FCA: presentato il piano industriale 2018-2022

Francesco Giorgi
01 Giugno 2018
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Sempre più rivolta a precisi segmenti di riferimento, FCA abbandona il comparto “generalista” per lungo tempo detenuto da Fiat. Investimenti per 45 miliardi di euro, 9 dei quali destinati all’elettrificazione.

Maggiore concentrazione su Alfa Romeo e Maserati, per costruirne una maggiore competitività a livello globale; così come su Jeep (è noto, e qui viene confermato, il ruolo sempre più centrale del marchio-simbolo per l’offroad made in USA nelle strategie dell’”asse Torino-Detroit”) e Ram, individuato quale “brand” fuoristrada sportivo per il Gruppo. Nel dettaglio, si indica l’abbandono delle unità a gasolio Jeep in Europa dal 2022, un profondo upgrade della gamma (il pick-up da allestire su Wrangler, le nuove serie di Cherokee e Grand Cherokee, il “lancio” di edizioni aggiornate per Wagoneer e Grand Wagoneer), anche dal punto di vista hi-tech ed eco friendly: nuovi sistemi di guida autonoma Livello 2 e 3 a partire dal 2021, una variante a propulsione ibrida plug-in per tutti i modelli della lineup Jeep entro il 2022, e – più a lungo termine – lo sviluppo di quattro declinazioni ad alimentazione 100% elettrica.

Non solo: spostando l’obiettivo su Ram, marchio nell’orbita FCA specializzato nella produzione di veicoli heavy duty, si parla di un monte-vendite nell’ordine di un milione di unità entro il 2022 (le indicazioni relative al 2018 si attestano su 770.000 esemplari) e la messa in cantiere, anche qui, di quattro modelli tutti nuovi. Relativamente al posizionamento di Maserati, l’obiettivo è altrettanto chiaro, e lo indicano alcune cifre essenziali: si intende raggiungere il traguardo di 100.000 esemplari venduti nel 2022 (praticamente il doppio in rapporto ai risultati 2017) ed un margine operativo del 15%. E attenzione: a dare man forte ad un concreto “new deal” per il Tridente, si annunciano l’arrivo di “Alfieri”, che sostituirà la fortunata GranTurismo e verrà declinata anche su varianti ad alimentazione 100% elettrica e ibrida plug-in. Last but not least, Alfa Romeo: per arrivare alla vendita di 400.000 unità nel 2022 (ed un margine operativo del 10%), si indicano nuovi modelli, ciascuno dei quali potrà contare su una relativa variante elettrica.

Ecco, in sintesi, il piano industriale FCA-Fiat Chrysler Automobiles presentato oggi dal numero uno del Gruppo Sergio Marchionne: una dichiarazione di intenti tanto attesa quanto cruciale nello scacchiere del comparto automotive mondiale, che in tempi recenti – oltre ai colossi VAG e Toyota Group – si è arricchito, fra gli altri, con l’acquisizione di Opel-Vauxhall da parte di PSA Groupe, che nutre fondate ambizioni internazionali anche sulla base di profondi piani di sviluppo tecnologico, di servizi connessi al veicolo e di propulsioni elettrificate; e con la presenza della “big alliance” Renault-Nissan-Mitsubishi. Senza contare le presenze “granitiche” di Daimler-Benz e Ford.

In questo assetto, e con le importanti carte in mano formate da “brand” di primo piano nelle rispettive “nicchie” di mercato, per FCA l’imperativo è finalizzato, soprattutto, all’individuazione ed al consolidamento di una posizione di alto livello nel comparto “premium”, mettendo quindi in (relativo) secondo piano il settore più “generalista” che per decenni ha rappresentato la colonna portante dell’immagine Fiat nel mondo.

