Il successo ottenuto dalla storica DBR1 alla maratona della Sarthe del 1959 rappresenta la base di partenza per l’allestimento di una serie limitata (24 unità) della nuova DBS Superleggera. Ecco tutti i dettagli.
Un anniversario dietro l’altro: questo 2018 resterà celebre per il grande numero di ricorrenze storiche che ne hanno caratterizzato il periodo, e anche per quelle… di imminente scadenza. A quest’ultimo “gruppo” appartiene Aston Martin, che nel 2019 festeggerà i sessant’anni dalla celebre “doppietta” (vittoria assoluta e seconda posizine finale) alla 24 Ore di Le Mans 1959, ottenuta con la DBR1 di Roy Salvadori e Carroll Shelby, davanti alla Sport gemella degli esperti Maurice Trintignant e Paul Frère.
A ricordare l’importante vittoria, la Divisione Q di Aston Martin – il reparto specializzato nella realizzazione di modelli a tiratura limitata e creazioni “su misura” dalla gamma di Crewe – comunica in queste ore la serie speciale “59” allestita su base Aston Martin DBS Superleggera: ne verranno realizzati giusto 24 esemplari, appunto a ricordare la storica vittoria alla maratona della Sarthe. Ogni unità, a sua volta, sarà ulteriormente personalizzabile dal singolo acquirente.
Elementi in comune fra tutte, un piccolo monogramma (cerchio bianco) sui parafanghi anteriori, e la tinta carrozzeria nel classico Racing Green tipico dei modelli Aston Martin da corsa (con dettagli in fibra di carbonio “a vista”), nonché la colorazione in tinta bronzo per le pinze freno, le targhette di identificazione e, all’interno, le levette di selezione rapporti che a loro volta si abbinano alla combinazione bicolore marrone e nero, con cuciture color bronzo, per i sedili.
Aston Martin DBS 59 mantiene la struttura portante di DBS, derivata dal telaio DB11 V12, che prevede una scocca in leghe ultraleggere qui opportunamente aggiornata (carreggiate da 15 e 20 mm in più all’avantreno ed al retrotreno, nuovo studio di taratura delle sospensioni a controllo elettronico composte da quadrilateri deformabili anteriormente e multilink al posteriore), nonché l’esclusivo studio aerodinamico affrontato dai tecnici di Gaydon per la determinazione delle appendici supplementari al corpo vettura di DBS Superleggera (nuovo disegno alle caratteristiche feritoie collocate dietro alle ruote anteriori, re-engineering dell’estrattore posteriore, ispirato nel proprio disegno alla tecnologia di doppio diffusore ideata alcuni anni fa per gli impieghi in F1, specifico “aerokit” in fibra di carbonio per il carico verticale). Anche sotto il cofano, la raffinata meccanica rimane invariata: Aston Martin DBS 59 viene equipaggiata con l’unità motrice da 5,2 litri, dall’architettura a 12 cilindri a V, sovralimentata con doppio turbocompressore e dotata di due coppie di terminali di scarico con relative elettrovalvole, che eroga una potenza di 725 CV ed una forza motrice nell’ordine di 900 Nm di coppia massima disponibili fra 1.800 e 5.000 giri/min; il cambio è l’automatico ZF ad otto rapporti, di tipo Transaxle (in blocco con il posteriore e dotato di differenziale a slittamento limitato e sistemi Dynamic Stability Control e Dynamic Torque Vectoring) in modo da ripartire le masse per il 51% sull’anteriore e per il 49% sul posteriore.