La holding cinese annuncia che acquisirà il 51% delle quote Lotus dall’attuale proprietà Proton. Obiettivo: svilupparne le potenzialità a livello mondiale.
I grandi Gruppi cinesi continuano a “fare la spesa” nel mercato automotive internazionale. L’ultimo esempio (in ordine di tempo) porta la firma di Geely, holding di primo piano fra i “nuovi” Costruttori dell’estremo oriente salita alle cronache di tutto il mondo nel 2010 in seguito al clamoroso piano di acquisizione delle quote capitale di Volvo.
In queste ore, la stessa Geely – società che fa capo a Geely Automobile Holdings – annuncia un programma destinato a rivoluzionare gli assetti del mercato auto: l’intenzione di rilevare il 51% delle quote Lotus dalla malese Proton, che dal 1996 detiene la proprietà dello storico marchio di Hethel.
La scalata di Geely a Proton non si esaurisce qui: si prevede anche l’acquisizione del 49,9% delle azioni Proton dalla holding DRB-HiCom (attualmente di proprietà del magnate malese Syed Mokhtar Al-Bukhary), fondata nel 1983 dall’allora premier Mahathir Mohamad con l’obiettivo di guidare un ambizioso progetto di industrializzazione della Malesia post – indipendenza.
Non si conosce con esattezza l’ammontare della transazione da DRB-HiCom Geely verso Proton (ultimo atto di un programma, avviato nel 2016 dal Governo malese, che apriva a Gruppi stranieri la possibilità di entrare nelle quote Proton: al progetto avevano preso parte quindici Case costruttrici, ridottesi a tre nell’ultima fase: PSA, renault e Suzuki). Meno “misteriosa” è, al contrario, l’acquisizione del 51% delle azioni Lotus, per la quale diverse fonti Web indicano una somma nell’ordine di 130 milioni di dollari.
Il progetto Geely nei confronti di Lotus e Proton è rivolto a un dichiarato rilancio di entrambi i marchi. Lo specifica una nota diffusa dalla stessa società cinese: “L’accordo pone le basi per un più ampio progetto di sinergia in aree strategiche, quali sviluppo di nuove tecnologie, produzione e incidenza sul mercato, sia per Geely che per Proton e Lotus”.
Dal canto suo, secondo alcuni lanci di agenzia Bloomberg e Reuters, il viceministro malese delle Finanze, Johari Abdul Ghani, durante una conferenza stampa, ha tenuto a sottolineare la prosecuzione dell’appartenenza nazionale del marchio: “Proton rimarrà una realtà malese: lo conferma il 50,1% di quote capitale che manterrà”.
È chiaro che Lotus potrebbe definire, per la proprietà di Geely (guidata da Li Shufu), un nuovo obiettivo, determinato da un più ampio ventaglio di prodotti. Nello specifico, il ruolo di Lotus sotto l’ala Geely ne farebbe il brand luxury, “Un po’ come avviene per Porsche con Volkswagen e Lexus con Toyota”, secondo la dichiarazione del consulente automotive freee-lance Tian Yongqiu riportata dall’edizione online di Automotive News.
In effetti, nel comunicato Geely il direttore esecutivo Daniel Donghui Li indica che “L’intenzione è di dare vita al grande potenziale che Lotus Cars può esprimere”: ciò lascia intendere che la holding cinese farebbe tesoro dell’expertise Lotus relativamente allo sviluppo delle tecnologie automotive, soprattutto riguardo alle tecniche di progettazione e costruzione telai e all’attenzione verso le semprepiù stringenti normative internazionali in materia di emissioni.