Il “giorno X” delle strategie FCA da qui al 2022 è avvenuto: simbolicamente, per l’illustrazione del nuovo piano industriale è stato scelto il complesso di Balocco, centro strategico di primo piano nello sviluppo tecnico Alfa Romeo, creato negli anni 60 nelle campagne del Vercellese e, come tre anni fa in cui il Museo storico di Arese venne individuato quale palcoscenico per la presentazione di Alfa Romeo Giulia, oggi costituisce il “ponte” sul futuro per il Gruppo. Del resto, a Balocco si tenne, quattordici anni fa, il primo piano industriale di Fiat sotto la guida Marchionne. Il quale ha mantenuto la recente promessa di presentarsi in cravatta (ma sotto l’immancabile maglioncino blu) qualora l’azienda fosse avviata all’azzeramento del debito. Detto fatto: Entro fine giugno, FCA “Porterà a zero l’indebitamento industriale netto”, annuncia il manager italo-canadese, a conferma di uno dei principali obiettivi Fiat-Chrysler Automobiles degli ultimi anni.

Sul taccuino delle priorità illustrato da Sergio Marchionne – e che verrà trasferito al suo successore fra un anno – ci sono, dati alla mano, investimenti per 45 miliardi di euro complessivi, che verranno “spalmati” nel periodo 2018-2022 (di questi, 9 miliardi verranno destinati allo sviluppo dell’elettrificazione). Il 75% del monte-investimenti riguarderà i marchi globali.

Riguardo a Fiat, il ruolo del “brand” principale in Europa dovrà essere sottoposto ad una ridefinizione, che vada abbandonando progressivamente i mercati “di massa” (settore nel quale Fiat è, da sempre, in primo piano) per concentrarsi su ben definite “nicchie”. Sparita la longeva Fiat Punto, per la quale entro la metà di agosto ci si attende lo stop alla produzione, il marchio si concentrerà in special modo su 500 e Panda. Di Fiat 500 viene anticipata una variante elettrica: “Nel mondo ci sono due milioni di Fiat 500, la maggior parte delle quali si muove in ambito urbano: questa è una chiave utile a suggerirci lo sviluppo di una versione a batteria”, indica Marchionne. La futura 500 elettrica, che potrebbe portare in dote una nuova connotazione estetica (e finalizzata, appunto, ad un impiego prevalentemente “cittadino”), e si affiancherà ad una versione equipaggiata a motore termico ma ad alimentazione mild hybrid, si aggiungerà una “Giardiniera”, station wagon di taglia “small” che riprenderà, sulla scorta di quanto adottato dalla progettazione della attuale 500, l’immagine (adeguatamente aggiornata) della storica Fiat 500 Giardiniera che negli anni 60 e 70 venne venduta, in maniera complementare alla “sorella” bicilindrica, per offrire maggiore versatilità alle esigenze delle famiglie e delle piccole aziende. Anche la futura 500 Giardiniera, che probabilmente sarà a cinque porte, verrà dotata di propulsione elettrica. Fiat 500X e Fiat 500L, a loro volta, conteranno su relative varianti ad alimentazione ibrida, allo stesso modo di Fiat Panda che, tuttavia, dovrebbe portare in  dote soltanto questa (seppure importante) novità tecnica: non si è parlato di eventuali evoluzioni “generazionali” improntate a sviluppi hi-tech. Fiat Tipo e Fiat 124 Spider mancano all’appello delle dichiarazioni: staremo a vedere.

Per Alfa Romeo, il CEO Tim Kuniskis indica un futuro con meno diesel (che abbandonerà il campo dalla fine del 2021) e più elettrificazione: nel dettaglio, ciascuno dei modelli che completeranno la futura lineup del Biscione possiederà varianti ibride, E-Boost (ovvero mild hybrid) e ibride plug-in, ad autonomia nell’ordine di 50 km in modalità “zero emission”. Niente declinazioni 100% elettriche, dunque: per contro, si prospetta una evoluzione nello sviluppo di sistemi di guida semi-autonoma (Livello 2 e Livello 3). Alfa Romeo, insieme a Maserati, rappresenterà ancora di più la gamma sportiva-luxury per FCA: complessivamente, l’obiettivo è di arrivare a 500.000 unità vendute all’anno (Alfa Romeo, per il 2018, dovrebbe arrivare a vendere 170.000 unità). Di rilievo il futuro arrivo di due sportive particolarmente attese dagli appassionati: Alfa Romeo GTV (coupé a quattro posti con piattaforma e meccanica “ereditate” da Giulia; non mancherà una versione high performance, dalla potenza sui 600 CV e propulsione elettrificata) e una 8C tutta nuova: monoscocca in fibra di carbonio, motorizzazione biturbo benzina a sei cilindri a V per il retrotreno e motore elettrico per l’avantreno: la potenza complessiva dovrebbe superare 700 CV, e lo scatto da 0 a 100 km/h sarà completato in meno di 3 secondi. La “baby” MiTo andrà in pensione, insieme alla piccola supercoupé 4C; a fianco di Giulietta (la quale verrà interessata da un profondo aggiornamento) ci sarà un modello crossover di segmento, dunque, inferiore all’attuale Stelvio. Su un livello superiore, per dimensioni, a quest’ultimo, Alfa Romeo allestirà un SUV “full size”, i cui ingombri esterni possono essere paragonabili a quelli di Maserati Levante. Per alcuni mercati, lo stesso Stelvio e Giulia verranno prodotti anche in specifiche varianti a passo lungo.

