Guida alla Imposta Provinciale di Trascrizione: vale per tutte le autovetture, può variare da provincia a provincia. Ecco come calcolarla e cosa dice il legislatore.
A carico degli automobilisti italiani, nel caso di prima immatricolazione di un’autovettura o nel passaggio di proprietà, c’è il pagamento della IPT, ovvero la Imposta Provinciale di Trascrizione: si tratta di una imposta applicata a tutti gli autoveicoli (non ai motocicli, dunque) immatricolati nel territorio nazionale. La sua determinazione si basa sulle formalità amministrative richieste dal PRA-Pubblico Registro Automobilistico in materia di iscrizione, trascrizione ed annotazione degli autoveicoli nel registro stesso.
IPT: vale per il “nuovo” e per l’usato
L’IPT, dunque, è una imposta provinciale: trova applicazione sia nel caso di acquisto di un’autovettura nuova, che in caso di passaggio di proprietà (acquisto di un’auto usata). Regolamentata dall’art. 13 Dlgs n. 446 del 15 dicembre 1997, il relativo importo viene destinato nelle casse della provincia di immatricolazione dell’autoveicolo; viene data facoltà (ai sensi del DM n. 435 del 27 novembre 1998) alle singole province di mantenere invariato l’importo “nazionale” (soltanto tre province – Aosta, Bolzano e Trento – hanno attuato questa pratica), oppure applicargli una “maggiorazione provinciale” (dal 10% al 30%, tutte le altre province hanno deciso in tal senso).
In alcuni casi si ha la possibilità di chiedere esenzione dal pagamento dell’IPT: disabili (in riferimento art. 8 L. 449/97 ed al comma 7 dell’art. 30 L. 388/00), associazioni di volontariato (ai sensi dell’art. 8 della L. 266/91), “minivolture” (vendita dell’autoveicolo da privato a rivenditore, secondo quanto dispone l’art. 56 comma 6 del medesimo Dlgs 446/1997 che regolamenta l’Imposta Provinciale di Trascrizione), motocicli.
Tabella IPT: le tariffe provincia per provincia
Come accennato, la determinazione degli importi IPT varia a seconda della provincia nella quale il veicolo viene immatricolato, e fa riferimento alla potenza del motore espressa in kW. Per conoscere in anticipo quanto sarà necessario sborsare come Imposta Provinciale di Trascrizione, si tenga conto di due parametri: uno, “fisso”, che riguarda le vetture con potenza fino a 53 kW (corrispondenti a 72 CV), per le quali l’imposta ammonta a 151 euro (maggiorabile fino a 196 euro a discrezione delle singole giunte provinciali); e, per le vetture la cui potenza supera i 53 kW, moltiplicando la potenza in kW per un importo kW nominale, sulla base di 3,51 euro per kW. Anche qui, tuttavia, viene data facoltà di maggiorazione alle singole amministrazioni provinciali.
Nel dettaglio, l’importo-base (appunto: 3,51 euro/kW) viene applicato dalle province di Aosta, Bolzano e Trento; Matera applica una maggiorazione del 10% (portando l’importo per kW a 3,86 euro); Ragusa ha scelto una maggiorazione del 15% (4,04 euro/kW); 4,21 euro/kW (20% di maggiorazione) è la tariffa che viene applicata a: Arezzo, Avellino, Bari, Benevento, Carbonia, Grosseto, Latina, Lecce, Pescara, Pordenone, Reggio Emilia, Siracusa, Trieste, Udine e Vicenza. Gli automobilisti che risiedono nelle province di Crotone, Ferrara e Sondrio pagano 4,39 euro/kW, corrispondente al 25% in più sull’importo-base; infine, la maggiorazione del 30%, ovvero 4,56 euro/kW, trova applicazione per tutte le altre province: Agrigento, Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Barletta-Adria-Trani, Belluno, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo, Enna, Firenze, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia, Imperia, Isernia, L’Aquila, La Spezia, Lecco, Livorno, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa-Carrara, Medio Campidano, Messina, Milano, Modena, Monza-Brianza, Napoli, Novara, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro-Urbino, Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Prato, Ravenna, Reggio Calabria, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona, Vibo Valentia e Viterbo.
Auto storiche: pagano l’IPT?
Nessuna autovettura si sottrae alla “scure” della importa provinciale di trascrizione: chi più, chi meno, tutte le auto, al momento della prima immatricolazione o del passaggio di proprietà, sono soggette al pagamento. Ciò, dunque, vale anche per le auto storiche (ovvero, secondo quanto disposto nella Legge di Stabilità 2015, le vetture ultratrentennali e quelle considerate di rilevante interesse storico o comprese nei Registri storici Fiat, Lancia, Alfa Romeo; unica eccezione, la provincia di Bolzano che ha continuato il mantenimento della “anzianità burocratica” delle vetture a venti anni, permettendo dunque una contestuale riduzione della IPT anche alle “youngtimer”) e non utilizzate per impieghi professionali (attività di impresa, professioni o arti). Nel caso delle “veterane”, si applica una imposta in misura ridotta, determinata in 51,65 euro.
Ecotassa ed Ecobonus 2019: facciamo un ripasso
Per restare in tema burocratico-amministrativo, ricordiamo la recentissima entrata in vigore degli aggravi (o, al contrario, degli incentivi) sull’acquisto di auto nuove, provvedimento inserito nella legge di bilancio 2019 e che troverà applicazione per tutte le auto immatricolate dal 1 marzo di quest’anno al 31 dicembre 2021. La norma – che riguarderà anche gli autoveicoli esteri reimmatricolati in Italia – si basa sulle emissioni di CO2: le vetture con emissioni comprese fra 161 e 175 g/km saranno soggette ad un sovrapprezzo di 1.100 euro, da aggiungere all’IVA, al bollo auto e, appunto, alla IPT; per le auto con emissioni comprese fra 176 e 200 g/km di CO2, si dovrà pagare “una tantum” di 1.600 euro; per i modelli con emissioni comprese fra 201 e 250 g/km di CO2, occorrerà aggiungere 2.000 euro; per le vetture con emissioni superiori a 250 g/km, l’imposta salirà a 2.500 euro. Viceversa, a chi acquisti, anche con contratti di leasing, auto a minori (o del tutto assenti) emissioni di CO2, le concessionarie applicheranno un ecobonus (cumulabile con ulteriori promozioni-Casa) che va da 1.500 euro (2.500 euro con rottamazione di una vecchia Euro 1, Euro 2, Euro 3 o Euro 4) per le auto di nuova immatricolazione aventi emissioni di CO2 comprese fra 21 e 70 g/km; a 4.000 euro (6.000 euro con rottamazione) per le vetture con emissioni comprese fra 20 e 0 g/km.