Un convegno organizzato da FleetMobility ha fatto il punto sull’andamento delle vendite di auto usate.
Un convegno organizzato da FleetMobility ha fatto il punto sull’andamento delle vendite di auto usate.
Il 2015 cresce il mercato dell’auto usata: i dati del primo trimestre, resi noti dall’Osservatorio CarNext, mostrano un incremento del 7,08% rispetto allo stesso periodo del 2014. Il milione 155.948 passaggi di proprietà comprendono anche le minivolture, ossia delle permute che i commercianti venderanno agli utenti finali.
La crescita, comunque, è in linea anche con i dati relativi al mercato reale dell’auto usata, che comprende le vetture effettivamente acquistate da privati e imprese, che hanno toccato quota 692.066 unità con un incremento del 7,11% rispetto al primo trimestre 2014.Ed è proprio a questo comparto che il centro studi Fleet & Mobility ha dedicato un convegno al quale hanno partecipato Case auto, dealer e associazioni di categoria.
«Gli ultimi 2 anni sono stati duri per il mercato dell’auto» ha detto Pierluigi Del Viscovo, direttore del centro studi. «Per quanto riguarda l’usato, questo ha risentito del forte calo di vendita del nuovo, che ha comportato una riduzione dell’offerta di vetture di seconda mano, dato che gli italiani mantenevano quelle in loro possesso». E infatti molti concessionari italiani hanno lamentato una scarsità di usato da mettere in commercio. «Situazione comprensibile – ha detto – visto che le permute erano fortemente ridotte dato che erano legate alle vendite di nuovo ai privati, che in pochi anni si sono dimezzate».
Intanto, una indagine dello stesso centro studi ha misurato l’evoluzione di vendite di auto usate nelle concessionarie italiane, ottenendo alcuni dati interessanti che delineano l’andamento del settore della “seconda mano”. Il numero medio di vetture in stock dai dealer italiani è “drammaticamente” sceso dalle 178 unità del 2007 alle 58 dello scorso anno.
Parallelamente, se 8 anni fa le vendite annue medie di ogni concessionario e di 699 auto, nel 2014 si è toccato il punto più basso, con 255 vetture, cosa che ha portato anche a un crollo inesorabile del giro d’affari medio, passato da 6,12 milioni di euro a poco meno di 2 milioni. Un tracollo cui ha dato il suo piccolo contributo anche la diminuzione del valore medio di ogni unità di seconda mano, passato da 8.760 euro del 2007 ai 9.000 del 2010 fino ai 7.806 del 2014.