Secondo le prime indiscrezioni, la nuova serie “self driving” prevede, nella prima parte di gara, l’intervento del pilota, e soltanto nella seconda frazione la guida totalmente autonoma.
Per il suo ingresso nel panorama delle competizioni, la serie “Roborace” interamente affidata a vetture con guida autonoma, perderà… una parte delle proprie caratteristiche con le quali negli ultimi mesi si è fatta conoscere al mondo. Il condizionale resta d’obbligo, tuttavia le prime indiscrezioni in merito rivelano che per la stagione inaugurale – “Alpha”, attesa al via nella primavera del prossimo anno come appuntamento supplementare ad alcune gare della Formula E – la tecnologia di guida potrebbe utilizzare piloti “in carne ed ossa” per il controllo delle vetture. Almeno per una frazione di gara, mentre per le fasi successive di ciascuna manifestazione i comandi del veicolo sarebbero, effettivamente, affidati ai sofisticati dispositivi di “intelligenza artificiale” con i quali la formula “Roborace” aveva a lungo fatto parlare di se.
Contestualmente, viene confermato che in pista verranno schierate le vetture “DevBot 2.0”, dall’immagine esteriore che mantiene lo stile ispirato ai prototipi della categoria LMP (il layout esterno è, quindi, profondamente modificato rispetto ai prototipi illustrati in precedenza, principalmente per via della presenza di un abitacolo che ospiti il pilota secondo le nuove decisioni dei vertici Roborace), tuttavia dalla trazione posteriore in luogo di quella integrale (a differenza, dunque, di quanto indicato nei mesi scorsi): le DevBot 2.0 sarano impiegate nelle due stagioni della serie: la “Alpha”, ovvero quella che come accnnatoèpronta al via; e la successiva “Beta”. Secondo una “voce di corridoio” riportata da Motorsport.com, la stagione 2019 che aprirà ufficialmente la serie Roborace contemplerà “Meno di 10 vetture” in griglia di partenza; ai taccuini del sito Web, l’amministratore delegato Roborace (e vincitore del titolo di Formula E nella stagioen 2016-2017) Lucas Di Grassi indica che il nuovo format – ovvero quello relativo al comando “umano” delle vetture per la prima parte di gara, e la guida autonoma nella seconda metà – sarebbe stato deciso per aiutare il pubblico a meglio comprendere le finalità tecnologiche alla base dell’evoluzione dei comandi: “Vedere il pilota che, dopo avere pilotato di persona la monoposto, esce dall’abitacolo e lascia che il veicolo venga condotto al traguardo dai sistemi di bordo contribuisce a rendere più efficace le differenze che sussistono fra i due tipi di guida”.
Le prime due stagioni “Alpha” e “Beta” rappresenteranno, dunque, un passaggio “sperimentale” per la nuova categoria: l’obiettivo è studiarne il gradimento nei confronti del pubblico e da parte dei team che vi prenderanno parte (ciascuna scuderia iscritta, dal canto suo, dovrebbe provvedere “in autonomia” allo sviluppo dei software, mentre l’hardware e la logistica saranno acarico della stessa Roborace). Finora, l’”elenco iscritti” alla serie Roborace prevede una decina di team: il passaggio alla guida totalmente autonoma dovrebbe avvenire per il 2021; quanto basta, cioè, a garantire un’adeguata evoluzione delle tecnologie “self driving” per l’intera gara.