Una special da 804 CV dalla doppia anima: idonea all’impiego quotidiano e sulle “drag strip”. 3.000 unità per gli Usa, 300 per il Canada.
Una special da 804 CV dalla doppia anima: idonea all’impiego quotidiano e sulle “drag strip”. 3.000 unità per gli Usa, 300 per il Canada.
Appartiene a Dodge il titolo di “Pony car più potente di sempre”: l’ideale riconoscimento va alla mostruosa Dodge Challenger SRT Demon, che sarà presentata all’imminente Salone di New York (in programma da venerdì 14 a domenica 23 aprile).
Più che una coupé sportiva, una “follia” nel più puro stile Yankee, di quelli che entusiasmano gli appassionati della filosofia “muscle car” nella più pura essenza: un’immagine dichiaratamente aggressiva e tanta potenza sotto il cofano. Con una differenza non da poco rispetto alla già esuberante serie Hellcat da 707 CV: nel caso della nuova Challenger SRT Demon, il poderoso Hemi da 6,2 litri sprigiona la bellezza di 840 CV e una Coppia motrice da camion.
E non è tutto: sviluppata dai tecnici del marchio dell’Ariete che fa capo ad Fca – Fiat Chrysler Automobiles in previsione di un impiego bivalente nella guida di tutti i giorni e sulle “drag strip” (i rettilinei sul quarto di miglio che servono alla passione tutta americana delle gare di accelerzione: tale disciplina non ha mai attechito in pieno al di qua dell’oceano, salvo qualche episodio sporadico), la Dodge Challenger SRT Demon viene corredata con uno specifico kit di attrezzi ed equipaggiamenti “Demon Crate” che comprende una centralina supplementare ottimizzata per il controllo della benzina a 100 ottani, un filtro dell’aria conico per impieghi racing, le ruote anteriori notevolmente più strette rispetto a quelle con le quali la vettura viene allestita per l’utilizzo quotidiano e che servono alle gare di accelerazione, un sollevatore idraulico, un avvitatore rapido per il cambio ruote, una chiave dinamometricaper il corretto serragio dei bulloni ruota, il manometro per il controllo della pressione pneumatici, una “cover” per le ruote, un kit completo di utensili e un borsone per il trasporto dell’intero kit nel vano bagagli.
La nuova Dodge Challenger SRT Demon sarà “tirata” in un totale di 3.300 unità: 3.000 resteranno negli Stati Uniti d’America, i restanti 300 esemplari sono destinati ad altrettanti enthusiast canadesi. Ciascuna unità viene personalizzata con una targhetta che riporta la numerazione progressiva di ogni vettura e il nome del primo proprietario.
La “anti – Mustang e Camaro” per eccellenza (ricordiamo che Challenger, Mustang e Camaro rappresentano l’immagine di “pony car” per ognuna delle “Big Three” di Detroit), già anticipata nei mesi scorsi, è qualcosa di più che una “semplice” evoluzione di Challenger SRT Hellcat: si può dire che la SRT Demon attesa al Salone di New York costituisca, in parte, un progetto a se.
Questo può trovare conferma nelle inedite soluzioni – specificamente concepite per l’utilizzo agonistico – sviluppate al corpo vettura, allo studio dell’assetto e nella sostanziale trasformazione della “classica” unità Hemi 6.2 V8.
Più in dettaglio, l’immagine esteriore della vettura (disponibile in quattordici tinte carrozzeria: “B5 Blue”, “Billet Silver”, “Destroyer Grey”, “F8 Green”, “Go Mango”, “Granite Crystal”, “Indigo Blue”, “Maximum Steel”, “Octane Red” alla quale si riferiscono le immagini messe a disposizione in queste ore da Dodge, “Pitch Black”, “Plum Crazy”, “Tor Red”, “White Knuckle” e “Yellow Jacket”) mette in evidenza inediti codolini passaruota supplementari, indispensabili per l’alloggiamento di nuovi cerchi da 18″ (11″ di sezione) che montano un set di pneumatici Nitto NT05R da 315 – 40 R 18 (complessivamente, la già “importante” larghezza del corpo vettura aumenta di 90 mm), la nuova presa d’aria dinamica al cofano motore e il montaggio di nuovi spoiler.
In configurazione standard, Dodge Challenger SRT Demon viene consegnata a ciascun cliente con il solo sedile di guida: quello del passeggero anteriore e il divanetto posteriore… brillano per la loro assenza (sono tuttavia disponibili, a richiesta e per la simbolica cifra di un dollaro, insieme a un esclusivo rivestimento in pelle). Particolarmente ricca, ai fini dell’utilizzo in pista, la strumentazione, che – seppure cambi poco a livello di estetica – risulta funzionale per il controllo delle funzionalità della vettura nell’utilizzo al limite: il dispositivo Uconnect dispone di servizi e schermate ad hoc (tutte visualizzabili e controllabili attraverso lo schermo touch da 8.4″” collocato nella consolle centrale) per la gestione dei parametri vettura, dell’assetto, del motore e della specifica modalità di guida “Drag Mode”. L’impiego dei nuovi comandi viene indicato nello schermo da 7″ che integra la strumentazione di fronte al pilota.
Sotto il cofano, la nuova Dodge Challenger SRT Demon viene equipaggiata con il V8 6.2 Hemi che, attraverso un accurato intervento di re – engineering, arriva a sviluppare ben 840 CV e 1.044 Nm di coppia massima, che consentono alla poderosa coupé dell’Ariete valori prestazionali “monstre”: accelerazione da 0 a 60 miglia orarie (corrispondenti a 96 km/h) in 2″3, e scatto sui 400 metri (la “drag strip” certificata NHRA) in appena 9″65. Di più: i tecnici Dodge comunicano che la nuova Challenger SRT Demon risulta essere, al momento, la prima vettura “di serie” (secondo le normative NHRA) in grado di compiere una “wheelie” (termine che, nel gergo dei dragster, indica una impennata) in partenza, in virtù di un’accelerazione da 1,8 g.
Tutto questo viene raggiunto grazie a una profonda rivisitazione della collaudata meccanica e dell’assetto (che qui dispone del settaggio delle sospensioni con modalità “Drag Mode” e del Launch Control): sostituito il compressore volumetrico da 2,4 litri con uno, tutto nuovo, da 2,7 litri e con pressione aumentata a 14.5 PSI, sistema di aspirazione, gruppi pistone – biella, assi a camme totalmente sostituiti insieme ad altri venticinque componenti del motore; aumentato il regime del limitatore, da 6.200 a 6.500 giri/min; sviluppato un esclusivo sistema di raffreddamento “SRT Power Chiller” per l’intercooler (a sua volta maggiorato) che si ottiene con uno specifico convogliamento dell’impianto di climatizzazione; inoltre, la meccanica viene dotata di un sistema di raffreddamento “dopo lo sforzo” (After – Run Chiller), di un sistema “Torque Reserve” per aumentare la pressione di Sovralimentazione nelle fasi che precedono lo start e di un dispositivo che permette di aumentare i giri motore – sempre prima della partenza – senza che ciò possa danneggiare il cambio automatico.