Dall’ecobonus che “premia” le vetture più virtuose nelle emissioni di CO2 alle detrazioni sul bollo auto per gli autoveicoli monofuel: ecco tutte le possibilità.
Lo scorso 8 aprile il decreto ecobonus è entrato ufficialmente in fase operativa: ne hanno diritto tutti i soggetti (persone fisiche e persone giuridiche) che intendono acquistare – anche con la formula del leasing – un’autovettura avente emissioni di CO2 inferiori a 70 g/km.
Come abbiamo già avuto modo di esporre (qui il nostro approfondimento sull’Ecobonus 2019 auto) il programma di incentivi si articola su due scaglioni di detrazione. Escludendo la rottamazione, viene erogata – sotto forma di sconto applicata dalla concessionaria, la quale a sua volta, previa registrazione alla piattaforma ministeriale per l’ottenimento dell’ecobonus (consultabile a questo link), avrà cura di chiedere ed ottenere il rimborso dalla Casa costruttrice, la quale recupererà l’importo dallo Stato come credito d’imposta – una somma di 1.500 euro per tutte le vetture le cui emissioni di CO2 (fa fede quanto riportato sulla carta di circolazione) siano comprese fra 70 e 20 g/km. La seconda fascia, ben più “sostanziosa” (una base di 4.000 euro) viene applicata alle autovetture aventi valori di emissioni di CO2 compresi fra 20 e 0 g/km: di fatto, quest’ultimo “gruppo” si riferisce alle auto elettriche.
Da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è stato istituito un plafond di 60 milioni di euro per il 2019 l’anno prossimo e per il 2021, la somma stanziata per gli ecobonus sarà di 70 milioni di euro). Allo stato attuale, per i veicoli di categoria M1 (autovetture), il fondo residuo è nell’ordine di 8,98 milioni di euro. È da notare, altresì, che il decreto ecobonus ha carattere retroattivo: chiunque abbia sottoscritto un contratto di acquisto per uno dei veicoli che rientrano nelle categorie alle quali viene applicato l’ecobonus (che, ricordiamolo, ha avuto inizio lo scorso 1 marzo) ha ugualmente diritto ad ottenere l’incentivo.
Per converso – lo riportiamo in ossequio al dovere di cronaca -, nella legge di bilancio 2019 il Governo ha fissato una ecotassa, volta a disincentivare l’acquisto di autovetture considerate più inquinanti: tale provvedimento, nei mesi scorsi oggetto di numerose discussioni in Aula, è stato più volte “riveduto e corretto”, fino a giungere all’attuale formula, che dal 1 marzo 2019 al 31 dicembre 2021 grava di un importo pari a 1.100 euro l’acquisto di autovetture le cui emissioni di CO2 siano comprese fra 161 g/km e 175 g/km, di 1.600 euro per le vetture con emissioni di CO2 “a libretto” comprese fra 176 g/km e 200 g/km, di 2.000 euro per le autovetture con emissioni di CO2 comprese fra 201 e 250 g/km, e di 2.500 euro per le vetture con emissioni di CO2 superiori a 250 g/km.
Tenuto conto (lo riprendiamo anche qui brevemente) della possibilità di ottenere ulteriori agevolazioni previa rottamazione del veicolo, è da considerare l’ampio parco auto a disposizione degli automobilisti che, in procinto di cambiare la propria vettura, desiderino affrontare “con l’incentivo” la nuova concreta fase di sviluppo della mobilità sostenibile messa in pratica da alcuni dei big player del comparto automotive.
