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Aci, in Italia infrastrutture inadeguate

Di Lorenzo Stracquadanio
Pubblicato il 29 ott 2009
Aci, in Italia infrastrutture inadeguate
Gelpi, presidente Automobile Club d'Italia: "Il gap con gli altri Paesi aumenta. Occorre ammodernare la rete per trasformare la mobilità"

Gelpi, presidente Automobile Club d’Italia: “Il gap con gli altri Paesi aumenta. Occorre ammodernare la rete per trasformare la mobilità”

Carenza di risorse, “complicazione affari semplici” delle procedure amministrative e continui cambi di strategie a livello politico. Sono queste le cause principali del ritardo del nostro Paese sul fronte delle infrastrutture nello scenario internazionale.

A scattare questa brutta fotografia d’Italia è Enrico Gelpi, presidente dell’Automobile Club d’Italia, in occasione della 65^ conferenza del Traffico e della Circolazione tenuta a Riva del Garda, in provincia di Trento. Un appuntamento cui ha preso parte anche il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta.

Il ritardo dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei è fin troppo evidente quando si parla di infrastrutture, e il gap aumenta di anno in anno – afferma Gelpi – Adesso che comincia a intravedersi l’uscita del tunnel della crisi, tutti i governi mondiali puntano sulle infrastrutture per la mobilità, perché il loro sviluppo rappresenta la chiave strategica del rilancio economico e sociale. Il nostro Paese deve fare lo stesso”.

Il numero uno dell’Aci ha puntato il dito in particolare sul deficit infrastrutturaleche ostacola l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto e compromette il turismo. Il potenziamento degli hub aeroportuali non serve se non si inserisce in un disegno più ampio. Il turismo in Italia è ancora troppo legato all’auto: il 62% degli stranieri arriva con la propria automobile e il 73% degli spostamenti degli italiani avviene su quattro ruote”.

Il tutto si svolge su una rete viaria obsoleta che determina congestione e incidenti stradali, a fronte di una spesa annuale stimata in 168 miliardi di euro. Eppure basterebbe poco per tirare una boccata d’ossigeno; secondo l’Aci ogni euro versato per l’ammodernamento delle infrastrutture produrrebbe un risparmio di 20 euro sui costi sociali imputabili agli incidenti, che solo in Italia superano ogni anno i 30 miliardi di euro.

Le lacune della rete italiana si fanno più evidenti nelle città dove, rileva l’Automobil Club, la congestione provoca il 70% dei sinistri stradali. Per venire fuori da questa situazione occorre investire nel trasporto pubblico, specie su rotaia, che rappresenta l’unica soluzione per ridurre il traffico e ottimizzare la mobilità nei centri urbani. Nonostante ciò ancora oggi il 46% degli italiani scarta mezzi pubblici come bus e tram perché scomodi e poco pratici.

Occorre inoltre – conclude il presidente dell’Aci – stimolare amministrazioni pubbliche e cittadini ad adottare comportamenti più attenti alla mobilità sostenibile, attraverso un sistema premiante per gli Enti locali che dimostrino capacità di innovazione e una duratura politica di incentivazione economica per l’ammodernamento del parco veicolare con vetture eco-compatibili”.

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