La supercoupé di Gaydon ora ha una “sorella”: è la declinazione Cabrio, che ne mantiene inalterati l’engineering aerodinamico ed i valori di potenza e prestazioni.
Ulteriore novità da Gaydon; e sotto i riflettori c’è sempre la supercoupé “di punta” del nobilissimo marchio di oltremanica. A meno di una settimana dalla conferma della serie speciale DBS 59 (serie limitata a 24 unità che omaggia la storica vittoria alla 24 Ore di Le Mans 1959: qui il nostro approfondimento), Aston Martin affronta la primavera proponendo agli enthusiast l’edizione Cabriolet della sportiva di punta DBS Superleggera, che in ossequio alla tradizione dei nomi imposti dalla factory del Warwickshire in funzione del modello viene battezzata “Volante”. Già comunicati i prezzi di vendita (indicativi: le prime consegne sono previste ad iniziare dalla prossima estate): da 247.500 sterline (tasse comprese) per il Regno Unito; da 295.500 euro (sempre IVA compresa) in riferimento al mercato tedesco, e da 329.100 dollari (compresa la “Gas Guzzler Tax”, superbollo applicato oltreoceano ai veicoli che non soddisfano i limiti di economia di carburante richiesti) per gli USA.
Con Aston Martin DBS Superleggera Volante, l’azienda inglese punta ad un nuovo traguardo in materia di resa dinamica del veicolo; come dichiarato dagli stessi “piani alti” di Gaydon, la nuova DBS Superleggera Volante, progettata dietro la supervisione di Marek Reichman (vicepresidente esecutivo e responsabile Design) intende “Mantenere le raffinate soluzioni aerodinamiche della ‘sorella’ Coupé”, lasciando quindi inalterati l’aggressivo equilibrio delle linee esterne ed i valori prestazionali, due “voci” che in materia di derivate “en plein air” solitamente tendono a farsi “intaccare” dall’appeal vettura.
A questo proposito, e dall’analisi delle immagini messe a disposizione in queste ore, i tecnici Aston Martin sembrano volere dimostrare come le raffinatissime soluzioni aerodinamiche impostate nei mesi scorsi nella progettazione di DBS Superleggera Coupé abbiano ragione di offrire una adeguata penetrazione anche nel caso della inedita declinazione Volante. In special modo, è da notare il sapiente studio dei flussi d’aria che dalla zona anteriore del corpo vettura, attraverso lo splitter dedicato, vengono inviati alla zona posteriore (dove è presente un doppio diffusore), in modo da fornire una reale deportanza e, nel contempo, migliorare il raffreddamento del gruppo propulsore e dell’impianto frenante; nuovo è, in ogni caso, il modulo aerodinamico laterale anteriore, sviluppato in modo da attirare maggiori quantità di aria per ridurre le possibilità di sollevamento del “muso” e di conseguenza favorire la stabilità alle velocità più elevate. “Ovviamente” rivisto è il sistema Aeroblade II nella parte posteriore dell’abitacolo: le necessità della conformazione “a cielo aperto” (la capote in tela realizzata con otto strati di tessuto fonoassorbente sovrapposti richiede 14 secondi per aprirsi, e 16 secondi per richiudersi: il comando può essere effettuato anche dall’esterno, mediante il telecomando in dotazione alla chiave, entro un raggio di due metri dal veicolo) ne hanno richiesto un re-engineering, in ordine di fornire l’adeguato carico aerodinamico sul retrotreno. Con questo componente, la downforce alla massima velocità (340 km/h: il medesimo valore prestazionale della Coupé) è di ben 177 kg, appena 3 kg in meno rispetto a DBS Superleggera, dalla quale peraltro eredita l’impostazione di telaio e meccatronica.
L’assetto, che mantiene lo schema a sospensioni adattive anteriori e posteriori con tre modalità di settaggio (“GT”, “Sport”, “Sport+”) così come i gruppi ruota (cerchi da 9.5×21 ed 11.5×21 che ospitano pneumatici Pirelli PZero da, rispettivamente, 265/35 – 21 all’anteriore e 305/30 – 21 al posteriore) e l’impianto frenante carboceramico (dischi da 410 mm di diametro all’avantreno e 360 mm al retrotreno), si abbinano infatti alla poderosa unità motrice V12 da 5,2 litri sovralimentata con doppio turbocompressore, che sprigiona una potenza massima di 725 CV e 900 Nm di coppia massima fra 1.800 e 5.000 giri/min. Identico è, quindi, anche il cambio, rappresentato dallo ZF automatico ad otto rapporti di tipo Transaxle (in blocco con il posteriore e dotato di differenziale a slittamento limitato e sistemi Dynamic Stability Control e Dynamic Torque Vectoring) che insieme alla collocazione del motore più arretrata rispetto all’avantreno, consente ad Aston Martin DBS Superleggera Volante una ottimale ripartizione delle masse (51% sull’anteriore, 49% sul posteriore). Nonostante un peso complessivo piuttosto “importante” (oltre 1.800 kg), Aston Martin DBS Superleggera Volante mantiene i dati di performance della sorella Coupé: detto della velocità massima (340 km/h), il tempo sullo scatto da 0 a 100 km/h è di 3”6, ovvero appena 2 decimi in più.