La singolare scelta di un facoltoso (ma poco rispettoso) californiano. Adesso, la 360 sviluppa 1000 CV. Ma il prestigio va a farsi benedire…
La singolare scelta di un facoltoso (ma poco rispettoso) californiano. Adesso, la 360 sviluppa 1000 CV. Ma il prestigio va a farsi benedire…
In inglese si dice “engine swapping”. In italiano, in questo caso… “sacrilegio”. D’altro canto, un fanatico di track day che abita in California, cosa potrebbe fare nel caso che il motore della propria Ferrari 360 rendesse l’anima durante un infuocato duello in pista? Semplice, risponderebbe il facoltoso (e, come vedremo, irrispettoso) proprietario: basta sostituire il prezioso V8 da 3,6 litri e 5 valvole per cilindro, che già nella versione “corsa” eroga 415 CV con un altrettanto performante, ma ben più grezzo, motore made in USA. V8 anche questo, ma al contrario del motore d’origine della 360, si tratta di un 7 litri Chevrolet, opportunamente rivisto e in grado di erogare ben 1000 CV.
E’ quanto è stato realizzato, in questi giorni, in California, dove il proprietario della Ferrari 360 Modena, che durante la settimana fa compagnia ad altre regine di un garage da lustrarsi gli occhi (Porsche 911 GT3, altre Ferrari, e non una, ma ben due Pagani Zonda), durante un track day ha subito uno dei danni più gravi: la rottura del motore.
Chiunque altro si fosse trovato nelle stesse condizioni, avrebbe sostituito il V8 made in Maranello con un’unità analoga. In questo caso, invece, il “traditore” ha pensato bene di agire fuori dagli schemi. E ha fatto installare un 7 litri Chevrolet elaborato dalla Lingenfelter Performance, tuner specializzato nell’elaborazione estrema dei modelli più sportivi del Gruppo General Motors. Un big block a doppio turbocompressore, che sviluppa la bellezza di 1000 CV, e accoppiato a un cambio semiautomatico Weismann a sei rapporti. Per fortuna, l’elenco delle caratteristiche tecniche si ferma qui.
Crediamo che, per questa Chevy-Ferrari, i pareri non saranno del tutto teneri. Ognuno è libero di agire come meglio crede; ma l’installazione di un rozzo, pesante, tecnicamente arcaico e ben meno “nobile” V8 Chevy nel prezioso vano motore di una Ferrari 360 GT (costruita, peraltro, in poche centinaia di esemplari, e tutti destinati alla pista) non sia il modo migliore di valorizzare la vettura. Per non parlare del marchio Chevrolet sistemato a bella posta sulla griglia posteriore e sul musetto anteriore della Ferrari 360.
Sicuramente, questa Ferrari sprigionerà 1000 CV; sicuramente, ora, sarà una bestia nera per i track day della West Coast (a proposito: ma queste giornate in pista per amatori non dovrebbero svolgersi all’insegna del fair play?). Quanto a conoscenza personale della storia dell’automobilismo di maggiore prestigio, qua siamo ai livelli del garage del ragazzino sotto casa. California o no.