Niente capotte e tanta potenza: a sette anni dalla concept CC100, Gaydon torna al layout “due posti secchi senza parabrezza”. Ne saranno prodotte 88 unità.
Sebbene punti forte sulla “big news” DBX, il premium-SUV che sancisce l’esordio del marchio di Gaydon nella nicchia di mercato “a ruote alte e di altissima gamma”, Aston Martin mantiene ben attivo il personale (e quasi centenario) patrimonio sportivo sancito da una lunghissima esperienza nelle competizioni. Una ulteriore conferma arriva, in queste ore, dall’annuncio di prossima messa in produzione, “ovviamente” in un quantitativo ultralimitato di esemplari, di V12 Speedster, modello chiamato a rinnovare l’immagine racing del marchio di oltremanica – e di proprietà del fondo di private equity Investindustrial di Andrea Bonomi – sviluppato dalla Divisione “Q by Aston Martin” in partnership con lo staff tecnico della factory del Warwickshire.
La vedremo a fine 2020
Per osservare “dal vivo” la nuova creatura di Aston Martin, occorrerà attendere qualche mese: il “vernissage”, assicurano i vertici di Gaydon, è previsto entro la fine di quest’anno. Le consegne avranno inizio nel primo trimestre del 2021. Ne verranno prodotti 88 esemplari: ed è molto probabile che gran parte del lotto di unità programmate (se non addirittura tutte) abbia già trovato un enthusiast disposto ad accoglierla nel proprio garage. A quale prezzo, lo si saprà più avanti: è in ogni caso del tutto naturale che l’importo da sborsare sarà corrispondente alla serie limitatissima di produzione, all’assemblaggio artigianale (ogni vettura sarà costruita a mano), all’estrema cura nella scelta e nell’apposizione dei materiali e dei rivestimenti, al blasone dell’azienda e alla particolarissima fascia di mercato cui la imminente V12 Speedster si rivolgerà, ovvero il ristretto “club” delle biposto aperte ad elevatissime prestazioni che, fra gli esempi più recenti in ordine di tempo, ha salutato l’arrivo dell’accoppiata Ferrari Monza SP1 ed SP2 (che inaugurano la famiglia “Icona” per Maranello) e, notizia di alcune settimane fa, McLaren Elva che omaggia le prime creazioni di Bruce McLaren.
Eredità “di peso”
Del resto, anche la nuovissima Aston Martin V12 Speedster riveste un ruolo di “degna erede”: da una parte, la spettacolare concept CC100 che nel 2013, a celebrare i cento anni dalla fondazione del nucleo originario dell’azienda nata nel 1913 come “Bamford & Martin” (e, nei primi anni, specializzata nella rivendita di automobili) si segnalò al mondo come un felice ritorno di Gaydon alla produzione, seppure in quell’occasione effimera (soltanto due esemplari) di modelli biposto Sport omologabili per l’impiego “stradale”; dall’altra, un evidente richiamo alla leggendaria Aston Martin DBR1 che nel 1959, con Roy Salvadori e Carroll Shelby, trionfò alla 24 Ore di Le Mans (episodio peraltro tornato di attualità per per essere stato immortalato nella sequenza iniziale del film “Le Mans 1966-La grande sfida”).
Ed ecco l’anteprima
Una visione “di massima” arriva attraverso la diffusione di un’immagine di anteprima, che rappresenta, in forma stilizzata, il profilo di Aston Martin V12 Speedster. La ricetta è, nel complesso, “semplice” e quindi senza tempo: corpo vettura a due posti secchi e completamente “en plein air”, un attento studio aerodinamico in modo da garantire la formazione della “bolla d’aria” a protezione del pilota e dell’eventuale passeggero (è in ogni caso probabile che sarà consigliabile l’utilizzo del casco), un lunghissimo cofano motore – sotto cui pulserà l’unità motrice che equipaggia la ultracoupé DBS: nello specifico, il 5.2 V12 sovralimentato con doppio turbocompressore ed abbinato a un cambio automatico ZF ad otto rapporti, svilupperà una potenza massima di circa 700 CV ed una forza motrice da 700 Nm di coppia massima: valori soltanto appena inferiori rispetto a quelli erogati da DBS Superleggera, mentre a favore del nuovo modello dovrebbe giocare il peso -, trasmissione di tipo transaxle. Per la definizione delle linee, annunciano i “piani alti” di Gaydon, lo staff Q by Aston Martin ed i tecnici di progettazione “Hanno lavorato per oltre un anno”. “Siamo orgogliosi di poter confermare oggi la produzione della V12 Speedster, che ancora una volta dà prova dell’ambizione e dell’inventiva che caratterizzano il nostro grande marchio britannico omaggiandone il glorioso e inimitabile passato – dichiara Andy Palmer, presidente ed amministratore delegato Aston Martin Lagonda – Gli 88 automobilisti e collezionisti appassionati che riusciranno ad aggiudicarsi le chiavi di queste vetture avranno a disposizione un nuovo, iconico emblema della storia di Aston Martin”.