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Alfa Romeo Giulia: la genesi del design

Di Valerio Verdone
Pubblicato il 12 mag 2016
Alfa Romeo Giulia: la genesi del design
Nelle parole dei progettisti i segreti sulle linee della berlina del rilancio Alfa Romeo.

Nelle parole dei progettisti i segreti sulle linee della berlina del rilancio Alfa Romeo.

Ci siamo. L’Alfa Romeo Giulia, la berlina che segna il nuovo corso della Casa del Biscione, è finalmente arrivata. Prima di guidarla, l’abbiamo guardata e riguardata per capire fino in fondo il suo design, che può apparire semplice, ma è in realtà un espressione di concetti stilistici mirati. Ne abbiamo parlato direttamente con i suoi progettisti.

“L’Alfa Romeo è sempre stato un marchio che ha realizzato auto dalle linee pulite”, ci ha spiegato Alessandro Maccolini, Chief Design del brand italiano. Così, per provocazione, abbiamo riferito che, sulle prime potrebbe ricordare una BMW, ecco la nemica giurata della Giulia, quella che attualmente è il riferimento della categoria, vale a dire la Serie 3.

Ma su questo punto Maccolini dissente, “nonostante il motore sia longitudinale, non deve essere assimilata ad una BMW, ma ad una tradizione Alfa Romeo (vedi 75)”. Poi ci racconta un antefatto curioso, ovvero che Chris Bangle, all’epoca della prima BMW Serie 1, si era ispirato alla 147, mentre oggi nessuna vettura dell’Elica è stata presa come riferimento per la nuova Giulia.

Per quanto riguarda i parallelismi con la Giulia originale, beh, bisogna cercarli essenzialmente per ciò che concerne l’innovazione tecnica, ma, a ben vedere, c’è un tratto del frontale, dove originano i gruppi ottici anteriori, che ha una certa somiglianza, soprattutto se si ha la possibilità di avere nelle vicinanze la prima Giulia. Anche l’alettone della Quadrifoglio richiama la celebre antenata.

“Lo stile presenta un montante posteriore ed un lunotto che hanno un andamento tondeggiante, sono da toccare più che da guardare”. Detto fatto, al tatto la Giulia è tondeggiante, perché, continua Maccolini, “si è scelta la via della pulizia”.

Ma sapete qual è l’elemento che ha creato più grattacapi ai designer? Il frontale, che sì, presenta l’imprescindibile trilobo, “ma è stato difficile conferirgli dinamismo con gli sbalzi corti”.

Assodato che la Giulia è più complessa di quanto sembri ad una prima occhiata, con una linea centrale della fiancata che scompare per dare forza muscolare ai passaruota, è lecito domandarsi se presto arriverà una variante wagon o coupé. “Al momento non si può dire ma il pianale lo consentirebbe, e poi, non dimentichiamoci che la 156 Sportwagon inizialmente non era prevista”.

Quindi, la nuova berlina del Biscione rappresenterà il nuovo corso stilistico del marchio? Una domanda ovvia, che sorge spontanea, come direbbe Antonio Lubrano, ma che genera una risposta che lascia ben sperare: “non è detto che influenzerà lo stile delle prossime Alfa Romeo, questo marchio non standardizza”!

Ecco, questo è il punto, la Giulia è solamente la prima di una serie di vetture che avranno il compito di riportare l’Alfa Romeo agli antichi fasti, e magari, in base ai risultati commerciali, riceverà nuove varianti, come la wagon o la coupé, ma intanto è tra noi con il suo design muscoloso e pulito al tempo stesso.

Certo, la Quadrifoglio è innegabilmente più pesante nelle linee, per via delle appendici aerodinamiche, ma la variante destinata ai grandi volumi è filante ed elegante, pur senza perdere quella sportività degna di ogni Alfa Romeo che si rispetti.

Ci piace? I gusti sono soggettivi, ma non si può non ammettere che abbia del carattere, anche se poi saranno gli automobilisti a decretarne l’eventuale successo.

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