È sufficiente una manciata di secondi per mandare arrosto un’auto elettrica: lo dimostra una sequenza filmata in Cina, dove una berlina elettrica californiana viene divorata dalle fiamme in pochi istanti.
Il video di una Tesla Model S che prende fuoco all’interno di un parcheggio è diventato in poche ore “fenomeno virale”: sono già decine di milioni le visualizzazioni della sequenza filmata che documenta i momenti finali della ancor giovane esistenza di un esemplare della berlina zero emission californiana, andata a fuoco mentre si trovava in sosta all’interno di un’area di parcheggio sotterranea a Shanghai. Per questo, l’azienda di Palo Alto, tramite la propria filiale locale, ha immediatamente deciso di inviare sul posto una squadra di esperti, con l’obiettivo di indagare sulle cause che possono avere provocato l’incendio della vettura.
Il tutto è avvenuto in una manciata di ore; altrettanto rapidamente di come la notizia ha conosciuto eco mondiale; e ad una velocità idealmente proporzionale al propagarsi delle fiamme. Il video, proveniente da una telecamera di sorveglianza e postato nella serata di domenica sul popolare “social” cinese Weibo, mette bene in evidenza una Tesla Model S, di colore bianco, in sosta accanto ad altre vetture. Improvvisamente, dalla parte inferiore della berlina elettrica alto di gamma californiana si nota la fuoriuscita di fumo. Soltanto sei secondi, ed ecco una esplosione; poi la vettura prendere fuoco ed essere completamente avvolta dalle fiamme.
La risposta di Tesla, attraverso la propria filiale cinese (il mercato locale è, come per altri big player, particolarmente di primo piano per Tesla, dove viene realizzato il 20% del fatturato annuo, con vendite per l’equivalente di circa due miliardi di dollari) è arrivata a stretto giro di posta: sul proprio account ufficiale Weibo, l’azienda di Palo Alto ha dichiarato di avere “Contattato attivamente le autorità locali”, e di avere offerto la propria collaborazione agli inquirenti, “In modo da capire con precisione cosa possa essere accaduto”. Non ci sarebbero vittime, in ogni caso, puntualizza Tesla; ammettendo altresì che quanto avvenuto nei giorni scorsi a Shanghai non è il primo incidente di questo genere al mondo (secondo Bloomberg, nelle stesse ore, o subito dopo, un esemplare di Nio ES8, SUV elettrico prodotto esclusivamente per il mercato interno, è stato avvolto dalle fiamme mentre si trovava in fase di manutenzione).
La questione della sicurezza nelle auto elettriche, della quale ci siamo occupati in un nostro recente approfondimento, è in effetti un argomento di stretta attualità. Ci si domanda se, all’atto pratico, le vetture “zero emission” siano realmente più esposte ai rischi di incendio rispetto alle vetture a combustione interna. Una conferma da parte dell’Ente federale statunitense sulla Sicurezza ha, del resto, confermato che in prima analisi il rischio che l’auto venga avvolta dalle fiamme è minore, non essendoci alcun serbatoio per il carburante. Il pericolo, come evidenziato da alcuni episodi che hanno tenuto banco negli ultimi mesi, è legato all’infiammabilità delle batterie agli ioni di litio, che in caso di incendio si rivelano particolarmente difficili da estinguere. Ciò a causa della instabilità termica, reazione a catena che impedisce alle squadre di soccorso di spegnere le fiamme con l’utilizzo dei normali estintori, rendendosi necessario (come nel caso della Tesla Model S che aveva preso fuoco a Fort Lauderdale, in Florida) l’utilizzo di enormi quantità di acqua. In più, c’è da tenere conto dell’elevatissima tensione degli impianti elettrici (oltre 60V), sufficienti a fulminare una persona: i cavi vengono colorati in giallo proprio per essere resi immediatamente riconoscibili, tuttavia la criticità consiste anche nell’essere in grado di fronteggiare emergenze nell’immediato quando ci si trova alle prese con uno di questi cavi, come ad esempio l’estrazione di un ferito vicino ad uno dei fili ad alta tensione del veicolo. Da tenere conto, altresì, il rischio di riaccensione delle auto elettriche anche dopo un incidente.