Una notizia dell’ultim’ora pubblicata da La Gazzetta dello Sport anticipa l’addio del manager bresciano: nuovo “numero uno” della Scuderia sarà l’attuale direttore tecnico.
Un inaspettato passaggio di consegne si prospetta ai vertici della Scuderia Ferrari: come riporta in queste ore la Gazzetta dello Sport, l’attuale team principal delle “Rosse”, Maurizio Arrivabene, lascia l’incarico. Al suo posto si insedia Mattia Binotto, già direttore tecnico Ferrari.
Una notizia che ha del clamoroso, in quanto arriva ad una manciata di settimane dalla attesa presentazione delle nuove monoposto che verranno portate in gara da Sebastian Vettel e dal neo-acquisto Charles Leclerc; e a poco più di due mesi dall’inizio di una stagione (17 marzo, a Melbourne, con il GP di Australia) fra le più delicate per la Scuderia e per i tifosi: l’obiettivo è la riconquista di un Mondiale assente dalle bacheche Ferrari dal 2008, anno in cui il titolo Costruttori fu appannaggio delle “Rosse” (con Felipe Massa e Kimi Raikkonen, sotto la guida di Stefano Domenicali “erede” di Jean Todt nel ruolo di direttore della Gestione sportiva).
Il cambio della guardia fra il manager bresciano (che arrivò in Ferrari ad inizio 2014 fortemente voluto da Sergio Marchionne) e l’ingegnere reggiano (ma nativo di Losanna) viene visto come piuttosto improvviso dall’intero comparto del motorsport mondiale, tuttavia non come un fulmine a ciel sereno. In effetti, non che la “convivenza” fra i due dirigenti non fosse complicata; tuttavia, due potrebbero essere gli elementi che hanno giocato a favore dell’avvicendamento: la delusione per i mancati allori mondiali nel 2018 – la stagione sembrava potenzialmente a portata di mano per Ferrari, salvo poi essersi colorata dell’argento Mercedes; le critiche nella seconda parte del campionato per la carenza di sviluppo delle monoposto di Maranello; l’errore di guida da parte di Vettel mentre era in testa al GP di Germania, la tattica di gara a Monza -; e le avances da parte di Renault e della stessa Mercedes a Binotto.
La “gestione Arrivabene”, in ogni caso, non è da considerarsi negativa: dal 2014 – all’epoca del suo arrivo in sostituzione di Domenicali – Ferrari ha riportato quattrodici vittorie (tredici con Sebastian Vettel, una con Kimi Raikkonen) e tre secondi posti nella classifica Costruttori. Nel 2018, sembrava la volta buona: un positivo inizio di stagione aveva fatto ben sperare tifosi e “addetti ai lavori”. La seconda parte del campionato ed il declino nelle prestazioni delle monoposto di Maranello ha però generato notevoli malumori, in primis fra Arrivabene ed il direttore tecnico.
L’impegno, ora, è di riportare sulla Via Emilia il titolo mondiale, dopo oltre un decennio a bocca asciutta. Nelle prossime ore il turn over ai vertici della Scuderia Ferrari potrebbe essere ufficializzato.
Il 49enne Mattia Binotto, nato a Losanna dove il padre Luigi era emigrato e vi svolgeva la professione di tassista, è cresciuto a Reggio Emilia. Il suo arrivo in Ferrari risale al 1995, in qualità di ingegnere motorista. Nel 2004 venne nominato ingegnere motorista in gara, nel 2007 fu “promosso” nel ruolo di ingegnere capo della Squadra Corse. Successivamente, l’escalation lo ha, negli anni, visto responsabile delle Operazioni Motore (2009), vicedirettore del Reparto Motori (2013), direttore (2014) e direttore tecnico.