Al Salone di Shanghai Fiat presenta la 500 per la Cina, dove sarà acquistabile da settembre. L’anno prossimo debutterà una 3 volumi.
Al Salone di Shanghai Fiat presenta la 500 per la Cina, dove sarà acquistabile da settembre. L’anno prossimo debutterà una 3 volumi.
Dopo l’esperienza fallimentare degli scorsi anni, Fiat ci riprova, e presenta a Shanghai piani concreti per conquistare la Cina. In prima linea c’è la 500, che dopo aver sedotto europei e nordamericani, restituirà al Lingotto un’immagine più fresca e moderna anche sul mercato del Fiume Giallo, per spianare il campo ai nuovi modelli progettati specificatamente per il mercato locale.
L’operazione Cina ricalcherà la strategia adottata per penetrare negli USA: per ammissione di Sistino, direttore Operazioni Internazionali di Fiat, “il valore della 500 sul mercato cinese in questo momento è soprattutto quello di brand positioning, di far conoscere il marchio Fiat e i valori dell’italian style”. Dal 2012 invece arriveranno prodotti più remunerativi, dai quali si attendono i grandi numeri. Perchè il Gruppo ha intenzione di “giocare un ruolo significativo, di lungo termine e mettere in piedi un business profittevole.”.
La 500 presentata oggi al Salone di Shanghai non aggiunge novità alla versione americana, ed è quindi dotata del 1.4 MultiAir da 102 cv e del cambio automatico. Le vetture saranno direttamente importate dall’America, permettendo così di saturare la capacità produttiva dello stabilimento messicano di Toluca, contenendo inoltre i costi di produzione e permettendo di effettuare le prime consegne sul mercato cinese già a settembre. Da questo modello Fiat non si attende grandi volumi, infatti le vendite previste sarebbero stimate in 5 mila unità all’anno.
Nel 2012 seguiranno a ruota due o tre nuovi modelli specificatamente progettati per la Cina ed assemblati in loco nel nuovo stabilimento realizzato con il partner GAC di Ghuanzhou. Il primo a debuttare dovrebbe essere un’inedita berlina Fiat tre volumi di segmento C, che nascerà sul pianale della Giulietta con l’obiettivo di venderne 140 mila ogni anno. Ancora sconosciuti i piani per l’ampliamento di gamma negli anni successivi.
Ma il denominatore comune sarà freschezza stilistica e tecnologica, per scongiurare l’insuccesso dei prodotti sottotono lanciati negli scorsi anni dal gruppo italiano in partnership con la Nanjing, dalla quale si è separata nel 2007. Il mercato cinese è cresciuto esponenzialmente e tende ora a rallentare la propria ascesa, mentre il gusto degli automobilisti cinesi si fa sempre più affinato ed esigente, e non è più sufficiente destinare alla Repubblica Popolare i vecchi prodotti dismessi dalle linee europee. Sistino promette “prodotti e tecnologie di ultima generazione”, confidente nel fatto che “la domanda qui continua a espandersi a tassi per noi europei impensabili e perciò resta uno dei mercati più attraenti e promettenti del mondo”.
Restano comunque le incognite sull’impresa più ardua, quella di sviluppare praticamente da zero una rete commerciale capace di raggiungere qualsiasi potenziale cliente nella nazione più popolosa del mondo. Ad oggi il gruppo Fiat conta 44 punti vendita, destinati a raggiungere la cinquantina entro la fine dell’anno, per poi raddoppiare nel 2012. Ma senza dubbio recuperare il terreno fertile lasciato alla concorrenza non sarà facile.