In occasione del quarto raduno nazionale Ferderclub Mini Meeting abbiamo portato in pista la versione più pepata della Countryman.
C’è un proverbio che recita: “l’occasione fa l’uomo ladro”, e così durante il quarto raduno nazionale Ferderclub Mini Meeting non abbiamo resistito alla tentazione di spremere in pista i 231 CV della Mini Countryman John Cooper Works che l’organizzazione ci aveva riservato.
Durante i turni liberi ci siamo inseriti tra i soci dei vari Mini club d’Italia e abbiamo saggiato le doti di questo SUV cresciuto di 17 cm, più largo di 3 cm e con un passo incrementato di 7,5 cm. Certo, rispetto alle tante Mini a 3 porte la mole si fa sentire, soprattutto tra i cordoli del circuito dell’ISAM di Anagni (FR), ma la potenza elevata, 231 CV, e la trazione integrale hanno aiutato molto a recuperare dove la Countryman perdeva in agilità.
Inutile dire che l’unica modalità di guida adottata è stata la più sportiva, così il rombo del 2 litri sovralimentato è stata la nostra colonna sonora per due turni di guida ad alto contenuto di adrenalina. L’auto si è rivelata stabile anche con l’elettronica disattivata, seppur abbastanza morbida per essere una John Cooper Works, ma anche il confort vuole la sua parte su un SUV ed è coerente che in Mini abbiano trovato un assetto dal giusto compromesso.
La trazione integrale e la frenata potente ci hanno consentito di aggredire le staccate per poi coinvolgere il cambio automatico Steptronic ad 8 rapporti e la coppia di ben 350 Nm durante le accelerazioni più impegnative. In questo modo il gap con le più agili Mini a 3 porte viene in qualche modo colmato e la Countryman sfodera un potenziale degno di una sportiva di rango.
Non tutte le auto stradali infatti, seppur dotate di una buona cavalleria, affrontano la pista con disinvoltura, e in questo il SUV di Mini ci ha stupito, perché alla fine ha consumato le gomme in maniera omogenea ed era pronta per riprendere a viaggiare su strada. Insomma, il go-kart feeling non sparisce con le dimensioni perché alla Mini sanno sempre come rendere i loro modelli coinvolgenti nella guida sia su strada che in pista.