Per la prima è sufficiente partire in seconda con una certa decisione e tenere costante la pressione sull’acceleratore per evitare di “affondare” in prossimità del dosso. Uno stile di guida, ci spiegano, simile a quello da tenere sulle dune del deserto per evitare di insabbiarsi. Per il secondo è sufficiente una buona dose di coraggio per buttarsi nel “vuoto”.
Superiamo altri ostacoli di minore difficoltà e siamo alla prova del guado. Con una profondità di poco superiore ai 30 cm e un fondo regolare e duro, il passaggio offre più spazio alla scenografia che all’impegno di guida: la Classe G è concepita per immergersi fino a 60 cm, prevede una pompa di drenaggio dell’acqua dall’abitacolo, consolle centrale con i comandi off road a tenuta stagna e lo snorkel.
L’ultima emozione è conferita dal “dossone”, una struttura in cemento con una rampa all’80% ed un’altra al 100% (45°). La prima l’affrontiamo in salita raggiungendo il valore massimo di pendenza superabile dichiarato da Mercedes. In realtà, la sensazione è che la Professional possa osare di più, in particolare su ostacoli, come quello affrontato, con superficie dura. A stupire piuttosto è la discesa. Oltre all’effetto strapiombo, a stupirci è l’efficacia dell’impianto frenante, con dischi all’anteriore e tamburi al posteriore, ABS, BAS e distributore elettronico forza frenante (EBD/EBV), che ci ha permesso di fermaci in piena “caduta”.
L’impressione finale è che la Mercedes G Professional è facile da guidare anche per i meno esperti e che per valutare i reali limiti della vettura sono necessari ostacoli con difficoltà molto superiori a quelli affrontati. Positiva la valutazione sul motore, il 300 CDI Euro 5. Più che la potenza (135 kW/184 CV), il V6 da 3 litri colpisce per la fluidità di erogazione e per l’elevato valore di coppia, 400 Nm disponibile tra 1.600 e 2.600 giri/minuto. Ottima, come descritto, la trazione in tutte le condizioni, merito anche dell’efficienza degli pneumatici all terrain 225/75 R16.
Il listino IVA inclusa della Station Wagon parte da 68.430 euro (60.900 la Van, 60.060 la Chassis), un prezzo in assoluto elevato, ma accessibile considerati i contenuti della G. La possibilità di omologare la Professional come autocarro a 4 posti (N1), rende più interessante l’acquisto grazie all’opportunità di dedurlo fiscalmente al 100%.
Ricordiamo che la dotazione è essenziale, ma comunque comprensiva di airbag anteriori, climatizzatore manuale, snorkel per il filtro dell’aria, chiusura centralizzata, piano di carico rinforzato, prese di corrente a 12 e 24V, due alternatori e tre batterie da 60Ah /400A. Tra i dispositivi a richiesta disponibili citiamo cofano motore rinforzato calpestabile, paraurti anteriore rinforzato con perno traino e portatarga ripiegabile, riscaldatore ausiliario, equipaggiamento per funzionamento a temperature estremamente basse (fino a -35°c) e kit attrezzi esteso (set chiavi inglesi ampliato, martello, unità controllo pressione).