Maserati è destinata ad un ruolo ben preciso, nel nuovo asset di lineup FCA per il futuro: proporsi, cioè, quale competitor di riferimento nei confronti di Porsche; e non soltanto quanto ad immagine, ma anche relativamente ai contenuti hi-tech e di propulsione. Detto di una versione “long wheelbase” del SUV Levante (che si prepara ad un aggiornamento e ad essere affiancato da un modello più “piccolo”), per Maserati si prevede l’arrivo della sportiva Alfieri: una supercoupé che verrà declinata in configurazione “tradizionale” a benzina, ma anche ibrida plug-in e 100% elettrica: una supercar in grado di schizzare in tutto silenzio, da 0 a 100 km/h, in circa 2 secondi. Maserati Alfieri (stesso nome e, si può ipotizzare, medesima immagine della concept svelata al Salone di Ginevra 2014) costituirà il primo modello della lineup “Maserati Blu” dedicata alle versioni zero emission. Che, per specifica ammissione di Tim Kuniskis – numero uno anche di Maserati oltre che Alfa Romeo -, “prende di mira” Tesla. L’assortimento di gamma Maserati, nel 2022 (anno in cui i vertici del Tridente puntano ad un monte-produzione da 100.000 unità: ricordiamo, a questo proposito, che la esponenziale escalation Maserati è cresciuta, da 6.000 esemplari del 2012, a ben 50.000 nel 2017), contemplerà un nuovo SUV di segmento D e che verrà proposto anche in declinazione ibrida plug-in, le varianti aggiornate di Levante e Ghibli, una nuova Quattroporte e, apppunto, Alfieri, che “soppianterà” le attuali GranTurismo e GranCabrio e, quindi, verrà declinata nelle versioni Coupé e Cabriolet.

Last but not least, nei piani per il futuro di FCA c’è Jeep: il “brand”, facendo seguito a recenti strategie di riposizionamento, sarà sempre più importante per l’”asse Torino-Detroit”. Mike Manley, amministratore delegato Jeep, all’FCA Capital Markets Day prevede, per il 2018, vendite nell’ordine di 1,9 milioni di unità. Risultato quattro volte superiore a quanto avvenuto nel 2014, e in linea con le previsioni del piano industriale di quello stesso anno. Da segnalare, tra le future novità, il modello Deserthawk, che affiancherà le lineup Trailhawk e Trackhawk. E, riguardo alle innovazioni nei sistemi di assistenza, una sempre più vicina introduzione del sistema di guida autonoma “2+” dal 2020 (sarà Jeep Grand Cherokee il primo modello a beneficiarne); a seguire, nel 2021, ci sarà il Livello 3. Entro il 2025 arriverà il Livello 4. La gamma Jeep contemplerà, nel 2022, dieci versioni ad alimentazione ibrida plug-in e, nel 2023, quattro varianti a propulsione 100% elettrica. Stop ai diesel nei mercati EMEA (Europa, medio oriente ed Africa). Nel 2020 il marchio Jeep si arricchirà con un baby-SUV destinato a condividere la base meccanica con Fiat Panda.

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