Il piano di Cape rev per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese piace a (quasi tutti) i sindacati: auto elettrica e 910 occupati a regime.
Il piano di Cape rev per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese piace a (quasi tutti) i sindacati: auto elettrica e 910 occupati a regime.
Il segretario generale del sindacato Uilm, Eros Panicali, ha valutato positivamente la proposta del ministero dello Sviluppo Economico di investire 119 milioni di euro per avviare a Termini Imerese la produzione e la commercializzazione di auto elettriche e delle batterie per alimentarle.
“A regime – ha detto Panicali – nell’ex stabilimento Fiat lavoreranno 910 persone, 800 delle quali potrebbero essere assunte fra quelle già in organico nella fabbrica o nelle aziende dell’indotto”. Il plant siciliano dovrebbe produrre a pieno ritmo nel giro di 5 anni, sempre che il segmento dei veicoli a emissioni zero riesca a decollare.
La proposta, illustrata oggi al dicastero dal finanziere siciliano Cimino e dal partner indiano Mahindra Rev, è quella della Cape rev, una delle 7 aziende selezionate per rilevare lo stabilimento di Termini Imerese che Sergio Marchionne lascerà alla fine del 2011.
Nel primo anno di attività – ossia nel 2012 – dovrebbero essere occupate 285 persone, di cui 185 nel settore auto e vero e proprio e le restanti 100 nel settore batterie.
Di parere simile anche i rappresentanti delle altre sigle sindacali, come la Fim, l’Ugl metalmeccanici e la Fismic. Piuttosto perplesso, invece, Roberto Mastrosimone, rappresentante della Fiom di Palermo che ritiene che il piano Cimino non sia chiaro dal punto di vista finanziario.
“Dopo quasi 2 anni di confronti ci ritroviamo ancora senza certezze sulla ricollocazione dei 2.200 lavoratori dello stabilimento. La Fiat ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Termini nel giugno del 2009 e ancora c’è troppa incertezza” ha detto.