Il SUV della Casa di Seul riceve un restyling di metà carriera che affina l’estetica e rende più funzionale l’utilizzo del veicolo.
A due anni dal lancio, Hyundai rinnova con un restyling di metà carriera il SUV di medie dimensioni Tucson, apprezzato modello realizzato completamente in Europa – nello stabilimento di Nosovice, in Repubblica Ceca – capace di conquistare i gusti della non sempre facile clientela del Vecchio Continente.
Lunga 4,48 metri, la Hyundai Tucson sfoggia un’estetica piacevole ed equilibrata capace di mescolare in modo sapiente tratti aggressivi e sportiveggianti – come ad esempio i generosi passaruota – con linee “rassicuranti” che trasmettono un forte senso di solidità. Il frontale sfoggia l’ampia mascherina cromata “Cascading Grille” chiamata a separare i proiettori FULL-Led. Con il restyling dedicato alla Tucson debuttano anche le tre nuove livree esterne battezzate Olivine Grey, Stellar Blue, Champion Blue.
All’interno dell’abitacolo troviamo materiali di buon livello e morbidi al tatto e sedili comodi che vantano la funzione di ventilazione e di riscaldamento. La consolle centrale ospita il display dedicato all’infotainment (disponibile nelle versioni da 5,7 e 8 pollici) con cui è possibile consultare le informazioni fornite dal navigatore satellitare, ma anche sfruttare l’ormai immancabile connettività per smartphone e controllare il sistema audio. L’abitabilità interna è sufficiente ad ospitare comodamente 5 passeggeri, così come il bagagliaio che si dimostra ampio e ben sfruttabile: con i sedili posteriori in posizione d’uso lo spazio a disposizione è di 513 litri, mentre abbattendo il divano la capacità aumenta fino a quota 1.503 litri.
Passando al capitolo motorizzazioni, scopriamo che i nuovi diesel rispettano l’ultima normativa europea anti-inquinamento Euro 6D Temp. L’offerta si apre con il turbodiesel 1.6 litri, declinato negli step di potenza da 116 e 136 CV, mentre al top di gamma si posiziona il 2.0 litri turbodiesel da 185 cavalli, proposto anche nella variante Mild Hybrid da 48 Volt, in grado di ottimizzare ulteriormente consumi ed emissioni inquinanti, grazie al recupero dell’energia in rilascio. La vettura inoltre può essere equipaggiata con la trazione anteriore o con quella integrale, con quest’ultima dedicata alle due versioni più potenti.
Della nuova Hyundai Tucson ricordiamo con piacere il 1.6 CRDi, ben assemblato nel contesto del Suv coreano, poco rumoroso in marcia, fluido, sempre corposo, soprattutto quando lo si “tira” nelle marce basse. Al momento della prova non avevamo alcuna strumentazione utile ad un rilevamento dati preciso, ma garantiamo di aver avuto la sensazione di scattare da 0 a 100 km/h in un lasso di tempo non lontano dagli 11,8 secondi dichiarati da Hyundai (mentre è di 175 km/h la velocità massima). La domanda che ci aspettiamo è: basteranno 116 cavalli? Secondo noi sì, dopo tutto la nuova Tucson si “siede” un po’ quando le si chiede ancora potenza ma in sesta marcia e a un numero di giri molto basso. A questo punto bisogna inevitabilmente far ricorso al cambio e ad un’azione di scalata. Però, se proprio non volete incorrere in questo da fare, allora vi suggeriamo di scoprire l’offerta dei 136 cavalli, che toglie ogni dubbio a chi ama vetture un po’ più energiche. A tal proposito, il rivisto Suv coreano su strada si è dimostrato sempre reattivo, con una buona tenuta di strada (e un rollio quasi inesistente), un volante sempre preciso e sospensioni capaci di adattarsi ad ogni fondo stradale.