Con un comunicato Aston Martin ha ufficializzato il taglio alla produzione della Rapide, che sarà prodotta adesso in soli 25 esemplari al giorno.
Con un comunicato Aston Martin ha ufficializzato il taglio alla produzione della Rapide, che sarà prodotta adesso in soli 25 esemplari al giorno.
La crisi continua ad investire il mondo dell’auto e a quanto pare non risparmia nemmeno i modelli di fascia alta e altissima. Prova ne è la decisione presa dai vertici della Aston Martin, che hanno comunicato l’intenzione di tagliare la produzione della Rapide, pare per delle difficoltà incontrate sul mercato dal modello.
Secondo le indiscrezioni, la quattro porte sportiva della casa inglese non avrebbe centrato gli obiettivi di vendita prefissati e questo avrebbe portato al taglio, con la produzione che sarà limitata d’ora in avanti a 25 esemplari al giorno, che in totale fanno 1.250 veicoli all’anno, quindi ben 750 in meno di quanto previsto inizialmente.
Difficile capire se alla base della scelta possa aver in qualche modo influito il fatto che la produzione modello sarà spostata dallo stabilimento di Magna Steyr, in Austria, a quello storico di Gaydon, in Inghilterra, che secondo alcune ipotesi non sarebbe al momento in grado di assicurare volumi di produzione più elevati.
In questo contesto la ragione più credibile sembra essere comunque quella di scarsi riscontri sul mercato, che probabilmente non ha accolto la Aston Martin Rapide in maniera molto “calorosa”, nonostante la sportiva inglese possa contare su una dotazione tecnica di tutto rispetto, comprendente il telaio e la scocca in alluminio, le sospensioni attive a doppi triangoli sovrapposti, un impianto frenante potenziato e soprattutto un V12 da 6.0 litri capace di fornire 477 cavalli di potenza e 600 Nm di coppia massima che, in abbinamento al cambio Touchtronic 2 a sei marce, consente di raggiungere una velocità massima di 300 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi.
Contenuti più che validi che però si traducono in un prezzo di listino di 195.700 euro: forse il vero responsabile del presunto scarso successo presso il pubblico.