Dalla volontà della piccola Azienda statunitense un buggy ispirato al veicolo che Steve McQueen portò alla Baja 1000 del 1967. Tutti i dettagli.
Dal progetto alla realtà, con un occhio rivolto alle competizioni – come da “tradizione” della piccola factory statunitense nata dalla volontà del fondatore James Glickenhaus di costruire supercar in edizione ultralimitata e su ordinazione -, il passo è breve. SCG-Scuderia Cameron Glickenhaus ha sfruttato la Monterey Car Week, evento californiano che da tempo vede fra i più assidui frequentatori l’enthusiast newyorkese, per svelare al grande pubblico di estimatori la “super-offroad” Boot, ovvero una reinterpretazione in chiave moderna (anche questo è uno degli atout di immagine propri di Scuderia Cameron Glickenhaus) del “Buggy” che Steve McQueen aveva portato in gara alla Baja 1000 del 1967. Veicolo, del resto, attualmente di proprietà del facoltoso produttore cinematografico, imprenditore, regista e collezionista con sede a New York, e le cui peculiarità hanno rappresentato la “base di partenza” sulla quale allestire l’inedito Boot “new gen”.
Ispirato al buggy di Steve McQueen
Come accennato, l’origine progettuale (rivelata già nei mesi scorsi attraverso alcuni render di anteprima) è inedita per la piccola azienda americana, finora attiva nel settore delle supercar concepite per impieghi esclusivamente “on road” (SCG 003, SCG 004, SCG 006, SCG 007). SCG Boot porta con se la volontà di esecuzione che da tempo ha reso Glickenhaus celebre nel mondo: ovvero, partire da un veicolo storico (come nel caso delle leggendarie Ferrari 330 P3 e P4, evolute nella P4/5 by Pininfarina del 2006) per sviluppare una vettura moderna. Nel caso di SCG Boot, si tratta del fuoristrada motorizzato General Motors costruito da Vin Hackley per Steve McQueen, il quale lo portò in gara (insieme a Bud Enkins) alla celebre Baja 1000.
Dal progetto all’anteprima
I primi sketch del “Boot” by Scuderia Cameron Glickenhaus datano all’inizio del 2018, quando cioè i “piani alti” dell’azienda diedero mandato al designer Michel Young di sviluppare un Baja Boot “del 21. secolo “ che fosse in grado di prendere parte alla Baja 1000 in configurazione standard – vale a dire senza ricorrere ad alcuna elaborazione – e, una volta completata l’impresa, riaccompagnare il pilota ed il navigatore alle rispettive abitazioni. Questa, in sostanza, sarà la sfida: essere al via alla prossima edizione della maratona offroad che si tiene ogni anno nel sud della California (l’edizione 2019 si terrà a novembre). Il progetto ed il programma di sviluppo-racing è stato affidato al pilota professionista Darren Skilton; l’esecuzione dei lavori di allestimento degli esemplari pronti-corsa sono a cura del tecnico Elliot Pollock e della factory Armada Engineering.
Motori Corvette, layout essenziale
Come si conviene ai veicoli che partecipano alla competizione offroad californiana, l’SCG Boot si presenta decisamente “scarno” nell’immagine esteriore. Le declinazioni progettate sono due: in configurazione standard, il “Boot” by Glickenhaus” viene equipaggiato con un sistema di sospensioni indipendenti da ben 19” (circa 480 mm) di escursione, pneumatici BFGoodrich All-Terrain T/A K02 su cerchi Method Race Wheels da 17” e, alle spalle di pilota e passeggero, motorizzazione 6.2 V8 di origine Chevrolet Corvette da 466 CV. Nella versione-corsa, l’upgrade prevede un kit di sospensioni ulteriormente rinforzate e ampliate nell’escursione (22”, ovvero poco meno di 560 mm), doppi ammortizzatori all’avantreno e al retrotreno, pneumatici maggiorati, serbatoio più capiente in modo da garantire l’autonomia per tappe di 800 km, impianto frenante potenziato, e unità motrice V8 6.2 “small block” LT4 e dotata di sistema di sovralimentazione, per una potenza di 659 CV.