Nel team Aruba.it Ducati di Superbike insorge la polemica dopo l’arrivo di Bautista. Marco Melandri rimane appiedato per il 2019 e dichiara alla stampa di aver appreso la notizia solo dai media.
Alvaro Bautista sarà il secondo pilota ufficiale del team Aruba.it Ducati di Superbike a partire dalla stagione 2019. Il pilota spagnolo farà il salto dalla MotoGP alla Superbike per affiancare in sella alla Rossa di Borgo Panigale il gallese Chaz Davies, confermato anche per la prossima stagione. Fino a qui sembra una normale strategia di mercato piloti, con Bautista che prenderà il posto di Marco Melandri, attualmente appiedato per la stagione seguente. Il problema sorge quando Marco Melandri dichiara che questa novità non gli è stata comunicata direttamente da Ducati, ma bensì l’ha appresa tramite la stampa. E’ un Melandri furioso quello che si lascia intervistare da Speedweek in merito a questa questione, perché il ravennate era convinto di poter esser confermato anche per il 2019, per tanti motivi.
“Sono sicuro che già a giugno sapevano cosa avrebbero fatto, ma nessuno è venuto da me a parlarmi. E il colmo è che ad oggi nessuno di Ducati mi ha detto che sono fuori dal team. L’ho saputo dai media”. Il taglio della testa di Melandri non avviene di certo per motivi economici, in quanto il numero 33 è uno dei piloti con l’ingaggio più basso della categoria: “Sono il pilota più economico del paddock. In due anni ho preso 150 mila euro, Davies invece ha preso ben nove volte più di me, 1.3 milioni. Bautista non credo proprio abbia potuto chiedere meno di me. Ducati non mi ha chiesto quanto volevo per rinnovare il contratto. Dietro a questa scelta ci sono altre motivazioni”. Il pilota italiano non risparmia critiche a Stefano Cecconi, amministratore delegato di Aruba.it e responsabile del team che corre in Superbike: “Prima della gara di Misano, Stefano mi aveva assicurato che il capo del team era lui e che sarebbe stato lui a confermare i piloti. Dopo Misano mi ha confermato la stessa cose, spiegando che le voci su Bautista sarebbero state usate solo per la negoziazione. Quando ho appreso la notizia della firma con Ducati, l’ho richiamato e mi ha detto che non poteva farci nulla. Prima era il capo della squadra e poi non poteva fare nulla?”
Il capitolo Ducati si chiude del peggiore dei modi e Melandri adesso è in cerca di una sistemazione per il 2019. Non sarà difficile per lui trovare una squadra che voglia puntare sulla sua voglia di rivincita e su un curriculum che parla di 22 vittorie e un totale di 68 podi nella categoria delle derivate di serie.