Abbiamo guidato la più sportiva delle Audi TT che vanta un 5 cilindri 2.5 turbo da ben 400 CV e mira ad insidiare le supercar.
Ricordo ancora in maniera lucida quando ha debuttato la prima Audi TT ed ho ancora più chiare le impressioni di guida raccontate dai giornalisti dell’epoca: un’auto veloce, grazie all’allora 1.8 turbo da 225 CV, e solida su strada per via della trazione integrale. La linea era da prototipo puro e raccontava uno stile mai visto; adesso la TT si è evoluta, anche se le proporzioni sono rimaste simili all’originale, e al vertice della gamma c’è la cattivissima RS che monta un 2.5 sovralimentato da ben 400 CV. L’abbiamo guidata su strada e in pista per capire quanto è vicina ad una supercar.
Esterno: i dettagli fanno la differenza
La TT ha una linea inconfondibile, la riconosci subito, ma quando è arrivata sotto la redazione questa borbottante coupé ho capito immediatamente che aveva qualcosa di diverso. Mi spiego meglio, nonostante la livrea grigio scuro che stemperava le sue intenzioni, i cerchi dedicati, le luci posteriori matrix oled con design 3D, l’alettone fisso, l’estrattore e la scritta Quattro sulla griglia anteriore maggiorata mi hanno svelato subito la sua natura bellicosa. Tutto questo per sottolineare che rispetto alle sorelle sotto il cofano pulsa un 5 cilindri turbo da 400 CV pronto a fiondarla in avanti con una progressione da pelle d’oca.
Interno: ritorno al futuro
L’abitacolo della TT RS è impeccabile nella sua ergonomia, tutto è dove dovrebbe essere, a parte i pulsanti, quelli sono spariti quasi del tutto, basta il volante con i suoi tasti per gestire il sistema multimediale (c’è anche il controller sul tunnel centrale) e trovare ogni voce nel display che appare in maniera futuristica davanti al guidatore. Originali le bocchette del climatizzatore dove le informazioni si trovano al centro delle stesse. Ci si sente letteralmente avvolti da questa vettura lunga appena 4,19 metri, poco più di un’utilitaria, e alta solamente 1,34 metri, e dietro c’è lo spazio per due bambini, che, all’occorrenza, può essere sfruttato per ampliare il volume del bagagliaio da 305 litri. Bellissimi i sedili in pelle con logo RS nello schienale e finitura a losanghe, curati in maniera impeccabile anche i pannelli porta. Insomma, è un’Audi in tutto e per tutto e lo dimostra da questi dettagli. Viene subito voglia di premere il pulsante d’avviamento che campeggia in rosso tra le razze del volante tagliato in basso e provare a svegliare la belva.
Al volante: una tempesta di fuoco sotto il piede destro
Il risveglio del 5 cilindri è cupo, con un sound che riempie presto l’abitacolo e lascia intendere che il potenziale c’è, eccome! Volendo può essere più educato ma non posso rinunciare a premere il tasto che lo rende sempre acuto nelle sue espressioni gutturali. Inizio con la guida su strada, dove, nonostante i cerchi da 20 pollici e l’assetto più basso di 10 mm, l’auto si dimostra persino confortevole, a patto di non centrare le buche che a Roma non mancano di certo. Con la trasmissione S tronic a 7 marce in modalità automatica tutto fila liscio, fino a quando non provo a fare pressione sul gas: ecco, in quel momento mi torna in mente il decollo degli Eurofighter Typhoon. La schiena si schiaccia sul sedile e prende anch’essa il motivo a losanghe, la cintura stringe sul petto e in un attimo la velocità cresce in maniera esponenziale. Nella guida sulle strade aperte al traffico i suoi limiti sono così alti che sarebbe folle anche pensare di avvicinarli, dopo tutto può raggiungere i 280 km/h (con il pacchetto Dynamic Plus) e scattare da 0 a 100 km/h in soli 3,7 secondi.
Meglio portarla in pista per vedere come si comporta la trazione integrale Quattro con frizione a lamelle elettroidraulica. Così, ecco che prendo la direzione dell’ISAM di Anagni (FR) per scatenarla tra i cordoli. Certo, 480 Nm di coppia massima sono tanti da tenere a bada, ma la trazione integrale e gli ammortizzatori adattivi aiutano, inoltre questa TT RS è più leggera della precedente grazie al basamento del motore in alluminio che consente di risparmiare ben 18 kg ed all’albero motore cavo, che fa segnare un altro kg in meno sulla bilancia. L’auto è veloce, velocissima in rettilineo, e la staccata diventa ad ogni giro una scommessa: menomale che i freni sono proporzionati al resto della meccanica e così mi trovo a contrastare solamente qualche occasionale alleggerimento del retrotreno, ma è normale con tutto il peso del motore sull’anteriore. La potenza è veramente tanta, per cui nel misto è preferibile dosare il gas piuttosto che spingere come forsennati, in modo da gestire il trasferimento di carico ed evitare che l’avantreno possa allargare. Il cambio è veloce, preciso, e funziona bene anche in automatico, mentre il volante tagliato in basso si rivela un’arma a doppio taglio su una pista così tecnica, perché nel misto, dove bisogna dare molto sterzo, spesso ci si ritrova ad impugnare con una mano una superficie tonda e con l’altra una rettilinea e questo non agevola le manovre nella guida impegnata. Su una pista con curve più ampie però sono sicuro che questo particolare sarà difficile da percepire. La TT RS ha una guida diversa da concorrenti come la Porsche Cayman e lo si deve essenzialmente alla disposizione del motore ed alla trazione sulle quattro ruote, ma è dannatamente veloce ed efficace, e rappresenta una sportività diversa ma altrettanto affascinante. A livello di consumi, se si sta attenti, i 10-11 km/l sono a portata di piede, ma il fatto è che non si può rinunciare al rombo del 5 cilindri, per cui bastano poche accelerazioni a rovinare drasticamente la media, anche se incrementano decisamente il buonumore.
Prezzo: da 74.400 euro
Con un prezzo di 74.400 euro l’Audi TT RS entra di diritto nel novero delle vetture sportive di nicchia, e non potrebbe essere altrimenti, visto che comunque è la regina di una gamma dai contenuti particolari. Ribaltando il discorso però è innegabile che ha un listino molto più allettante di una supercar e che le prestazioni sono così vicine che potrebbe persino dare del filo da torcere a dei veri e propri mostri sacri. Anche per via del suo carattere esuberante ma sicuro che mette al riparo da brutte sorprese nella guida in pista.