Una sentenza della corte di Cassazione lascia le forze dell’ordine libere di sistemare l’autovelox senza alcun limite di collocazione
Una sentenza della corte di Cassazione lascia le forze dell’ordine libere di sistemare l’autovelox senza alcun limite di collocazione
Le sentenze della Cassazione sulla gestione degli autovelox sembra non abbiano mai fine. L’ultima puntata riguarda l’annullamento di una sentenza del Tribunale di Locri, che a sua volta aveva annullato una multa per eccesso di velocità rilevata in Calabria. In altre parole, la contravvenzione è valida.
Ecco la motivazione: “L’inserimento del tratto stradale in un decreto prefettizio è condizione di legittimità dell’utilizzo delle sole apparecchiature di verifica a distanza delle infrazioni, non anche di quelle ‘direttamente gestite’ – come in questo caso – dagli organi di polizia”.
La suprema corte in sostanza ha liberalizzato l’uso dei laser per rilevare la velocità delle auto da parte delle forze dell’ordine, purché lo gestiscano loro stessi direttamente. Per questo motivo, l’apparecchio può essere messo in qualunque punto di qualsiasi strada, prescindendo dunque dalle aree in precedenza individuate dai decreti del prefetto.
Inoltre, viene ribadito che la contestazione dell’infrazione può non essere contestuale al momento in cui si rileva l’infrazione, come ormai sanno molti automobilisti italiani che si vedono recapitare a casa una raccomandata con la contravvenzione, senza magari ricordarsi il luogo e il momento in cui è stata presa.[!BANNER]
Con questa decisione la Cassazione torna anche sul tema dell’omologazione delle apparecchiature destinate all’accertamento delle infrazioni stradali: in prima istanza, il tribunale di Locri aveva ritenuto che non fosse stata rispettata la legge, dato che l’apparecchio utilizzato dalla pattuglia della polizia non risultava omologato singolarmente. La suprema corte, invece, ha precisato che “l’omologazione si riferisce al tipo di apparecchiatura e non a ciascun esemplare di essa.