Amianto nel Traforo del Monte Bianco: chiuderà 3 mesi all'anno per 18 anni
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Il Traforo del Monte Bianco necessita di interventi di ristrutturazione, perché sono state riscontrate delle tracce di amianto al suo interno che dovranno essere piano piano rimosse. Per questo motivo le società italiana e francese che gestiscono questo grande passaggio di comunicazione su strada, hanno pianificato una chiusura intermittente che dovrebbe durare per tre mesi all’anno per 18 anni. Questo costerà non pochi rallentamenti del traffico merci e anche una seria difficoltà per tutta l’industria, perché questo tunnel è una delle principali arterie per il trasporto su gomma.
Le tracce di amianto
Le interruzioni sono dunque necessarie a seguito del ritrovamento di amianto nel cantiere di risanamento dell’impalcato stradale, datato aprile 2021. Ovviamente non stiamo parlando di una quantità pericolosa per l’uomo, ma sicuramente quel poco di amianto che persiste deve essere rimosso, per essere poi sostituito con elementi più sostenibili dal punto di vista ecologico.
Perché è presente questo materiale tossico
Il Traforo del Monte Bianco è stato completato nel 1965, in quel periodo l’Italia si distingueva per essere tra i principali produttori mondiali dell’amianto. Questo materiale aveva un basso costo e delle proprietà eccezionali, poiché garantiva un’alta resistenza alla trazione, era ignifugo, termoisolante e con una scarsa conduzione del calore. Va aggiunto all’elenco anche l’essere fonoisolante. All’apparenza l’amianto sembrava il materiale perfetto per un certo tipo di strutture, come i tunnel. Peccato che poi sia scoperto che, in seguito a processi idrotermali a basse temperature e pressioni che compromettevano le sue fibre, diventava cancerogeno per l’essere umano.
Traforo del Monte Bianco chiuso: crisi per la logistica
Il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova, Savona e Vado Ligure, Paolo Emilio Signorini, ha affermato che la chiusura intermittente del Traforo del Monte Bianco causerà un grave danno al sistema logistico italiano, che prima colpirà quello su gomma, ma avrà effetti a cascata anche su quello marittimo e ferroviario.
Una prospettiva che trova in alleato il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, che durante l’assemblea di Confindustria Genova, ha dichiarato: “Ci sono chiusure programmate di tre mesi all’anno per i prossimi 18 anni. Ne avrei parlato volentieri con il viceministro Rixi se fosse rimasto. Se il piano è confermato sarà un colpo durissimo per tutto il Nord Ovest. Credo sia necessario a questo punto mettere subito in cantiere la seconda canna del tunnel. Ma si oppone la Francia e allora ci viene qualche dubbio sul futuro”.
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