Auto a KM 0: cosa significa, pro e contro

Francesco Giorgi
21 Febbraio 2019
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Conviene o meno affidarsi ad un’auto km 0? Ecco come orientarsi nel mondo delle “quasi nuove”: cosa sono, cosa controllare, quali sono le differenze fra un’auto km 0, un’auto nuova ed un’auto aziendale.

La quadratura del cerchio non esiste. In altre parole: l’acquisto di un qualsiasi oggetto raggiunge raramente la perfezione. È un po’ come la coperta: la si tira da una parte e ci si scoprono i piedi, e viceversa. Ciò vale anche per le auto: se si vuole la massima tutela da parte della Casa costruttrice e della concessionaria (leggi: garanzia, qui il nostro approfondimento), gli accessori che corrispondano esattamente alle proprie esigenze, un piano di pagamento “personalizzato”, la massima tenuta del valore garantito, ci si vede “costretti” ad acquistare un veicolo totalmente nuovo, e spendendo quel che si deve spendere.

Se, invece, si intende “adattarsi” un minimo, ecco che è possibile ampliare il proprio panorama delle scelte ed orientarsi verso l’usato o puntare i riflettori sul “mondo” delle auto a Km 0. Un fenomeno… antico quasi quanto l’automobile (è una voluta esagerazione), creato dalle stesse concessionarie in risposta a precise motivazioni logistiche e di mercato, che può venire incontro ai desideri dell’utente. Sempre, beninteso, che come accennato si sia d’accordo a trovare una “mediazione” fra le molte voci che compongono l’insieme del veicolo, come vedremo. Ma andiamo con ordine.

Auto Km 0: cosa sono

A livello assoluto, l’industria dell’auto non risponde a leggi particolarmente astruse o “particolari”: quando si parla di vendite, è esattamente come mille e mille altri settori del commercio. Si basa, cioè, sull’incontro fra la domanda e l’offerta. Ovvero: un certo numero di clienti ordinano un determinato tipo di veicolo; ciò ne origina i relativi “lotti” di produzione da parte della Casa costruttrice. È chiaro che, fatti salvi casi più particolari, il Costruttore tende a mantenere invariato (o a modificarlo poco) il numero di esemplari da produrre ogni mese. A sua volta, la concessionaria è tenuta ad acquistare, previo accordo con l’azienda costruttrice, un quantitativo di veicoli prefissato, mese dopo mese. Logicamente, qualora la Casa costruttrice abbia stabilito determinati “target” di vendita (condizione essenziale per il soddisfacimento delle esigenze di distribuzione), ecco che il venditore viene indirettamente “incentivato” a immettere sul mercato i lotti acquistati su base mensile. Altrimenti: niente “bonus” sui raggiunti quantitativi di vendita. Da qui l’esigenza di provvedere all’immatricolazione delle autovetture non acquistate dai clienti. Ed ecco spiegato, in linea generale, il concetto alla base delle auto a Km 0.

Si tratta, dunque, di autoveicoli praticamente nuovi, che il più delle volte hanno percorso soltanto… il giro di prova per la loro delibera. O, al più, qualche km da parte del personale della concessionaria. Appunto: vetture “praticamente” nuove. Ma non del tutto… immacolate. Prova ne sia che, essendo già state immatricolate, vengono automaticamente considerate come auto usate (qui la nostra guida all’acquisto di auto usate e Km 0). Anche se sulla strumentazione evidenziano pochissimi km (per consuetudine, mai più di 100). Di conseguenza, anche la relativa meccatronica va considerata come nuova di zecca. Ed ecco perché a molti potenziali clienti possono far gola. A condizione che si sia concordi ad accettarne le condizioni.

Attenzione: la legge non le contempla

Prima di tutto, una precisazione: le auto Km 0 rappresentano un fenomeno squisitamente commerciale. Una vera e propria consuetudine, cioè: formula di vendita utilizzata da decenni dalle concessionarie, e ben vista dalle Case auto che in tal modo hanno la possibilità di vedere “piazzato” l’intero quantitativo mensile di vetture vendute ai dealer (o quantomeno una buona fetta di esse), viene permessa dal legislatore, soprattutto in epoca recente in quanto, da fine 2007, è soggetta al preventivo pagamento dell’IVA da parte del concessionario, il quale per ottenere la carta di circolazione dalla Motorizzazione deve dimostrare di avere versato l’imposta relativa al veicolo. È tuttavia una formula che, per la stessa legge, non esiste. O meglio: non viene contemplata. Per il Codice, le auto Km 0 sono auto usate tout court, e come tali legate alle relative condizioni di garanzia (qui il nostro approfondimento sulle garanzie in ambito automobilistico).

Certo è che uno sconto del 20%, a volte anche del 25%, è già di per se un invitante biglietto da visita per il possibile acquirente. Alzi la mano chi, almeno una volta nella propria “vita automobilistica”, spulciando i listini del “nuovo”, non abbia mai preso in considerazione l’acquisto di un’auto Km 0. Soprattutto nella attuale fase di mercato, in cui sta per prendere il via ufficiale il programma di ecotassa sulle auto di prima immatricolazione (1 marzo 2019), è possibile prevedere un “boom” di vendite di vetture Km 0 che, altrimenti, verrebbero gravate dal sovrapprezzo sulle emissioni di CO2 a carico del cliente finale.

