Per il marchio di Hiroshima, il motore a pistone rotante è irrinunciabile: per questo verrà adottato, dal 2022, come motogeneratore per estendere la carica della batteria.
SUV e Crossover sono fra i veicoli più venduti Europa: l’incidenza delle consegne complessive arriva in effetti ad interessare quasi la metà del “nuovo”. Ed a fare la voce grossa, sono i modelli di taglia compatta. Per questo, le principali Case costruttrici rivolgono la propria attenzione su questa fascia di veicoli. Mazda non costituisce in questo senso alcuna eccezione. E c’è di più: in un’ottica a breve termine, il marchio di Hiroshima intende spingere ancora di più sull’acceleratore nelle proposte Sport Utility e Crossover, attraverso un programma di ulteriore sviluppo rispetto all’attuale lineup, formata da CX-3 e CX-30 (Crossover), CX-5 ed MX-30 (SUV). Ci sono, in effetti, alcune interessanti novità, confermate attraverso una nota che fornisce diversi dettagli di anteprima.
2030: la completa elettrificazione
Il traguardo stabilito da Mazda, in tema di sviluppo della propria gamma, è rivolto al 2030: entro quell’anno, l’intera lineup di Hiroshima sarà elettrificata. Per questo, viene annunciata l’introduzione, a partire dal 2025, di una serie di nuovi modelli che saranno allestiti su un’inedita piattaforma, specifica per i veicoli elettrici.
CX-60 e CX-80: nuovi modelli per l’Europa
Dal 2022, annunciano i vertici del marchio giapponese che nel 2020 aveva celebrato i cento anni dalla sua fondazione, la gamma europea si arricchirà con due nuovi Sport Utility di segmento superiore: Mazda CX-60 e Mazda CX-80, che si caratterizzeranno per due differenti layout di carrozzeria (rispettivamente due e tre file di sedili).
Mazda CX-60 e CX-80 riflettono in pieno la strategia di produzione e sviluppo “Building Back” – impostata da Mazda con l’obiettivo di realizzare ed implementare in modo efficiente livelli superiori di tecnologia, in modo da allestire diverse gamme di modelli basate su “blocchi” di moduli hi-tech – della quale fanno parte la tecnologia di architetture SkyActiv, un raggruppamento della pianificazione e la flessibilità nei processi di produzione.
Sotto al cofano, CX-60 e CX-90 faranno da battistrada per il programma di introduzione in Europa delle proposte ad alimentazione ibrida plug-in con motori benzina a 4 cilindri in linea abbinati ad un’unità elettrica. Contestualmente saranno disponibili la versione SkyActiv-X benzina a 6 cilindri in linea di nuova generazione ed il turbodiesel SkyActiv-D, entrambi coadiuvati ad un sistema mild-hybrid a 48V.
Tre Sport Utility per USA e altri mercati
In parallelo al debutto di CX-60 e CX-80, Mazda porterà all’esordio – negli Stati Uniti ed in altri mercati extraeuropei – tre ulteriori nuovi modelli: CX-50, SUV di taglia “small”, CX-70 e CX-90 (questi ultimi apparterranno ad un segmento superiore per dimensioni).
La conferma: MX-30 con il motogeneratore rotativo
Da tempo “promessa” ed attesa (le prime anticipazioni in questo senso datano all’ottobre 2018: tre anni fa giusti giusti), ecco la “big news” che farà piacere ai molti appassionati della tradizione Mazda dal punto di vista delle tecnologie di propulsione. Si tratta di una versione del SUV 100% elettrico Mazda MX-30, che nella prima metà del 2022 sarà commercializzata anche in una declinazione provvista del motore rotativo (uno dei “marchi di fabbrica” che più hanno contribuito, per circa quarant’anni, a far conoscere l’”immagine Mazda” nel mondo). Una soluzione tecnologica che, dunque, conferma l’anticonformismo tipico di Mazda. Nella fattispecie, il motore rotativo fungerà da generatore di energia funzionale ad estendere la carica delle batterie: un vero e proprio “range extender”, che regalerà al motore a pistone rotante una nuova “seconda esistenza”. In effetti, affidarsi a sistemi supplementari di alimentazione può costituire un ulteriore “quid” potenzialmente in grado di attirare l’attenzione dei mercati; e, per di più, senza aumentare la capacità delle batterie. Nel caso specifico, il motore rotativo porta in dote diverse caratteristiche in grado di sopperire all’offerta di più autonomia per l’auto elettrica: relativa leggerezza, maggiore semplicità di assemblaggio (meno componenti rispetto ad un “convenzionale” motore a combustione interna) e dimensioni notevolmente più compatte (sempre in relazione ad un’unità motrice a ciclo Otto).