Poche settimane prima del 45° anniversario, Ford ricorda la nascita di un oggetto di culto. La Mustang: icona delle Muscle Car anni Sessanta
Poche settimane prima del 45° anniversario, Ford ricorda la nascita di un oggetto di culto. La Mustang: icona delle Muscle Car anni Sessanta
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Il 1964 fu un anno speciale per gli americani: la benzina costava 30 centesimi a gallone, i Beatles erano in cima a tutte le classifiche nella patria di Elvis, e nei cinema veniva proiettato il film “Dalla Russia con Amore” con un giovane Sean Connery nei panni dell’inossidabile agente 007.
La società statunitense era improvvisamente diventata folle per lo stile europeo, dalla musica ai film, dalle automobili ai beni di lusso: il team di sviluppo della Ford Mustang non fece eccezione, creando una vettura dal muso aggressivo e innovativo, con un cofano lungo e sagomato unito alla linea di cintura bassa e filante. Il risultato doveva essere un’automobile ispirata alle supercar nostrane, pur mantenendo una stretta identità americana con linee squadrate e grossi motori ad aste e bilancieri.
La Mustang Mania cominciò mesi prima del lancio, quando il team di sviluppo mostrò in gran segreto un primo prototipo, dentro un garage, ad alcuni dipendenti Ford: Don Frey, il product planning manager di allora, ancora oggi ricorda come i suoi colleghi tornassero soltanto per vederla, affollando continuamente quel garage dove stava mettendo a punto gli ultimi dettagli.
Il 17 Aprile 1964, al Flushing Meadows Park di New York, la Ford Mustang fu finalmente svelata al pubblico, e il successo arrivò con tutta la prorompenza di quegli anni: la fabbrica aveva previsto 100 mila unità vendute in un anno, ma soltanto nel primo mese ne furono ordinate 22 mila.
Tra gli aneddoti più divertenti c’è quello di un venditore di Garland, nel Texas, che si trovò 15 acquirenti giocare al rialzo per l’ultima Mustang rimasta nel suo salone: il vincitore dell’improvvisata asta, per paura di vedersi soffiare l’auto mentre attendeva l’approvazione dell’assegno, passò la notte sui sedili della vettura acquistata, per portarsela via la mattina successiva.
La stessa rarità ne alimentò il mito, al punto che nel Natale di quell’anno 93 mila riproduzioni a pedali finirono sotto l’albero, mentre gli ordinativi delle versioni coupé e cabriolet continuavano a ritmi forsennati: dodici mesi dopo il lancio, Ford dichiarò ben 413 mila unità vendute.
Il vero punto di svolta arrivò con l’iniezione di cavalli operata da Carrol Shelby sul V8 “hi-po” che equipaggiava le versioni più performanti, dando alla luce la mitica GT350, seguita a breve dalla GT500 (la Eleanor dei giorni nostri) che grazie alla motorizzazione 428 Cobra Jet divenne il simbolo delle Muscle Car, nell’estrema sintesi di trazione posteriore, cubature da capogiro e una coppia che sembrava non finire mai.
Per dieci anni la Mustang fu un best seller, grazie ai continui affinamenti e alle molteplici possibilità di personalizzazione: la carrozzeria era disponibile in tre versioni (cabriolet, hard top e coupé) mentre le combinazioni tra motore e cambio offrivano 11 varianti diverse.
La Ford Mustang poteva essere una tranquilla cabriolet con circa 250 cavalli, una potente coupé da 430 cavalli o una lussuosa berlina a due porte, grazie all’allestimento Grande. Il tutto a partire da 2.300 dollari, un prezzo più che onesto per un mito di tale portata.
Ford non nasconde una certa nostalgia nel ricordare quanto in passato sapeva capire, perfino “guidare”, il mercato delle quattro ruote, nelle vesti di inattaccabile leader. E mai come oggi, con il rinnovamento della rivale Chevrolet Camaro, questa nostalgia sembra diventare triste malinconia, nella speranza che le celebrazioni di Birmingham (Alabama) fissate per il 17 Aprile prossimo possano allontanare soltanto per un po’ gli spettri che incombono sulle Mustang di ieri e di oggi.