Progressiva riduzione dei gas ad effetto serra: è l’obiettivo dei vertici amministrativi della capitale francese. In vista anche progetto di incentivo della mobilità pubblica.
Parigi come Oslo: all’orizzonte, anche la “Ville Lumière” potrebbe vietare la circolazione alle autovetture benzina e diesel. Dal maxi-programma di rinnovato impegno per la Francia nei confronti del clima riaffermati al vertice della Cop21, in queste ore un nuovo provvedimento, formalmente “anti-CO2”, si affaccia sul futuro della viabilità per la capitale francese.
La notizia, che ad una prima occhiata può avere del clamoroso (ma che, ad un’analisi più attenta, potrebbe rivelarsi tutto sommato in linea con altrettanti provvedimenti eco friendly già annunciati dalle amministrazioni di alcune delle principali città), è stata “battuta” nelle scorse ore dalle agenzie di stampa internazionali. Nel dettaglio, le autorità comunali di Parigi avrebbero, ieri, presentato una bozza di programma rivolta ad una concreta escalation di strategie da intraprendere per arrivare, entro un determinato lasso di tempo, ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra nel tessuto urbano della metropoli.
A questo proposito, Christophe Najdovski, il responsabile Trasporti nell’amministrazione guidata dalla sindaca Anne Hidalgo ha implicitamente rivelato ai microfoni di France Info Radio (l’informazione è stata pubblicata in un “lancio” Reuters), durante un proprio intervento, come la questione relativa all’inquinamento sia tenuta in grande considerazione dal primo cittadino di Parigi: “Questo progetto fa parte di un piano a lungo termine rivolto alla riduzione dei gas serra, rispetto ai quali i mezzi di trasporto rappresentano fra i principali produttori. Nasce da qui la nostra pianificazione che prevede un progressivo allontanameto dai veicoli a combustione interna, o in ogni caso alimentati da fonti fossili, al 2030”.
Con un sottile gioco di parole, il municipio di Parigi – che già recentemente aveva istituito zone vietate alle autovetture, giornate senza auto e sanzioni per gli automobilisti che intendano entrare in città al volante di vetture con più di vent’anni di età – avrebbe evitato il termine “divieto” (lo abbiamo usato noi per maggiore sintesi), preferendo indicare una più morbida “deadline” entro la quale mettere al bando le autovetture a combustione interna.
Occorre, qui, operare una distinzione tra l’effettivo “divieto” di circolazione di autovetture benzina e diesel dal 2030 e lo sviluppo dei veicoli privati. Prima di avvertire il clamore di un panorama urbano nel quale dovessero circolare esclusivamente auto elettriche o ibride, i rappresentanti amministrativi di Parigi tendono a sottolineare che il provvedimento (per il quale al momento non c’è alcunché di definitivo: un progetto metropolitano sul clima sarà discusso dall’assemblea comunale della “Ville Lumière” il 20 novembre) tende maggiormente ad un concreto sviluppo della mobilità intermodale e pubblica, a discapito della caotica circolazione con veicoli privati nelle aree urbane. Del resto, la capitale francese, che nel 2024 ospiterà i Giochi olimpici, disporrà entro quella data il divieto di circolazione delle auto a gasolio.
La stessa sindaca Anne Hidalgo sottolinea come, su un monte-autovetture di 32 milioni di unità attualmente circolanti nell’intera Francia (66 milioni di abitanti), il 60% circa dei parigini non possiede un’autovettura di proprietà, per spostarsi usa i mezzi pubblici e strumenti di condivisione dell’autoveicolo (car sharing).
Al di qua delle Alpi, una questione simile è stata affrontata, nelle scorse ore, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: intervenuto ad un convegno sull’auto promosso da FIMO e CGIL, ha osservato come il governo italiano, più che puntare a nuove forme di incentivo per la mobilità elettrica privata, preferisca favorire “Altri tipi di mobilità, cioè pubblica – treni pendolari, bus – e studiare investimenti sul programma nazionale delle infrastrutture per la ricarica”.