Alfa Romeo Giulia: quello che le tedesche non hanno
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Scopriamo i punti di forza della berlina del Biscione che sfida i panzer tedeschi.
La missione della nuova Giulia è tanto semplice quanto complicata: far tornare la passione verso il marchio Alfa Romeo, snaturato negli ultimi anni e limitato nel listino rispetto alla concorrenza teutonica. Per questo c’era una grande aspettativa nella prova stampa andata in scena a Balocco, la scorsa settimana.
Noi c’eravamo, non potevamo perderla e l’abbiamo guidata per capire se può essere realmente l’auto della rinascita. D’accordo, passione, rinascita, ambizione, tutte belle parole, che gli uomini Alfa ripetevano come un mantra. Ma poi? I contenuti? Ci sono? Scopriamolo analizzando l’auto nei suoi particolari più intimi.
Per prima cosa le sospensioni, quelle anteriori sono a quadrilatero alto, in alluminio, per migliorare la sensibilità dello sterzo ed il feeling indotto al guidatore. Ma non è tutto, grazie a questo schema, il motore è stato spostato il più in basso possibile, ed è chiaro che il [glossario slug=”baricentro”] più basso indica una miglior tenuta di strada ed una maggiore agilità.
Inoltre, le sospensioni posteriori sono a 4 link e mezzo, e ciò vuol dire una grande reattività di risposta senza inficiare il comfort di marcia, dovuto all’assorbimento delle asperità stradali. Ma la vera chicca è rappresentata dall’albero di trasmissione del cambio manuale a 6 marce in carbonio per tutte le versioni.
Quindi, la versione convenzionale è comunque sofisticata, sottopelle, come la Quadrifoglio, e questo le conferisce un innegabile valore aggiunto. Chiaramente, la variante più spinta, con 510 CV da scaricare a terra direttamente attraverso l’asse posteriore presenta un grado di sofisticazione ulteriore.
Così, non stupisce che la Quadrifoglio abbia anche degli elementi in fibra di carbonio nel pianale, oltre agli acciai ad alta resistenza e all’alluminio: roba da BMW Serie 7! Ma non è tutto, la Giulia V6 2.9 biturbo si avvale anche di un differenziale posteriore con 2 frizioni gestite elettronicamente, per ripartire tutta la [glossario slug=”coppia-motrice”] (600 Nm), e di un sistema di disattivazione parziale dei cilindri, per ridurre i consumi.
Non vi basta? Allora sappiate che la frenata è gestita dall’elettronica con il Brake by Wire, qualcosa che riporta l’Alfa Romeo ai tempi in cui dettava legge con le sue soluzioni tecniche.
Ecco, questa è la Giulia, ma tutte queste soluzioni le consentono di essere una reale alternativa alle tedesche? Cosa ha più di loro? La risposta diventa ancora più chiara dopo averla guidata: l’emotività che suscita anche tra i più scettici, ed il coinvolgimento che riesce a regalare al volante.
Inutile girarci intorno, alla guida la Giulia è una vera Alfa, una di quelle auto che puoi utilizzare sia sull’asciutto che sotto la pioggia, e ti fa scendere con un sorriso stampato sulla faccia. Troppo riduttivo? Benissimo, allora sappiate che l’avantreno non galleggia, non si alleggerisce, e trasmette sempre e comunque i movimenti delle ruote anteriori.
E il retrotreno? Lui segue impeccabile l’anteriore, aiuta a chiudere la traiettoria se necessario e regala tanto grip meccanico ed una stabilità da riferimento. Quindi, tornando alla domanda di prima, cosa ha la Giulia più delle tedesche? Forse un equilibrio generale invidiabile, un comportamento dinamico da riferimento unito ad un’immagine cool che da sempre contraddistingue il brand Alfa Romeo.
Vi chiedete ancora se sia una reale alternativa alle varie BMW Serie 3, Mercedes Classe C e Audi A4? La risposta è sì, ed è una risposta tutta italiana! Chiaro che quando giochi contro le prime della classe ti esponi al contropiede, perché il confronto è duro e serrato, ma la Giulia ha tutti i numeri per ben figurare e dire la sua in un mercato premium che non fa sconti, a nessuno!
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