Auto Km 0: esaminiamo pro e contro

Prima di fare i salti di gioia e correre dal più vicino concessionario e sottoscrivere un contratto di acquisto “a tambur battente”, vediamo più in profondità il “mondo” delle Km 0. Ovvero: i pro (che ci sono) e i contro (anch’essi presenti). A ciascuno, poi, la scelta se investirvi lo stesso il proprio denaro, oppure orientarsi verso un’auto nuova ancora da immatricolare, o ancora attendere ulteriormente e reperire all’usato la vettura che faccia più al proprio caso.

Come accennato, nelle auto Km 0 una delle “voci” più evidenti nel capitolo degli elementi a loro favore corrisponde alle buone condizioni generali. Anzi, molto spesso ottime: motore praticamente nuovo, organi meccanici conseguentemente pochissimo sfruttati; interni (e relativi accessori) come appena usciti dalla fabbrica; dotazioni di bordo up-to-date. In linea di massima, il gioco (di affidarsi ad un’auto km 0) può valere la candela.

A ciò, tuttavia, si contrappongono alcuni dati oggettivi: innanzitutto, è da tenere presente che il compratore finale dovrà assumersi l’onere del pagamento del passaggio di proprietà, essendo l’auto Km 0 per legge equiparata ad un’auto “di seconda mano”, come abbiamo visto.

La garanzia, inoltre, è quella di un oggetto che ha già avuto un proprietario. Dunque: non di 24 mesi – cioè il periodo che le Case auto applicano al “nuovo”, e non sono rari i casi nei quali tali periodi sono anche più lunghi -, ma un anno (non di meno, in ogni caso, per legge). Può comunque essere che, per necessità di smaltimento del proprio parco automezzi, le concessionarie applichino, su accordo con il cliente finale, condizioni di garanzia più favorevoli a quest’ultimo. Occorre esaminare caso per caso.

Non è peraltro possibile, per evidenti motivi, scegliere l’allestimento e le dotazioni: un’auto km 0 si presenta “così com’è”, e così va acquistata. In altri termini: l’acquirente dovrà “accontentarsi” di ciò che è stato precedentemente installato, quindi rinunciare ad eventuali optional che potrebbero magari completare la “lista dei desideri”.

Per converso, l’auto Km 0 è di assoluta pronta consegna (nel vero senso della parola), quindi nel caso che interessi al nuovo acquirente, per portarsela a casa non resterà che sbrigare le medesime formalità di quando si compra un’auto usata. Niente lunghe attese, perciò.

Da tenere in considerazione è anche la rivendibilità del veicolo: proprio per il fatto che si tratta “ufficialmente” di un’auto usata, la vettura Km 0 non appena entra in possesso del cliente che la acquista, diventa in automatico una vettura “di terza mano”. Non che questo rappresenti un fattore negativo in senso assoluto, tuttavia la sua quotazione futura, al momento della eventuale rivendita, sarà più bassa rispetto ad un equivalente modello che sia nuovo di zecca.

Un buon controllo è in ogni caso consigliabile

È buona norma, infine, procedere ad un esame delle condizioni nelle quali la vettura si presenta al nuovo possibile compratore. Abbiamo, sì, detto che si tratta di esemplari pressoché nuovi. È proprio questo dettaglio che, a volte può fare la differenza. Può infatti accadere che la vettura individuata faccia parte di un lotto di esemplari in giacenza da diversi mesi in uno dei piazzali di deposito, magari all’aria aperta: un’occhiata alle sue condizioni esteriori (carrozzeria integra, assenza di segni, graffi o “righe”; guarnizioni e pneumatici in perfetto stato) può essere un’azione opportuna.

Auto km 0 ed auto aziendali: quali sono le differenze

Per concludere, un cenno alla distinzione fra auto km 0 ed auto aziendali. Anche se entrambe fanno parte della “grande famiglia” delle auto usate, in realtà sono due cose totalmente diverse. Se le “Km 0”, come abbiamo visto, rispondono a ben precisi requisiti, le auto aziendali “tout court” sono, sì, già immatricolate; tuttavia sono state intestate ad aziende e società, spesso acquistate in leasing ed utilizzate per alcuni mesi (più spesso un anno, o due anni) per poi essere riconsegnate in concessionaria in cambio di una vettura nuova di fabbrica, lasciando quindi al “dealer” l’incombenza di occuparsi della rivendita dell’usato. Il loro vantaggio consiste nel fatto di essere spesso proposte a prezzi più bassi in rapporto ad equivalenti vetture provenienti da un “privato”; inoltre, anche qui può capitare che dispongano di un buon assortimento di dotazioni. Il rovescio della medaglia è di natura pratica: essendo state utilizzate per lavoro, non è raro imbattersi in esemplari con un elevato chilometraggio.

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