Alcune scritte di contestazione all’AD di Fiat Sergio Marchionne sono comparse a Torino, accanto la firma della stella a cinque punte.
Alcune scritte di contestazione all’AD di Fiat Sergio Marchionne sono comparse a Torino, accanto la firma della stella a cinque punte.
La questione del referendum che si terrà tra qualche giorno per l’approvazione del nuovo accordo per Mirafiori assume contorni che esulano della semplice dialettica e dall’immancabile confronto tra le parti. In particolare, gli sviluppi delle ultime ore riguardano l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che è stato oggetto di alcune scritte offensive, pare arrivate da alcuni gruppi che si vorrebbero identificare come nuove Brigate Rosse.
La vicenda consiste in un manifesto pubblicitario imbrattato con una scritta infamatoria nei confronti dell’ad Fiat, dipinta con della vernice rossa e accompagnata dalla stella a cinque punte. Stesso “copione” seguito per altre due scritte recanti le frasi “Non siamo noi a dover diventare cinesi” e “Ma i lavoratori cinesi a diventare come noi”.
Per la Digos di Torino, che si sta occupando di far luce sull’accaduto, il collegamento con le Brigate Rosse non può essere considerato necessariamente diretto, tanto che alcune fonti vicine agli inquirenti parlano di “simbologia forte“, utilizzata per alzare i toni con l’avvicinarsi del referendum che decreterà di fatto il futuro dello storico stabilimento Fiat.[!BANNER]
Il clima resta comunque molto teso e, sebbene non siano mancate le testimonianze di solidarietà a Sergio Marchionne anche dalle parti contrapposte al suo piano, tutte unite nel condannare le scritte, la tensione con i sindacati permane, con la Fiom che ha fatto intendere di voler percorrere la strada dell’intransigenza e la Cigl chiamata a rivedere o a mantenere una posizione forte, secondo cui si potrebbe arrivare allo sciopero generale.