Il CdA Renault ha nominato il 55enne manager bretone, attualmente vice direttore generale, numero uno “ad interim”: disporrà degli stessi poteri di Ghosn.
Era inevitabile che la dirigenza Renault assumesse provvedimenti straordinari, a stretto giro di posta dal clamore suscitato nella filiera automotive globale dal “caso Ghosn”, arrestato lunedì scorso in Giappone (qui il nostro approfondimento): un comunicato ufficiale da parte dei vertici operativi della Marque à Losange reso noto in queste ore, illustra la nomina del nuovo direttore esecutivo “ad interim”, che risponde a Thierry Bolloré, già “numero due” di Renault.
L’incarico, come detto a titolo di provvisorietà (Carlos Ghosn, “Temporaneamente impossibilitato”, rimane presidente e direttore generale), è stato approvato dal CdA di Renault, riunitosi sotto la presidenza del portavoce degli amministratori indipendenti (Lead Independent director) Philippe Lagayette per discutere le misure di gestione provvisorie “Tese a preservare gli interessi del Gruppo e garantire la continuità delle sue attività operative”, in seguito al terremoto giudiziario che lunedì scorso, mentre in Europa centro-occidentale erano le ore del mattino, ha coinvolto il “numero uno” Carlos Ghosn, sottoposto a provvedimento di arresto su decisione della magistratura giapponese.
Dal punto di vista operativo, puntualizza il comunicato Renault, il nuovo direttore generale delegato provvisorio Thierry Bolloré “Eserciterà la direzione esecutiva del Gruppo, disponendo così degli stessi poteri di Carlos Ghosn”. “Durante questo periodo, il Consiglio si riunirà regolarmente sotto la presidenza del ‘Lead Independent director’, per preservare gli interessi di Renault e garantire la perennità dell’Alleanza”.
Da sottolineare la decisione, da parte del CdA Renault, di “Chiedere a Nissan, appellandosi ai principi di trasparenza, fiducia e rispetto reciproco sanciti dalla Carta dell’Alleanza, di trasmettergli tutte le informazioni in suo possesso provenienti dalle inchieste interne di cui è stato oggetto Carlos Ghosn”: un invito a mostrarsi collaborativi, dunque, in nome della “big Alliance” a tre fra Renault, Nissan e Mitsubishi, che difatti, puntualizza il comunicato, “Resta la priorità del Gruppo”.
Per il 55enne Thierry Bolloré, nome “ufficialmente” poco conosciuto al grande pubblico ma ben noto negli ambienti finanziari (lontano cugino del Vincent Bolloré patron di Vivendi), si tratterebbe di una promozione-lampo, seppure già lo scorso febbraio, al momento della presentazione dei risultati finanziari Renault per il 2017 (anno-record per la Marque à losange: 3,8 milioni di autoveicoli venduti ed una crescita dell’8,5% che ha registrato un giro d’affari nell’ordine di 58,8 miliardi di euro, vale a dire il 14,7% in più rispetto al 2016), e la sua nomina a vice direttore generale del Gruppo, era apparso chiaro a molti analisti come l’identità di un possibile successore di Carlos Ghosn (il quale, proprio nei mesi scorsi, aveva manifestato l’intenzione di “passare la mano” nel 2022: qui il nostro approfondimento) alla guida della “big Alliance” potesse rispondere al suo nome. Del resto, fra i suoi punti di forza potrebbe giocare una profonda conoscenza degli ambienti asiatici: prima dell’ingresso in Renault, avvenuto nel 2012 come responsabile delle strategie di trasformazione digitale e miglioramento delle performance di mercato, il manager bretone ha trascorso una quindicina di anni fra Giappone, Thailandia e Cina come dirigente del Gruppo Michelin: un “biglietto da visita” promettente per una nomina a vicedirettore generale fra l’altro gradita allo Stato francese che, non va dimenticato, possiede una partecipazione del 15% delle azioni Renault.