L’atelier moscovita trasforma completamente il design e la filosofia progettuale della Aston Martin DB9: il risultato è la “Cardi Concept 442”.
L’atelier moscovita trasforma completamente il design e la filosofia progettuale della Aston Martin DB9: il risultato è la “Cardi Concept 442”.
Non capita spesso che le carrozzerie dei modelli di attuale produzione vengano completamente stravolte dalle piccole aziende: si tratta di una tecnica in voga nei decenni passati, e successivamente tramontata come conseguenza della progressiva diffusione degli autoveicoli, dall’aumento dei costi di lavoro e delle sempre più complicate possibilità di modifica dettate soprattutto dall’adozione della scocca portante, tecnologia – quest’ultima – che rende complessi gli interventi di modifica radicale delle carrozzerie.
Un’eccezione – oggi queste si contano sulle dita di una mano – arriva da Mosca, e porta la firma di Cardi, atelier che oggi va considerato come una delle prime aziende private di conversione sorte dopo lo smembramento della ex – Urss: la sua attività, infatti, ebbe inizio nel 1991, e si è via via estesa alla modifica di berline, Suv, coupé e Gt alto di gamma.
In queste ore, Cardi Automobiles svela una serie di immagini di anteprima della propria ultima realizzazione in ordine di tempo: è la “Cardi Concept 442” ed è stata realizzata sulla base della iconica Aston Martin DB9, fortunata Gt a 2+2 posti giunta al termine della propria carriera dopo più di 12 anni di produzione.
La “Cardi Concept 442” presenta, riguardo all’impostazione stilistica, un disegno piuttosto personale e, soprattutto, si discosta in maniera netta dallo stile di Aston Martin DB9, tanto che non è facile scoprire l’origine del prototipo. Gli stilemi di chiaro sapore sportivo tipici della produzione di Gaydon, ad esempio, sono stati modificati dai designer di Cardi verso un’impronta più elegante; la classica coda tronca è stata radicalmente modificata per assumere un accenno di “terzo volume”, la finestratura laterale è tutta nuova, allo stesso modo dell’andamento del padiglione – nel quale è presente il tetto panoramico in cristallo – e del lunotto, del profilo del lungo cofano motore e delle modanature che sottolineano l’andamento delle fiancate. Soltanto il parabrezza resta quello di serie, nella cirvatura e nell’inclinazione, mentre – a sottolineare l’esclusività del progetto – sono “sparite” anche le classiche feritoie ai parafanghi anteriori, destinate a dissipare il calore proveniente dal vano motore, che caratterizzano lo stile Aston Martin.
Non c’è più traccia neanche della tradizionale calandra a trapezio: al suo posto, Cardi ha progettato e realizzato una originale mascherina ad elementi orizzontali che abbraccia l’intera superficie anteriore e integra i sottili gruppi ottici a Led.
Decisamente minimal l’allestimento dell’abitacolo, che si segnala per una plancia (rivestita in legno) di disegno semplice e caratterizzato dalla assenza di strumenti e comandi di controllo, tutti sostituiti da un display digitale. Molto sottile (e di “taglio” piuttosto datato) il sottile volante a tre razze, che sembra riportare lo stile degli anni 50 e 60. Va comunque detto che trattandosi di un render, probabilmente la sua forma potrà essere modificata, allo stesso modo degli allestimenti della plancia.
Sotto il cofano, la “Cardi Concept 442” viene equipaggiata con il collaudato V12 da 6 litri “aspirato” da 517 CV della produzione di Gaydon, abbinato allo stesso cambio “Touchtronic 2” a sei rapporti.