Domani l’incontro Fiat-sindacati. In ballo c’è il futuro di Mirafiori, dove si potrebbe produrre un nuovo crossover e modelli Chrysler
Domani l’incontro Fiat-sindacati. In ballo c’è il futuro di Mirafiori, dove si potrebbe produrre un nuovo crossover e modelli Chrysler
L’appuntamento è per domani mattina nella sede dell’Unione industriali di Torino. Partirà da qui il confronto tra la Fiat e i sindacati per risolvere la questione dello stabilimento di Mirafiori, magari ricalcando quanto avvenuto nei mesi passati a Pomigliano d’Arco dove lo stabilimento è in fase di ammodernamento in vista dell’inizio della produzione della nuova Panda, che potrebbe iniziare a luglio.
Nel faccia a faccia con le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl ci sarà Paolo Rebaudengo (responsabile delle relazioni industriali), che ha alle spalle una lunga esperienza di trattative di questo tipo e che dovrà spiegare alle controparti la strategia aziendale per lo storico impianto torinese, relativa sia ai modelli prodotti sia agli schemi occupazionali che interessano circa 5.500 dipendenti.
Per quanto riguarda il primo punto, indiscrezioni vogliono che all’ombra della Mole si punti ad assemblare annualmente circa 300.000 crossover di classe media, da commercializzare poi in tutto il mondo. E’ poi ventilata l’idea di realizzare a Torino alcuni modelli Chrysler, come detto dallo stesso Marchionne a ottobre.
La cosa positiva è che queste produzioni assorbirebbero tutto il personale attualmente in organico, al quale – addirittura – ne potrebbe essere aggiunto altro. L’idea di non produrre un solo modello piace molto soprattutto ai sindacati, sempre nell’ottica del mantenimento del livello occupazionale attuale.[!BANNER]
Da qui parte poi il secondo punto scottante: l’organizzazione del lavoro che potrebbe essere rivoluzionata con dei nuovi turni di lavoro strutturati su 10 ore giornaliere per 4 giorni la settimana, alternativa ai 18 turni settimanali di sette ore e mezzo ciascuno. Certo è che entrambe le parti (e Fiat in primis) vorrebbero evitare le lungaggini delle trattative avute per Pomigliano anche se sembra scontato un referendum per interpellare i lavoratori.
Saranno poi affrontati temi “secondari” che riguardano le piattaforme da realizzare a Torino rispetto a quella da fare a Detroit e la possibile produzione di un motore, attualmente assente dalle catene di montaggio del Lingotto.