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A Rétromobile le Alpine-Renault della vittoria alla 24 Ore di Le Mans 1978

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 8 feb 2018
A Rétromobile le Alpine-Renault della vittoria alla 24 Ore di Le Mans 1978
Quarant’anni dopo lo storico successo, le Alpine A442 (compresa quella vincitrice con Jaussaud e Pironi) e A443, testimoni di un'epoca di grande sviluppo tecnologico, fanno bella mostra di sé all’esposizione di Parigi.

Che decennio, gli anni 70 del motorsport! Gli anni della definitiva consacrazione di una filosofia totalmente diversa da quella, un po’ più “artigianale”, che aveva tenuto banco nelle epoche precedenti; l’affermarsi di nuove tecnologie anche in virtù di massicci investimenti economici da parte degli sponsor che, partiti in sordina alla fine degli anni 60, decisero di fatto i nuovi equilibri delle competizioni motoristiche e contribuirono ad un radicale sviluppo tecnologico delle vetture. Per la serie: “Chi più ha, meglio si trova”, gli anni 70 vengono visti oggi come spartiacque fra due epoche.

Tre storiche testimoni del decennio vengono esposte in questi giorni a Rétromobile 2018, la prima grande rassegna europea dedicata al mondo dei veicoli “vintage”, in programma a Parigi-Porte de Versailles fino a domenica 11 febbraio. Si tratta delle quattro Alpine-Renault che furono protagoniste nell’edizione 1978 della 24 Ore di Le Mans, della quale viene celebrato il quarantennale.

Un evento che si concluse con la storica vittoria della A442B “numero 2” condotta dall’esperto Jean-Pierre Jaussaud (pilota dalla lunghissima carriera agonistica in pressoché tutte le specialità sportive, che ha concluso non moltissimi anni fa) e dall’allora emergente Didier Pironi, il biondo driver di origine friulana per parte di madre che in quel 1978 aveva debuttato in F1 sotto l’ala di Ken Tyrrell.

Accanto alla Alpine-Renault A442B di Jaussaud e Pironi, Renault espone a Rétromobile 2018 le rispettive “sorelle” A443 “numero 1” (in gara, in quell’occasione, con Jean-Pierre Jabouille e Patrick Depailler), che si ritirò a sei ore dalla conclusione della maratona dopo essere stata al comando per quasi diciotto ore, la A442A “numero 3” nella quale si alternarono Derek Bell e Jean-Pierre Jarier (anch’essa terminò anzitempo la 24 Ore del 1978), e la A442A “numero 4” sponsorizzata Calberson (i “volanti” erano José Dolhem, Guy Fréquelin e Jean Ragnotti, ai quali si aggiunse lo stesso Jabouille), che concluse la gara in quarta posizione, a 11 giri di distacco dalla Alpine vincitrice.

Una “armata” di “barchette” biposto a motore 2 litri turbo e di piloti che gli appassionati di storia sportiva conoscono bene, non fosse altro per il fatto che il successo alla 24 Ore di Le Mans 1978 per Alpine-Renault coincise con un doppio traguardo: il coronamento di lunghi anni di impegno in pista (il marchio “Alpine”, leggendario nei rally, fu altrettanto di primo piano in F2 e F3, così come nelle categorie Sport-prototipo; ma dovette scontrarsi a lungo con il “colosso” Matra), e una prima consacrazione del motore turbocompresso in una competizione europea. La tecnologia della sovralimentazione comparve sul taccuino delle priorità dei dirigenti Renault Sport già verso la metà degli anni 70, per essere sviluppata (cercando di mantenere il massimo riserbo possibile) anche con la collaborazione di Jean-Pierre Jabouille, valente tecnico oltre che buon pilota, fino a debuttare in F1 durante la stagione 1977 con lo stesso Jabouille al volante della prima monoposto turbo (anzi: bi-turbo) della storia moderna della massima Formula.

Conclusa con successo la “spedizione” alla 24 Ore di Le Mans 1978, che oggi può essere considerata come il “canto del cigno” nella prima fase della storia Alpine, i vertici della Marque è Losange puntarono i propri riflettori proprio sulla F1; la prima vittoria – con Jabouille e la RS10 che inalberava orgogliosa la scritta “Renault-Gordini” sui coperchi valvole, essendo stata l’ultimo progetto curato dal leggendario Amedeo Gordini – sarebbe arrivata esattamente un anno dopo, il 1 luglio 1979, al GP di Francia che si disputò a Digione.

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