La Corte di Cassazione accoglie il ricorso di un automobilista di Modena. Annullate le contravvenzioni con il “photored”
La Corte di Cassazione accoglie il ricorso di un automobilista di Modena. Annullate le contravvenzioni con il “photored”
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Per elevare la contravvenzione a chi passa con il semaforo rosso è necessario il vigile. Dunque, le contravvenzioni rilevate attraverso il photored, il dispositivo di rilevamento elettronico che “vede” chi passa col rosso, sono nulle.
Lo ha stabilito la Cassazione con un provvedimento che è destinato a provocare un piccolo terremoto in quanti si sono visti recapitare a casa la multa con l’indicazione (giorno, mese, anno, ora, numero di matricola dell’apparecchio e targa della propria auto o moto) dell’avvenuta infrazione.
La Cassazione, nelle scorse settimane, ha infatti accolto il ricorso di un automobilista di Modena che era stato “pizzicato” tramite il photored.
Una parte della sentenza emessa dalla seconda Sezione civile della Corte, che ha ribaltato anche la decisione del Giudice di pace che, a suo tempo, aveva dato ragione al Comune emiliano e alla Polizia municipale modenese, indica, fra l’altro, che “La mancata presenza di agenti per un verso preclude la possibilità di contestazione immediata nei casi in cui ciò sia possibile e, per altro verso, non consente di verificare le concrete situazioni in cui opera l’apparecchio di rilevamento automatico”.
Secondo la Cassazione, questo può essere causa di “possibili equivoci non risolubili con certezza proprio per l’assenza degli agenti sul posto”.
Dunque, l’occhio umano conditio sine qua non per il rilevamento di una contravvenzione? Sembrerebbe proprio così: occorre scindere fra l’utilizzo esclusivo dei rilevatori elettronici, per alcuni casi, e il renderli operativi in secondo ordine all’utilizzo del personale in carne e ossa.
Come nel caso del semaforo: l’occhio del vigile non può essere sostituito da quello elettronico.