Auto ibride: gli incentivi
Fra le categorie di autovetture da considerare in ordine all’acquisto di un modello che rientri nell’ecobonus, ci sono le vetture ad alimentazione ibrida: un parco auto sempre più articolato, ed in fase di costante ampliamento in virtù delle strategie di elettrificazione messe in atto, o in fase di esecuzione, da parte delle principali Case costruttrici. Da Audi A3 e-tron (1.4 TFSI e motore elettrico da 75 kW), che denuncia 36 g/km di emissioni di CO2 e, quindi, rientra nella fascia di bonus di 1.500 euro; a Bmw 225xe iPerformance Active Tourer (52 g/km, 37.050 euro già al netto dell’incentivo), Bmw 530e (47 g/km di CO2, 58.900 euro al netto dell’incentivo), Hyundai Ioniq Hybrid Plug-In (26 g/km di CO2, da 32.400 euro “incentivato”), Kia Niro Plug-In Hybrid (29 g/km CO2, a partire da 35.200 euro già al netto dell’ecobonus), Kia Optima Plug-In Hybrid (37 g/km CO2, da 42.500 euro), Kia Optima Sportswagon Plug-In Hybrid (33 g/km CO2, a partire da 44.250 euro al netto dell’incentivo), MINI Countryman Cooper S E All4 (55 g/km CO2, prezzo “incentivato” da 37.600 euro), Mitsubishi Outlander PHEV (46 g/km CO2, importo già al netto dell’ecobonus 48.400 euro), Toyota Prius (con emissioni nell’ordine di 70 g/km rientra per un soffio negli incentivi: il prezzo, già detratto dell’ecobonus, parte da 28.000 euro), Toyota Prius Plug-In (22 g/km CO2, prezzo già netto di ecobonus da 40.300 euro).
Auto elettriche: gli incentivi
Le vetture ad alimentazione 100% elettrica che hanno accesso all’ecobonus previsto dalla legge di bilancio 2019 sono pressoché tutte: la differenza viene data dal prezzo di vendita, che – così come avviene per la fascia di detrazione inferiore – non deve superare 50.000 euro + IVA. Alcuni esempi: Bmw i3 (prezzo di listino al netto dell’ecobonus e senza rottamazione: 36.100 euro), Bmw i3s (in vendita – prezzo già detratto dell’ecobonus – a partire da 39.900 euro), Citroen E-Méhari (da 23.300 euro), Citroen C-Zero (da 26.890 euro già con incentivo), Hyundai Kona EV 39 kWh (da 33.500 “incentivati”), Hyundai Ioniq EV 28 kWh (prezzo già al netto dell’ecobonus: da 33.750 euro), Hyundai Kona EV 64 kWh (a partire da 38.500 euro già netto di incentivo), Kia Soul EV (da 33.000 euro, già netto), Mitsubishi i-MIEV (da 25.900 euro), Nissan Leaf 40 kWh (da 30.710 euro), Nissan e-NV200 40 kWh (da 35.810 euro), Peugeot iOn (da 24.300 euro), Peugeot Partner Tepee EV (da 29.000 euro), Renault Zoe R90 (da 21.800 euro), Renault Zoe Q90 (da 22.300 euro), Renault Zoe R110 (da 23.700 euro), Renault Kangoo ZE (da 24.850 euro), Smart fortwo Electric Drive (da 20.198 euro), Smart forfour Electric Drive (da 20.750 euro), Tesla Model 3 Long range (da 54.980 euro), Volkswagen e-Up! (da 23.000 euro), Volkswagen e-Golf (da 36.100 euro).
Auto a metano e GPL: le agevolazioni
L’alimentazione a carburante alternativo (settore nel quale l’Italia assume da decenni un ruolo di primo piano a livello europeo) rappresenta sempre una valida scelta per chi intenda risparmiare sul costo dei rifornimenti e, nel contempo, circolare anche nelle giornate di blocco del traffico. Molti dei modelli alimentati a GPL e metano (qui la nostra guida su quale convenga di più) non rientrano, peraltro, nell’ecobonus 2019. La normativa nazionale (art. 17, comma 5 della legge n. 449 del 27 dicembre 1997) prevede, come agevolazione finanziaria e fiscale a supporto dello sviluppo dei veicoli GPL e gas naturale, la riduzione del 75% della tassa di proprietà (bollo auto) classificati monofuel, ovvero in cui il serbatoio della benzina abbia una capacità inferiore a 15 litri. Esistono, tuttavia, agevolazioni territoriali relative alla tassa di proprietà (il bollo auto), che, a seconda della regione; allo stesso modo, è possibile approfittare – tenendo d’occhio le varie offerte – degli sconti eventualmente applicati dalle Case costruttrici.
Ricordiamo, fra i provvedimenti di più recente istituzione per lo sviluppo dell’alimentazione “green”, il decreto del 12 marzo 2019 firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 20 marzo scorso (consultabile a questo link), che di fatto dà via libera al rifornimento fai-da-te per il metano (qui il nostro approfondimento), seppure a determinati requisiti.